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Escursioni con sci e ciaspole: consigli per non disturbare la fauna selvatica

La neve caduta nelle scorse settimane su Alpi e Appennini ha inaugurato la stagione dello scialpinismo e delle ciaspolate nel bianco silenzio dell’inverno. Un silenzio che la natura ci regala e che dobbiamo rispettare. L’inverno è un momento delicato per la fauna selvatica, in cui gli animali cercano ripari in cui ritirarsi nella stagione fredda, prediligendo pendii ripidi e soleggiati e versanti esposti al vento, laddove dunque la neve ha difficoltà a rimanere depositata e creare accumuli significativi. Praticando sport invernali in questi habitat si rischia di spaventare la fauna inducendone la fuga. Una fuga spesso ostacolata dalla neve, che comporta un forte dispendio energetico, condizione estremamente negativa in una stagione in cui essenziale è conservare le riserve.

Esistono delle regole semplici ed efficaci da seguire per evitare che il nostro passaggio sia causa di stress per gli animali? La Provincia Autonoma di Bolzano si sta impegnando nella diffusione di un vademecum che resta valido in ogni area montana d’Italia e non solo.

Come evitare il disturbo della fauna selvatica

Di seguito i suggerimenti riportati sul depliant realizzato nell’ambito della campagna di comunicazione e sensibilizzazione “Libertà e rispetto”, avviata nel 2010 dalla Provincia Autonoma di Bolzano insieme alla sezione di Bolzano del Club Alpino Italiano, all’ Alpenverein Südtirol e all’Associazione Cacciatori Alto Adige.

Uscite scialpinistiche

  • Seguire itinerari di salita abituali
  • Incedere in salita in maniera lenta e tranquilla così da poter avvisare per tempo del proprio passaggio gli animali, permettendo loro di rimanere immobili, nascosti nei loro rifugi, o di allontanarsi pian piano.
  • La discesa anche di un solo scialpinista può rappresentare un disturbo notevole, poiché gli animali non sono in grado di prevedere e calcolare un avvicinamento veloce dall’alto, e questo li costringe ad una fuga precipitosa. Per limitare l’effetto di disturbo è importante seguire la regola dell’imbuto, ovvero limitare quanto più possibile il raggio d’azione e attraversare la zona seguendo il tragitto più breve.

Ciaspolate

Come premesso, il ciaspolatore è un potenziale disturbatore per la fauna selvatica, come lo scialpinista. “Rispetto agli scialpinisti si muovono più lentamente – si legge nel depliant – e soprattutto in discesa, in
modo più tranquillo e ordinato, consentendo agli animali selvatici di allontanarsi in tempo. Tuttavia, la ricerca di una natura intatta ci porta ad addentrarci anche in territori utilizzati come zone esclusive di quiete, quali, ad esempio, il margine dei boschi.”

Cosa fare dunque?

  • adottare un comportamento possibilmente calmo e tranquillo;
  • evitare i pascoli e i luoghi di permanenza invernale degli animali;
  • non seguire le orme degli animali;
  • osservare gli animali sempre e solo da lontano;
  • evitare di camminare lungo il margine del bosco;
  • evitare di disturbare gli animali nelle ore del mattino e alla sera;
  • rinunciare alle escursioni notturne fuori dalle strade forestali.
  • tenere i cani al guinzaglio

Quanto è importante informare?

Per coloro che praticano abitualmente sport invernali, le regole sopra elencate potranno apparire ridondanti se non ovvie. La necessità di puntare su campagne di comunicazione come quella altoatesina risulta evidente dal persistere di casi di disturbo alla fauna selvatica, testimoniati molto spesso sui social con immagini o video.

Lo scorso anno avevamo riportato il caso di due scialpinisti che, incontrate delle cerve in difficoltà nella neve, avevano ipotizzato di poterle aiutare ad avanzare battendo loro traccia. Purtroppo gli animali non hanno compreso il buon gesto, che ha semplicemente acuito uno stato di stress.

Una testimonianza dalla Val di Fiemme, riguardante sempre un esemplare di cervo, rimasto incastrato tra i rami di un albero a seguito di una fuga, provocata con alta probabilità da un gruppo di escursionisti, è stata di recente condivisa da Il Dolomiti.

“Quando vengono messi in fuga, soprattutto durante la stagione invernale, non è raro che questi animali rimangano feriti e in questo periodo, con la presenza della neve, il loro destino è segnato”, ha dichiarato al quotidiano trentino il testimone e salvatore del cervo, Paolo Scarian, aggiungendo che la montagna non è un parco giochi, serve rispetto ed equilibrio. Non dimenticherò mai lo sguardo di quel cervo, dagli animali si può imparare molto perché anche loro hanno un’anima”.

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