Meridiani Montagne

5 cose da non perdere se vuoi visitare il Parco Nazionale Gran Paradiso

Nello Speciale dedicato al centenario del Parco nazionale Gran Paradiso realizzato da Meridiani Montagne, in collaborazione con il Club Alpino Italiano, troverete Cento Grandi Paradisi. 100 cose da fare, vedere, scoprire all’interno del Parco. Esperienze che renderanno indimenticabile la vostra visita tra natura, cultura e momenti di relax. E ovviamente tanta montagna da vivere in tutti i modi che desiderate. Tra le 100 ne abbiamo selezionate 5, ma non perdete il numero in edicola per scoprire le altre!

Un rifugio da non perdere – Un mondo di roccia infinita

L’avvicinamento è rapido e suggestivo: in tre quarti d’ora, partendo dalla diga del Lago di Teleccio, nel Vallone di Piantonetto (laterale della Valle Orco), si raggiunge la piana delle Muande, dove si apre un grandioso anfiteatro di roccia punteggiato da alcune delle cime più belle del Parco, dal Becco Meridionale della Tribolazione (3360 m) alla Becca di Gay (3621 m), alla Torre del Gran San Pietro (3692 m).

Ai piedi di questa incredibile bastionata di gneiss, il rifugio Pontese (2200 m), è inconfondibile per il tetto giallo e la bellissima vista sul lago sottostante. Inaugurato nel 1967 dal Club alpinistico Pontese, e dotato del Marchio di Qualità del Parco, offre una settantina di posti letto agli escursionisti estivi (molti gli animali selvatici che si possono avvistare) e agli scialpinisti primaverili. Per gli arrampicatori c’è un’infinità di itinerari, storici e moderni, anche attrezzati a spit: tra i più frequentati, quelli sul Becco di Valsoera.

Informazioni

www.rifugiopontese.it

Un sentiero da non perdere – Lungo la strada che non c’è

Negli anni successivi alla costruzione della strada sul versante piemontese del Colle del Nivolet (1953-1963), si pensò di proseguire la direttrice viaria fino alla Valsavarenche, passando dal Piano di Nivolet e dalle Meyes.
I lavori iniziarono, ma le forti pressioni ambientaliste e la mancanza di copertura finanziaria portarono al fallimento di tutta l’operazione. E alla salvezza di uno degli ambienti naturali più singolari e affascinanti dell’intera Valle d’Aosta.

Oggi, ciò che resta della strada e delle gallerie è diventato terreno di gioco per gli escursionisti, impegnati su un bell’itinerario, l’anello delle Meyes, che copre un dislivello di 700 metri.

Percorso

Da Pont (1950 m) si segue a ritroso un brevissimo tratto della strada in direzione di Dégioz, fino a imboccare sulla sinistra una piccola sterrata (segnavia n° 4). Dopo due ampi tornanti, si prosegue a mezzacosta lungo la strada, percorrendo anche una galleria di 339 metri. All’ingresso di un secondo tunnel, si prende il sentiero sulla destra e si sale ai panoramici alpeggi delle Meyes dessous (2278 m; 1 h e 10 min). Ignorato il sentiero che scende verso il fondovalle, si sale a sinistra tra i prati (n° 6/6A) fino a sbucare nel Vallon de le Meyes. Al bivio di quota 2549, si prosegue a sinistra (sud, n° 6A/9) lungo la mulattiera reale del Col Manteau, si supera il torrente, una pietraia, quindi si compie un lungo, erboso e panoramico traverso sui prati, che conduce al bivio a quota 2628 (3 h). Qui si consiglia una deviazione: ignorato il sentiero che scende verso il Piano di Nivolet, si prosegue dritto fino al vicino casotto del Parco, da dove in breve, a destra, si sale al magnifico ripiano di Plan Borgnoz (2672 m; 3 h e 20 min), con le vette del Gran Paradiso che si specchiano nelle acque di un piccolo lago. Ritornati al bivio di quota 2628, si scende a est, con alcune ripide svolte, fino a intersecare la strada del Nivolet, per poi raggiungere un altro bivio (2380 m), dove si piega a destra e si raggiunge l’alpeggio di Teureun (2396 m). Oltrepassata una passerella, ci s’immette sul sentiero n° 3 del Piano di Nivolet, che si segue a sinistra fino al panoramico e frequentato poggio della Croix de la Roley (Croce di Arolley, 2313 m; 4 h e 20 min).

