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Una colata di lava nella neve: l’Etna regala magie natalizie

L’Etna quest’anno non smette di stupire e lasciarci a bocca aperta. Nel tardo pomeriggio di lunedì 13 dicembre il vulcano attivo più grande d’Europa ha deciso di illuminarsi per Natale. Sul fianco orientale si è difatti aperta una ferita, tecnicamente una bocca effusiva che capiremo a breve cosa sia e cosa comporti. Difficile descrivere a parole lo spettacolo generatosi nel buio della notte, con la colata di lava in discesa verso valle da una quota decisamente poco elevata (attorno ai 2000 metri) lungo il pendio innevato.

Per comprendere cosa stia succedendo, ci affidiamo alle parole di un esperto, il vulcanologo Boris Behncke dell’INGV Catania, che nella serata di Santa Lucia ha spiegato come segue, sul suo profilo Facebook, il suggestivo e inoffensivo fenomeno.

Un fenomeno piccolo e tranquillo

“Ed eccola che sta facendo ciò che le piace di più: prenderci per i fondelli, la nostra Signora Etna – scrive Behncke – . Oggi nel tardo pomeriggio – esattamente alle 18:06 locali – si è aperta una singola bocca effusiva (cioè una bocca che emette solo lava, senza attività esplosiva) nella Valle del Bove, alla base della ripida parete orientale che culmina in alto nel Cratere di Sud-Est. Questa bocca si trova ad una quota di circa 2100-2200 m, lontano da zone popolate, e sta emettendo una piccola colata di lava, che si sta riversando lentamente in zone desertiche e coperte di neve. Già stanno girando di cotte e di crude, allora facciamo chiarezza.

Questa nuova eruzione – perché di eruzione laterale si tratta, certamente intimamente collegata al Cratere di Sud-Est – è completamente tranquilla, senza attività esplosiva e senza alcuna attività sismica. Non si tratta quindi di risalita di un magma “nuovo” e ricco in gas, anzi di gas non se ne vede praticamente.

Ciò significa che questa eruzione non è né come quella del 2018 (che era stata preceduta da mesi di intensa attività sismica e forti deformazioni del suolo, e durante la quale sono avvenuti migliaia di terremoti), né come quella del 1991-1993, anch’essa preceduta da sciame sismico, e con intensa attività esplosiva alle bocche eruttive durante le prime settimane dell’eruzione.

La nuova colata di lava è poco alimentata, avendo percorso un paio di centinaia di metri nelle prime ore (in contrasto la colata del 1981 a Randazzo ha percorso nello stesso tempo circa 6 km). Un po’ fa pensare all’eruzione di settembre 2004 – marzo 2005, che era altrettanto “silenziosa”, oppure un’eruzione, poco nota, che nei primi mesi del 1968 è avvenuta in zona Serra Giannicola, durante un periodo di continua attività stromboliana ed effusiva al Cratere di Nord-Est. In ogni caso, l’Etna ci ha sorpreso per l’ennesima volta, ma questo lo sapevamo già, che non ci dobbiamo meravigliare se l’Etna ci sorprende.

Fortunatamente la sorpresa è una cosina piccola ed innocua, ma ben visibile dal settore orientale del vulcano, fra Acireale e Mascali.”

Una postilla interessante aggiunta dal vulcanologo è che l’Etna sembri prediligere il periodo natalizio per regalare questo genere di magie. E noi non possiamo che ringraziare.

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