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Sul Gran Sasso il primo rifugio d’Appennino accessibile a tutti

Il rifugio “Antonella Panepucci Alessandri” di Pizzoli (AQ), situato a 1700 metri di quota sulle pendici settentrionali del Monte San Franco, vetta del massiccio del Gran Sasso, diventerà il primo rifugio d’Appennino accessibile a tutti. A dichiararlo è il Presidente del CAI L’Aquila, Vincenzo Brancadoro. La struttura, inaugurata nel 1979 e dedicata alla giovane alpinista aquilana Antonella Panepucci Alessandri, deceduta durante una discesa dal Corno Grande nel 1976, risulta attualmente chiusa. Verrà a breve demolita e ricostruita in una nuova veste innovativa.

La soddisfazione del Presidente Brancadoro

“Nel 2018, all’inizio del primo mandato dell’attuale Consiglio Direttivo, uno degli obiettivi più urgenti, importanti e sentiti riguardava la riqualificazione dei rifugi della Sezionesi legge nel comunicato diffuso dal presidente sul sito della Sezione – . Compito non facile e impegnativo, poiché richiedeva una grande mole di lavoro, di energie e di denaro; compito comunque indifferibile, a causa del degrado che le strutture in quota subiscono nel tempo. Per quanto riguarda il rifugio “Antonella Panepucci Alessandri” il percorso intrapreso, già dall’inizio dichiaratamente improntato alla massima trasparenza, ha visto realizzarsi un’idea progettuale innovativa, grazie a una procedura di selezione che ha letteralmente “fatto scuola”, raccogliendo il plauso della Presidenza Generale del Club Alpino Italiano, che contribuisce in modo significativo alla spesa necessaria.”

“Dopo aver definito ogni aspetto progettuale – prosegue Brancadoro – , si è dato inizio alla fase operativa, con la presentazione alle Amministrazioni locali e agli Enti preposti del progetto e delle richieste di autorizzazione. A tal proposito è mio desiderio esprimere loro un doveroso ringraziamento per tutta l’attenzione e sensibilità manifestata a favore dell’iniziativa. Non voglio dilungarmi sugli aspetti tecnici, per me complessi oltre il limite: posso solo dire che hanno impegnato duramente le migliori energie e competenze della Sezione. Oggi sono orgoglioso – e con me l’intero Consiglio Direttivo – di poter comunicare ai Soci l’avvenuta concessione, da parte del Comune di Pizzoli, del titolo edilizio necessario per iniziare i lavori. Il nuovo “Antonella”, caro a tutti coloro che ne ricordano il sorriso o che – semplicemente – hanno goduto della profonda bellezza della natura che ospita il rifugio, avrà una particolarità, che merita menzione: sarà il primo rifugio dell’intero Appennino, fra i pochissimi sul territorio nazionale, accessibile a tutti.”

Una struttura accessibile a tutti

Nel dettaglio, come spiega il Presidente, la struttura risulterà accessibile a tutti in quanto “grazie all’accurata progettazione universale (Universal Design), grazie alle strategie costruttive mirate, grazie soprattutto ai preziosi suggerimenti ricevuti dalle Associazioni che hanno a cuore i temi legati alla disabilità motoria e sensoriale, il rifugio avrà i suoi spazi, esterni e interni, accessibili per chiunque: dagli ingressi per le camere all’altezza dei letti, dagli spazi per i servizi ai percorsi sensoriali per gli ipovedenti. Per ultimo, i sentieri di accesso al rifugio saranno percorribili con le “Joëlette” (dal nome della guida alpina Joël Claudel che ha progettato il primo prototipo per suo nipote), una carrozzella da fuoristrada a ruota unica che permette la pratica dell’escursionismo alle persone con disabilità motoria, bambini o adulti, con un’esperienza di squadra vissuta insieme agli accompagnatori. Un concentrato di tecnologia e di rispettosa delicatezza, dedicato, pensato, realizzato, con il rispetto e l’attenzione di cui ogni essere umano ha diritto.”

“Sarà una gioia profonda poterlo inaugurare, al termine dei lavori di demolizione e ricostruzione – conclude Brancadoro – . Sarà un momento importante, poiché tutti i Soci potranno essere consapevoli di aver contribuito a portare a compimento un’idea che all’inizio sembrava quasi velleitaria: con la buona volontà, con la passione, sostenuti da una forte motivazione e dalla finalità del bene comune e dell’altruismo.”

Il primo passo nell’ottobre 2020

Il primo passo lungo il percorso di demolizione e ricostruzione della struttura è stato intrapreso dalla Sezione CAI de L’Aquila il 4 ottobre di un anno fa, quando il rifugio è stato chiuso e sono state rimosse la targa e il quadro commemorativo di Antonella Panepucci.

“Con questo gesto simbolico la Sezione dell’Aquila del Club Alpino Italiano avvia le attività di demolizione e ricostruzione del nuovo Rifugio – scriveva in tale occasione la sezione – . Si ringraziano tutti i soci e amici che hanno trasportato a valle gli arredi ed in particolare l’Associazione Orione che avrà cura di custodirli presso i Rifugi Martinelli e Chicchirichi nel territorio di Pizzoli. Un pensiero affettuoso è rivolto a tutti coloro che hanno vissuto al Rifugio momenti indimenticabili della loro vita con l’augurio di trascorrerne altrettanti in una nuova struttura accogliente e accessibile a tutti, soprattutto agli amici con ridotte capacità motorie e sensoriali.”

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2 Commenti

  1. Albert, guardandomi in giro, vedo che è molto importante l’immagine da dare e come vengono confezionate le “cose” per le quali si vuole che la gente spenda denaro.
    Il resto, che penso sia la parte importante delle “cose”, alla gente non interessa ?

    Penso che con questa “abitudine” a rendere le cose facili e accessibili senza problemi di impegno mentale e di fatica fisica, la gente diventi sempre più distratta e giocherellona, anche quando ciò che fa è pericoloso.

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