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Sulle Alpi senza neve si scia sui prati

L’inverno ancora non si è concluso e la speranza di un ritorno della neve, quella tardiva, in cui i fiocchi cadono tra i germogli pronti all’arrivo della primavera, è decisamente viva. Ma una eventuale nevicata di fine febbraio o inizio marzo, quanto potrebbe modificare quello che nel complesso si è manifestato come uno degli inverni più anomali di cui si abbia memoria? Se ne è parlato tanto di siccità, di fiumi in secca, di difficoltà di gestione degli impianti sciistici mediante esclusivo innevamento artificiale, di gare di SKIALP alle prese con difficoltà di definizione dei tracciati. Si è parlato tanto di cambiamento climatico e non sono mancate le voci contrarie, ferme nella convinzione che inverni senza neve siano sempre capitati, e che la neve tornerà.

Chi ha visto con i propri occhi le condizioni delle montagne di casa, Alpi e Appennini, in questi mesi, ha avuto modo di constatare, al di là delle parole, che sia davvero complicato convincersi che ciò cui stiamo assistendo sia la norma. E che, forse, quelle previsioni nefaste riportate da un crescente numero di studi scientifici, di inverni sempre più brevi e miti, rappresentino un futuro non troppo lontano. Dalle Alpi, per rendere visibili alla collettività, le conseguenze di un inverno caratterizzato da mesi di assenza continua di precipitazioni, arriva un video di denuncia.

“Change. É ora di agire”, il titolo scelto dall’autore, il videomaker piemontese Marco Rostagno. Un verbo quel “change” che parla di cambiamento climatico ma anche di una necessità di cambiamento di rotta da parte dell’umanità. Della necessità di impegnarsi, ora, senza tergiversare, in quanto quei cambiamenti di cui tanto si parla, sono già evidenti in natura.

“Il cambiamento climatico è in corso – si legge nella didascalia che accompagna il video sul canale Youtube di Withartvideo – . La nostra vita e le nostre abitudini, sono destinate a cambiare?”

Il video provocatorio è stato girato il 10 febbraio 2022, a quota 2300 metri, sulle montagne dell’alta Val Chisone in provincia di Torino. Dopo più di 2 mesi di totale assenza di precipitazioni si scia letteralmente su un prato.

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