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Fiona, l’ittiosauro in dolce attesa scoperto tra i ghiacci della Patagonia

Il 2022 si sta rivelando un anno di eccezionali scoperte paleontologiche in quota. Protagonisti del momento sembrano essere in particolare gli ittiosauri, antichi rettili marini contemporanei dei dinosauri che in realtà somigliavano maggiormente a un attuale tonno. L’aspetto “a pesce” non deve però ingannarci in quanto questi antichi animali respiravano mediante polmoni ed erano vivipari, ovvero partorivano i propri piccoli dopo un periodo di gestazione, in maniera similare a specie contemporanee quali le balene o i delfini. Un po’ pesci un po’ mammiferi verrebbe da dire, e ci scusino gli esperti per tale espressione. Ma perché ci stiamo concentrando su tale aspetto? Perché di recente, nella Patagonia cilena, è stata portata a termine una missione unica nel suo genere: il recupero dei resti di un esemplare di ittiosauro, di sesso femminile e in dolce attesa. Il nome attribuitole dagli scienziati è Fiona.

La scoperta nel 2009

La notizia è stata diffusa a inizio mese dalla Universidad de Magallanes di Punta Arenas, Cile. Il corpo di Fiona, conservatosi per milioni di anni nell’area del ghiacciaio Tyndall, nel Parco Nazionale Torres del Paine, è stato in realtà scoperto oltre un decennio fa, nel 2009, dalla paleontologa Judith Pardo-Pérez, ricercatrice presso il Centro de Investigación GAIA Antártica de la Universidad de Magallanes. Una scoperta effettuata per certi versi nel momento sbagliato dall’allora dottoranda, al termine di una spedizione finanziata dal governo tedesco.

Dopo lunga attesa, è stato quest’anno possibile tornare in quota per effettuarne il recupero, grazie al finanziamento del progetto “Revealing the diversity and paleobiology of Cretaceous itthyosaurus, from a fossil deposit in the Magallanes Region, Southern Chile” da parte della ANID (Agenzia Nazionale Cilena di ricerca e sviluppo). Progetto che ha visto la partecipazione di esperti provenienti da Cile, Argentina, Regno Unito e Germania.

31 giorni di scavi tra i ghiacci

Il sito del recupero è posizionato in una zona impervia della Patagonia cilena, a circa 24 km dall’ultimo punto accessibile tramite veicoli. L’avvicinamento richiede circa 10 ore di cammino (un po’ meno se ci si sposta con cavalli). Data la necessità di trasporto in loco di strumentazioni delicate e di trasferimento dei reperti a Punta Arenas, senza arrecarvi danno, si è optato per il supporto di un elicottero. La spedizione sul campo è durata 31 giorni ed  è stata condotta in condizioni decisamente complesse, sia per il meteo avverso – venti a 90 kmh, pioggia forte e neve -, sia per la presenza nella zona dei puma.

Gli scavi di Fiona sono stati guidati dal tecnico paleontologico Jonatan Kaluza della Fundación de Historia Natural Félix de Azara e del CONICET (Argentina) e dal biologo e scavatore paleontologico Héctor Ortiz dell’Istituto antartico cileno e dell’Università del Cile. Per proteggere il reperto durante le operazioni di scavo è stato allestito un hangar all’interno del quale è stata trasferita la strumentazione necessaria a perforare il substrato estremamente duro. “La roccia dell’affioramento è così dura che non può essere scavata con un martello, uno scalpello e una spazzola, e abbiamo dovuto tagliare, forare e rompere blocchi con utensili diamantati e di grosso calibro”, ha spiegato a tal proposito Ortiz.

Kaluza ha aggiunto: “questo è lo scavo più difficile in cui sono stato impegnato in tutta la mia carriera. Questo sito fossile della Patagonia cilena è eccezionale ed è estremamente importante che si assicuri il sostegno del governo cileno per continuare la ricerca e la protezione di questo prezioso patrimonio”.

Di seguito una anteprima del documentario dedicato al recupero di Fiona, che mostra l’ambiente in cui gli esperti si sono trovati a operare.

Un reperto unico al mondo

Il reperto portato alla luce risulta essere il primo ittiosauro completo scoperto in Cile, nonché l’unica femmina gravida scoperta ed estratta al mondo, risalente al periodo Valanginiano – Hauteriviano (compreso tra 129 e 139 milioni di anni fa, nel Cretaceo inferiore). “I risultati della spedizione hanno soddisfatto ogni aspettativa – il commento della dottoressa Pardo-Pérez – anzi sono andati oltre quanto ci aspettassimo.”

Fiona e compagni

Nel dettaglio, l’ittiosauro misurava 4 metri, e presentava più di un embrione in gestazione. Le analisi che verranno condotte sul reperto consentiranno di accrescere le conoscenze del mondo scientifico sulla biologia della specie, sullo sviluppo embrionale nonché su eventuali malattie che potrebbero averne causato la morte. Oltre al corpo di  Fiona, recuperato nella sua integrità, sono stati ritrovati ulteriori 23 esemplari sul ghiacciaio Tyndall, area in cui sono stati finora scoperti quasi 100 resti di ittiosauri. Dato che rende il ghiacciaio il deposito più abbondante e meglio conservato di ittiosauri del Cretaceo inferiore del mondo. Fiona e compagni sono stati temporaneamente trasferiti presso il laboratorio di paleontologia del Museo de Historia Natural de Río Seco, a Punta Arenas, in attesa di essere esposti al pubblico.

Prospettive future

Superata la gioia iniziale per i risultati oltre ogni aspettativa della spedizione, la dottoressa Pardo-Pérez ha tenuto a evidenziare come sia essenziale pensare al futuro del sito di scavo del Tyndall. Un’area in cui, a causa del cambiamento climatico, si rischia di perdere importanti reperti fossili a meno di attivare dei progetti di protezione. “Abbiamo quasi un centinaio di ittiosauri nel deposito fossile del ghiacciaio Tyndall – ha dichiarato la paleontologa – e molti di loro, purtroppo, non verranno mai recuperati a causa della difficoltà di accesso, della posizione in aree a rischio (come le scogliere), della mancanza di fondi ecc. Gli ittiosauri che non saranno recuperati necessitano di protezione e consolidamento in situ, poiché l’erosione a cui sono quotidianamente soggetti li sta distruggendo”.

A detta dell’esperta sarebbe opportuno realizzare un rifugio, un ricovero permanente in cui poter alloggiare nel corso delle campagne di ricerca, che possa anche fungere da laboratorio. “Questo tipo di infrastruttura scientifica ci renderebbe all’avanguardia a livello mondiale in termini di scavi paleontologici in aree remote e ci darebbe maggiore sicurezza in un luogo estremo.”

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