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Richiesta di soccorso in montagna: quali numeri chiamare, cosa fare e non fare

Preparandoci a una escursione, si spera sempre di non ritrovarsi mai in difficoltà ma si sa, in montagna tale certezza non può esistere, neanche per i più esperti. Immaginiamo dunque di dover effettuare una richiesta di soccorso. La prima cosa da sapere è: quale numero dobbiamo comporre?

112 o 118?

Su scala nazionale è attivo il numero per le emergenze sanitarie 118. In caso di incidente in montagna o in grotta è necessario richiedere all’operatore del 118 l’attivazione del CNSAS. In alternativa, laddove sia attivo, si può utilizzare il Numero Unico di Emergenza europeo (NUE 112), collegato a delle centrali uniche di risposta, in cui confluiscono richieste di soccorso di varia tipologia. Gli operatori delle centrali uniche inoltrano la chiamata alla Centrale operativa competente sulla base della tipologia di emergenza (Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Vigili del Fuoco, Emergenza Sanitaria). La chiamata al 112 può essere effettuata gratuitamente da rete fissa o mobile anche quando il telefono non ha SIM, è bloccato o non si ha credito telefonico.

Attualmente in Italia il servizio NUE 112 è attivo in Friuli Venezia Giulia, Lazio (prefisso 06 – 0774), Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Sicilia, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta e nelle Province Autonome di Trento e Bolzano. In regioni in cui non sia attivo, componendo il 112 si effettuerà di fatto una chiamata ai Carabinieri, che provvederanno a inoltrarla se necessario al 118.

Chiarito chi chiamare, vediamo insieme quali siano i consigli del CNSAS (Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico) su cosa fare e non fare per aiutare le squadre nel loro intervento.

I consigli del CNSAS da seguire in caso di emergenza

  1. Fornire dati identificativi dell’infortunato (nome, cognome, residenza), numero da cui si sta chiamando e, quando possibile, numero telefonico di un altro apparato mobile o fisso (es. il primo potrebbe essere occupato in caso di necessità, potrebbe avere problemi di carica, avere un gestore con minore copertura, ecc.).
  2. Descrivere sommariamente lo scenario dell’incidente con precisazione dell’ora in cui è accaduto, il coinvolgimento di soggetti terzi e precisazione sul numero degli infortunati e sulle loro generiche condizioni, la presenza di pericoli residui o potenziali.
  3. Garantire all’Operatore del NUE 112 (118) le seguenti informazioni relative al/ai soggetto/i coinvolto/i:
  • stato di coscienza/incoscienza;
  • attività respiratoria presente o assente, regolare o irregolare (difficoltà respiratorie);
  • emorragie in atto, ecc.

Risulta fondamentale lasciarsi intervistare dall’operatore e, in modo particolare dal quello del 118, poiché in base alla raccolta di queste informazioni (triage) verrà assegnato il codice di gravità e pianificata la missione di soccorso con le risorse più adatte allo scopo. 

  1. Descrivere il luogo ove è avvenuto l’incidente e garantire riferimenti che possano renderlo facilmente identificabile partendo dal “generale” per pervenire al “particolare” (zona, gruppo montuoso, versante, sentiero – via – ferrata, valle, canale – cengia – cresta – gola/forra, ecc., fornendo se possibile il toponimo esatto). Fornire eventuali coordinate possibilmente in formato WGS84 ed in formato “gradi” – “minuti” – “secondi” + “quota” >> es. 46° 03’ 13,55” N – 12° 10’ 33,20” E + 387 mt.
  2. Descrivere le condizioni meteorologiche del luogo e, in particolare, descrivere con precisione lo stato di visibilità (es. “500 metri in linea d’aria”, “copertura con nuvole persistenti sopra i 2.300/2.400 ca.”, “foschia che va e viene”, ecc.), la presenza di vento o di altri eventi significativi (pioggia, grandine, neve, ghiaccio).
  3. Comunicare con estrema precisione l’esistenza di ostacoli al volo in zona con riferimento particolare a quelli orizzontali, quali elettrodotti e linee elettriche, teleferiche e palorci, funivie/cabinovia e seggiovie, cavi sospesi di qualsiasi natura, linee telefoniche aeree e di ogni altro ostacolo che possa risultare di impedimento alla sicurezza del servizio di elisoccorso e degli astanti (es. pali, ramaglie sul prato, lamiere, materiali diversi, zaini ed indumenti, ecc.).
  4. Garantire notizie o riferimenti utili che possono facilitare l’intervento quali: presenza in loco di altre persone che hanno assistito all’incidente e, più in particolare, se sono in grado di collaborare (es. personale sanitario, personale CNSAS, Guide Alpine, ecc.), presenza di particolari ostacoli e/o difficoltà contingenti in relazione all’infortunato ed ai luoghi d’accesso (rete sentieri, mulattiere, ecc.).
  5. Restare a disposizione dell’operatore del NUE 112 (118) e delle squadre di soccorso, mantenendo la calma e cercando di tranquillizzare l’eventuale persona ferita. Rimanere sempre in posizione di sicurezza ed in zona copertura telefonica.
  6. Cercare di non spostarsi dal luogo in cui ci si trova: si faciliterà l’individuazione da parte dei soccorritori. Inoltre spostandosi, anche di poco, si potrebbe non essere più raggiungibili telefonicamente, andando a peggiorare la propria situazione.
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Un commento

  1. Prima una sana assicurazione tipo Dolomiti emergency o altre a scelta.
    Come “gioco di societa’”tra amici, fingendo che il numero di uno sia il 118, esercitarsi a compiere chiamate seguendo il protocollo indicato.
    Esperienze personali:qualcuno telefona e grida AIUTO VENITE E PIANTA GIU’ IL TELEFONO.
    QUALCHE ALTRO NON MANDA QUALCUNO IN STRADA O NEL LUOGO CHE ALZI LE BRACCIA E GUIDI I SOCCORSI CHE ARRIVANO E POI si PERDONO MINUTI PREZIOSI NELLA PROSSIMITA’ DEL LUOGO.
    Una cultura della chiamata andrebbe divulgata pure per stuazioni della vita in ambiente ordinario. Esempio avvenuto ben 2 volte in appartameto condominiale .Anziani soli che cadono e pensano di attirare aiuto gridando a voce flebile e picchiando debolmente sul pavimento. Tengono il telefono lontano da letto o dal divano, non hanno la chiamata di soccorso a pulsante al collo .Poichè certi condomini son un suk di rumori e voci e suoni anche di notte, le richieste di aiuto ingenue si confondono nel normale caos cui ormai giocoforza ci si e’ assuefatti…e nessuno pur attiguo ci bada, specie se per autodifesa usa i tappi fonoassorbenti auricolari

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