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Il nuovo Rifugio Santner sul Catinaccio è pronto ad aprire, e fioccano le polemiche

Il 1 luglio aprirà ufficialmente le porte al pubblico il nuovo Rifugio Passo Santner sul Catinaccio. Una struttura a 3 piani, realizzata a una quota di 2743 m, in sostituzione di un piccolo rifugio alpino, costruito nel 1956 allo scopo primario di fungere da punto di appoggio per i soccorsi, divenuto in seconda battuta un riferimento anche per gli escursionisti. Il vecchio rifugio Santner disponeva di soli 12 posti letto, una cifra limitata e limitante, a detta dei gestori, di fronte al crescente afflusso turistico degli ultimi anni. Ragion per cui si è optato per una demolizione dello storico ricovero e costruzione di un nuovo edificio dotato di 32 posti letto. Una soluzione, quella di demolire invece che ristrutturare, osteggiata da CAI Alto Adige e Alpenverein Sudtirol, che nell’autunno 2021 hanno provato a far sentire le proprie voci congiunte, nella speranza di frenare le ruspe. I lavori hanno preso il via e adesso che il nuovo rifugio è pronto a riaprire, e sul web iniziano a circolare le prime immagini, tornano a fioccare le polemiche.

Una piramide di metallo in alta quota

Il vecchio Rifugio Passo Santner rispettava la classica architettura dei rifugi alpini con le pareti in legno e il tetto spiovente. La nuova struttura appare invece come una piramide di metallo in alta quota. Come evidenziato sui social dalla Commissione Tutela Ambiente Montano (TAM) del CAI Alto Adige, si è passati da una “piccola capanna eretta per dare ricovero ad alpinisti e soccorritori” a unatenda di cristallo triangolare, struttura avulsa dall’ambiente circostante, con una stazione di arrivo della teleferica che fa pensare di più a quella di una funivia con cabina per trasporto persone che a quella per il semplice rifornimento del rifugio“.

Se da un lato si possa commentare che sulle Alpi abbondino bivacchi e rifugi dalle architetture più disparate, dall’altro è bene evidenziare che le polemiche sorte attorno al progetto del nuovo Santner derivino dal fatto che esso si collochi all’interno del Parco Naturale Sciliar-Catinaccio, in piena area Unesco. Il progetto di costruzione presentato dalla famiglia Perathoner, proprietaria dello stabile, ha ricevuto l’approvazione del Comune di Tires, dell’Ufficio Parchi della Provincia di  Bolzano e della stessa Fondazione Dolomiti Unesco.

Un appoggio fornito, secondo l’opinione di Cai Alto Adige e Alpenverein per puro marketing. In una missiva congiunta, scritta dai rispettivi presidenti Carlo Zanella e Georg Simeoni, indirizzata al presidente della Provincia Autonoma di Bolzano Arno Kompatscher, veniva evidenziato lo scorso anno che, tra gli obiettivi principali delle Dolomiti Patrimonio Unesco dovrebbero esserci “la conservazione della natura, la protezione del paesaggio e la sostenibilità”.

“Le ristrutturazioni vanno bene – aggiungeva Zanella – , ma questo non vuole dire aumentare di cinque-sei volte la cubatura di quello che oggi è poco più di un bivacco. Un rifugio di queste dimensioni in questo luogo a mio avviso non ha poi nessuna giustificazione alpinistica. Del resto l’ultima versione del progetto è stata approvata senza la consultazione della Commissione paritetica Provincia-CAI-AVS sui rifugi.”

Un restyling premeditato

In questi giorni il presidente del CAI Alto Adige Zanella è tornato sull’argomento, sottolineando sui social che il restyling del rifugio Santner sia stato un cambiamento premeditato, legato a una visione imprenditoriale della montagna. “2 anni fa erano comparsi sui media articoli dei due giovani piccioncini che avevano comprato il rifugio del passo Santner per ritirarsi romanticamente a vivere lontano dalle modernitàscrive – . E si è visto. Se, come dicono loro, non c’ era possibilità di vivere, con un piccolo frigorifero, etc etc, perché lo hanno comperato? Perché avevano già le idee chiare, progetti pronti e probabilmente anche finanziamenti pubblici (e qui vorrei sapere quanto, dato che si tratta di attività privata) e appoggi politici. Il CAI e l’AVS si sono sempre dichiarati contrari ma il progetto è andato avanti ugualmente. E adesso? E qui mi fermo per evitare il peggio.”

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