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Dai ghiacci norvegesi riemerge un sandalo “romano”

Il progressivo scioglimento dei ghiacci norvegesi ha portato negli ultimi decenni al riemergere di antichi reperti, risalenti a diverse epoche storiche. Un “mistero” che ha in particolare affascinato gli archeologi è quello del passo di Lendbreen. Un antico passo di montagna, localizzato a 1900 metri di quota nelle Jotunheim Mountains, circa 300 Km a Nord-Ovest di Oslo, di cui si è persa nei secoli memoria, utilizzato secondo quanto raccontano i reperti, dal 300 d.C. al 1500 d.C., ovvero dal periodo noto in Scandinavia come Età del Ferro romana al tardo Medioevo. La storia del passo di Lendbreen è in continua ricostruzione. I primi reperti, tornati alla luce tra gli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso, in particolare delle lance risalenti all’Età del Ferro romana o all’epoca vichinga (attorno all’anno Mille), portarono gli esperti a ipotizzare che la zona rappresentasse un sito di caccia alla renna.

Successivi ritrovamenti, avvenuti nel corso dell’ultimo decennio, hanno però portato a una seconda interpretazione. Dai ghiacci hanno iniziato a riemergere elementi non riconducibili a un ambiente di caccia, quali tuniche, bastoni da passeggio, resti di slitte e pile di pietre segnaletiche. Si è giunti così a ipotizzare che il passo non fosse fruito soltanto da cacciatori, ma da viaggiatori, che si spostavano dall’entroterra verso la costa. Un eccezionale ritrovamento effettuato su un passo a una decina di chilometri di distanza dal Lendbreen, che rafforza la teoria dei viaggiatori in transito lungo antichi passi di montagna, è un sandalo in stile romano.

Un eccezionale ritrovamento casuale

L’archeologia glaciale è una attività che avanza secondo quelli che sono i tempi dei ghiacci. Capita così che spesso i ritrovamenti avvengano per caso, quando il ghiaccio in un determinato punto, va incontro a scioglimento liberando i suoi tesori. Nel caso del sandalo “romano”, il merito va a un escursionista che nell’estate del 2019, mentre si trovava nella zona dell’Horse Ice Patch, circa 10 km a Ovest del passo di Lendbreen, si è trovato sotto gli occhi la particolare calzatura, uno strano sandalo che ricorda una calzatura tipica dell’Antica Roma. Il primo pensiero è stato di contattare i massimi esperti dei ghiacci della zona, gli archeologi del team “Secrets of the Ice”.

Il fortunato scopritore ha provveduto a inviare le coordinate GPS e qualche foto del reperto, e lo ha lasciato al suo posto. Gli archeologi erano già pronti a partire per effettuare il recupero quando si sono resi conto delle previsioni meteo avverse, con neve in arrivo. Una situazione che avrebbe esposto il reperto al rischio di essere sepolto nuovamente. É iniziata così una corsa contro il tempo, per raggiungere il sito e recuperare la scarpa, in un solo giorno. E ce l’hanno fatta. Oltre alla calzatura sono stati recuperati ulteriori oggetti, testimoni del passaggio di antichi viandanti quali pezzi di stoffa, sterco di cavallo, foraggio.

La successiva datazione al radiocarbonio ha portato a stabilire che la scarpa risalisse circa al 200-500 d.C., nella tarda fase dell’Impero Romano.

Che ci fa una scarpa “romana” in Norvegia?

La domanda che sorge spontanea di fronte a tale storia è come mai un sandalo “romano” sia emerso dai ghiacci della Norvegia, su un antico passo a una quota di circa 2000 metri. Una zona che, secondo le ricostruzioni degli archeologi, era attraversata dai viaggiatori in presenza di neve, probabilmente a scopo commerciale, per raggiungere la costa, vendere prodotti quali pelli di animali o corni e acquistare in cambio sale o altri beni costieri. Sul vicino passo di Lendbreen non sono mancati i ritrovamenti di scarpe databili dall’Età del Ferro romana al Medioevo, ma si tratta di calzature realizzate in modo tale da coprire l’intero piede.

“Viene facile scherzarci su e immaginare un turista dell’antica Roma che non avesse grande conoscenza del paese che stava visitando”, la dichiarazione ironica dell’archeologo del team “Secrets of the Ice”, Espen Finstad, al magazine norvegese Science Norway.

“Penso che chi si incamminava lungo queste vie sapesse bene cosa stava facendo – prosegue l’esperto – . Probabilmente calzavano qualcosa all’interno di queste scarpe, così da renderle idonee allo scopo. Magari pezzi di stoffa o pelli di animali.”

Il proprietario non era dunque nativo di Roma, semplicemente il reperto ci informa del fatto che la Scandinavia e l’Impero Romano non fossero mondi totalmente isolati. Nell’Età del Ferro romana i Paesi nordici europei subirono una evidente influenza da parte degli usi e costumi dei Romani. A indossare la scarpa fu probabilmente un viaggiatore nordico, che portava con sé dei beni da scambiare sulla costa. Forse durante il cammino la scarpa si danneggiò e decise di abbandonarla nella neve. Il ritrovamento conferma che quella che oggi è una landa desolata, quasi priva di tracce umane, all’inizio del Millennio scorso doveva apparire molto più viva. Il sandalo aggiunge un tassello a un puzzle ancora in definizione. Saranno le prossime estati calde, con conseguente accelerazione dello scioglimento dei ghiacci, a fornire nuovi reperti e dunque nuovi indizi per ricostruire la storia degli antichi passi delle montagne norvegesi.
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