AlpinismoAlta quota

Alpinista russa porta in cima all’Everest una bandiera ucraina. Il Nepal nega il certificato di vetta

Il 24 maggio 2022 l’alpinista e blogger russa Katya Lipka ha raggiunto la vetta dell’Everest, portando con sé una bandiera ucraina. Il vessillo giallo azzurro ha svolazzato per pochi istanti nell’aria sottile, il tempo di scattare una foto che sarebbe divenuta inevitabilmente virale sui social qualche giorno più tardi. Un gesto simbolico, attraverso il quale l’alpinista ha voluto esprimere la sua disapprovazione nei confronti della gestione putiniana del conflitto e un desiderio di pace, che ha scatenato sui social innumerevoli commenti di approvazione.Non è mancato chi abbia definito Katya una eroina, una donna coraggiosa, una fonte di ispirazione. Da sottolineare che, oltre alla bandiera ucraina, l’alpinista abbia esposto in vetta uno striscione a sostegno dell’attivista russo Alexei Navalny, scatto pubblicato sui social nel giorno del compleanno di Navalny, il 4 giugno. Decisamente minore rispetto al pubblico del web l’apprezzamento mostrato dal Governo nepalese, che ha negato all’alpinista il certificato di vetta.

Guerra e alpinismo

Come interpretare la decisione del Governo nepalese? Una scelta volta a dimostrare la neutralità del Paese in questa guerra che pare non voler finire? Lo scorso marzo, alle porte della stagione primaverile, ricordiamo che il Nepal abbia rifiutato la richiesta dell’ambasciata ucraina di Delhi (India) di bandire dal Paese gli alpinisti russi. Come riporta il magazine Gripped, Surya Parasad Upadhyaya, direttore del dipartimento del turismo del Nepal, ente responsabile del rilascio dei certificati di vetta, avrebbe dichiarato che il conflitto tra Russia e Ucraina rappresenti una questione geopolitica estremamente delicata che non può essere presa alla leggera“. 

“Abbiamo chiesto chiarimenti a lei, all’ufficiale di collegamento e alla sua agenzia di spedizione per aver spiegato la bandiera senza la nostra approvazione”, ha sottolineato il direttore.

Surya Parasad Upadhyaya parla di “approvazione” in quanto in Nepal non è vietato portare bandiere in vetta, ma le autorità dovrebbero essere informate della tipologia e dimensioni della bandiera che si vuole portare con sé. E non si tratta di una regola valida solo per l’Everest. Ricorderete forse la enorme bandiera del Kuwait dispiegata sull’Ama Dablam da un team capitanato da Nirmal Purja. Bandiera confiscata dalle autorità.

La “colpa” di Katya Lipka è dunque di aver portato in vetta una bandiera “politicamente scomoda”, senza richiedere specifica autorizzazione. Il dipartimento del turismo ha proposto che le sia imposto anche un divieto di salita sulle vette nepalesi per 3 anni.

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5 Commenti

  1. Mi sia consentito di esprimere una pacata opinione sul governo nepalese.
    Leggere questa notizia mi ha riportato alla mente un leggendario titolo della rivista “Cuore” a proposito di un governo italiano dell’anno 1991. “Hanno la faccia come il c…”
    Scusandomi per la volgarità, ma a volte ci vuole.

  2. Penso che il governo del Nepal abbia fatto bene. Ci vuole rispetto, e le montagne altrui non devono essere usate per fare propaganda di qualunque genere, senza preavvertire prima. Se non si fa così siamo fritti, ognuno userà le vette per fare pubblicità a quello che vuole. E chi è che decide cosa è giusto o meno?

  3. mi permetto di trovare grotteschi sia la alpinista sia il governo nepalese. il governo ucraino e’ formato in buona parte da neonazisti, e negare una impresa sportiva su basi ideologiche e’ da nazisti.

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