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Superati i 10 gradi in vetta al Monte Bianco, è record di caldo sul tetto d’Europa

Le temperature di questi giorni sono bollenti nelle città, in pianura e sulle montagne, anche ad altissima quota. Sabato 18 giugno alle ore 14 la stazione metereologica dell’Arpa Valle d’Aosta posizionata a 4750 metri al Col Major, poco sotto la vetta del Monte Bianco (4810 metri), ha registrato 10,4°C. Un vero e proprio record da quando è stata istallata e ha iniziato a registrare i dati. Battuto il primato precedente del giugno 2019 quando la temperatura rilevata è stata 6,8°C, ben 3,6°C in meno di quella di sabato.

Ciò che è veramente sintomatico quest’anno è che un episodio molto, molto caldo avvenga all’inizio della stagione; per l’alta montagna sarà sicuramente dannoso e se avverranno altre ondate di caldo queste avranno un impatto sulla fusione dei ghiacciai e il degrado del permafrost e ciò avrà sicuramente delle conseguenze per il paesaggio” ha affermato Ludovic Ravanel del CNRS

E sono proprio i ghiacciai a destare preoccupazioni con le zero termico a 4000 metri e oltre. Lo dimostrano le foto condivise tramite l’associazione Montagna Sicura da Arnoldo Welf e Paolo Comune, gestori del rifugio Mantova, che mostrano la situazione difficile del ghiacciaio Indren nei pressi della Gnifetti (3647m) a causa delle alte temperature. Una situazione drammatica per le montagne, ma anche per le valli e le pianure, lasciate assetate dalle quelle che sono le torri d’acqua del Pianeta.

Il commento di Kilian Jornet

Oggi è stato registrato un nuovo record di temperatura dell’aria sul Monte Bianco, 4810 m, ed è solo giugno! Le temperature che stiamo vedendo ora sono qualcosa che i meteorologi stimano per il 2050 circa. Negli ultimi giorni l’Europa sta vivendo un’ondata di caldo senza precedenti per questo periodo dell’anno. Ogni anno queste ondate sono più calde e più lunghe, e anche se non possiamo confondere il meteo con il clima, una delle conseguenze del cambiamento climatico è proprio l’aumento delle ondate di caldo. Le conseguenze possono essere localmente e temporanee terribili con incendi boschivi o siccità come stiamo vedendo in questi giorni. Ma a medio termine (non si può più parlare di lungo termine) i cambiamenti che apporteranno agli ecosistemi, alle risorse naturali, alla desertificazione e a tutti i problemi sociali e umanitari ad essa connessi saranno devastanti” scrive sui social Kilian Jornet accompagnando il post da una sua foto nudo a 6100 metri sull’Everest.

Come atleta, come essere umano, quello che faccio ha un impatto sull’ambiente. Vivo ogni giorno con le mie contraddizioni e cerco di trovare i migliori compromessi per ogni situazione – continua -. Ma questo è anche il motivo per condividerlo, dal momento che tutti abbiamo un’impronta individuale ma possiamo anche lavorare sui cambiamenti sistemici. Tra i più grandi è l’energia da combustibili fossili. In questo momento l’approvvigionamento energetico dell’Europa è costituito per il 72% da combustibili fossili e vedere quanto vengono finanziate le compagnie petrolifere o quanto poco i governi facciano per la sua riduzione è straziante”.

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