Il colpo d’occhio sulle più famose cime della Valsavarenche è davvero grandioso: dall’Herbetet ai Denti del Broglio, passando per Piccolo e Gran Paradiso, Tresenta e Ciarforon. L’anello si completa seguendo la mulattiera che, senza difficoltà, riporta a Pont (5 h).

Un museo da non perdere – Dentro il nido del gipeto

Per vedere da vicino il nido di un gipeto non serve sfidare le altezze, basta salire in Valle di Rhêmes e varcare la soglia del Centro visitatori dedicato a questo maestoso volatile, con la mostra Bentornato gipeto! Ma il nido, ricostruito su una parete rocciosa (anch’essa ricostruita), non è che una delle tessere del grande mosaico attraverso il quale viene raccontata la storia del grande avvoltoio, dalla sua scomparsa dai cieli della Valle d’Aosta al ritorno in pianta stabile (nel 2010), agevolato dalla rigorosa politica di tutela adottata dal Parco. Inoltre, grazie a un moderno percorso espositivo, fatto degli immancabili pannelli illustrativi, testi dettagliati, giochi interattivi, un modello di volo planato e un piccolo ossario, il visitatore impara come riconoscerlo tra i suoi “simili”, quali sono i suoi parenti più stretti, le dinamiche del suo elegante volo. Da circa un anno, il centro ospita anche la postazione multimediale, no touch, Gran Paradiso VR – The experience of Nature (vedi Montagne n° 108, pag. 42), attraverso la quale si può vivere l’ascesa alla vetta del Gran Paradiso, naturalmente in realtà virtuale.

Informazioni

Centro visitatori di Rhêmes-Notre- Dame, fraz. Chanavey
ingresso € 3;
tel. 016575301

Informazioni

Museo del Parco minerario Valle d’Aosta e delle Miniere di Cogne
ingresso € 10
tel. 01651890662
www.minieredicogne.it

Un panorama da non perdere – Tra le incisioni rupestri

Il breve e facile anello del Monte Arzola conferma come spesso anche le montagne meno appariscenti possano regalare grandi sorprese, oltre a un panorama a 360 gradi.

Percorso

Da Posio (1390 m), alto sulla Valle di Ribordone, si sale nel bosco sul sentiero n° 561, per poi uscire sui soprastanti pascoli dopo aver superato un primo masso con incisioni rupestri. Raggiunta l’Alpe Arzola (1793 m; 1 h e 10 min), si tralascia momentaneamente a destra il sentiero n° 566 e si procede dritto salendo tra i prati fino alla dorsale sud della montagna (quota 1972 m; 1 h e 40 min; voltando a sinistra si può anche raggiungere il bivacco Blessent). Piegando a destra si segue la cresta fino alla cima del Monte Arzola (2158 m; 2 h; qui sotto), preceduta da un altro masso inciso. Da qui la vista spazia sulle vicine montagne della Valle di Ribordone, dominata dal Monte Colombo, fino alle Levanne. Ritornati all’Alpe Arzola, si piega a nord sul sentiero n° 566, si oltrepassa un colletto (1812 m) e si raggiunge la mulattiera che sale agli alpeggi di Oregge. Piegando a destra si segue la stradina fino a Posio (3 h e 30 min).

Un ristorante da non perdere – Sosta nel borgo secentesco

Proprio in fondo alla Valle di Rhêmes, ormai in vista delle vaste praterie alpine dominate dalla sagoma della Granta Parey, sorge il secentesco borgo di Thumel. Un angolo antico di pace e natura, da cui si parte per l’escursione verso il rifugio Benevolo. Ma anche un’occasione di riscoprire un’autentica cucina di montagna
in un luogo di grande suggestione.

Le Village dey Teumy è la casa di Beppe, patron e chef, che insieme a Irene gestisce questo piccolo scrigno di sapori tradizionali. È lui ad accogliere gli ospiti, e a guidarli tra i diversi piatti della gastronomia valdostana: pochi ingredienti, selezionati con cura e lavorati con grande maestria, per comporre le classiche pierrade, polenta, raclette, strudel e crostate, accompagnati da una piccola carta di vini regionali.

Informazioni

Le Village dey Teumy
fraz. Thumel, Rhêmes- Notre-Dame
tel. 3483176217
lesrefuges.sas@gmail.com

La copertina dello speciale

 

Altri approfondimenti sul numero speciale di Meridiani Montagne “Gran Paradiso. 100 anni di Parco Nazionale”

Tags

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close