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Meridiani Cammini ci porta sul Sentiero della Pace attraverso i luoghi della e le memorie della Grande Guerra

Si trova in edicola il nuovo numero di Meridiani Cammini dedicato al Sentiero della Pace: un lungo itinerario di oltre 500 chilometri che collega i luoghi e le memorie della Grande Guerra sul fronte del Trentino. Dal Passo del Tonale a Lardaro, al cospetto del ghiacciaio dell’Adamello; dal Rifugio Lancia al Passo Vezzena, passando per gli altipiani di Folgaria, Lavarone e Luserna; e poi dal Passo Rolle al Passo Fedaia, per dedicarsi alla Valle di Fassa.

Un percorso alla scoperta del complesso sistema fortificato austro-ungarico che unisce le vette dei ghiacciai ai fondivalle alpini creando un’ampia rete di sentieri che consente all’escursionista di raggiungere forti, capisaldi, tagliate vallive, strade militari, trincee approntati dall’esercito italiano e austro-ungarico durante il Primo conflitto mondiale. Un viaggio reso possibile da quando, nel 1986, la Provincia autonoma di Trento attraverso il Servizio Ripristino e Valorizzazione Ambientale ha avviato lo studio, la progettazione e in seguito i lavori di recupero dei tracciati e delle opere di guerra dislocati lungo la linea del fronte. Attraverso l’impiego di squadre d’operai, tra il 1987 e il 1993, numerose opere fortificate sono state ripulite e rese accessibili ai visitatori, gran parte del percorso è stato messo in sicurezza e dotato di apposita segnaletica.

Una proposta turistica-escursionistica di rilevante memoria storica che riserva panorami e luoghi maestosi da visitare immergendosi nel più intimo ed emozionante silenzio tipico del viaggiare lento. Un cammino riservato a semplici camminatori, con mete più impegnative indicate ad alpinisti esperti.

A presentarci il numero di Meridiani Cammini “Sentiero della Pace” il direttore Walter Mariotti.

L’editoriale

La copertina del numero

Non servono gli oltre 500 chilometri percorsi quasi tutti in quota. O, forse, non bastano. Quel che ci si porta a casa dall’esperienza di aver percorso anche solo qualche tappa del Sentiero della Pace, oltre alla sana fatica e alla meravigliosa sensazione di aver vissuto sospesi tra roccia, natura e cielo, è la percezione dell’assurdo.

Ma davvero è possibile che, solamente cento anni fa, per tre anni e passa decine di migliaia di uomini, anzi di ragazzi, siano stati spediti quassù di punto in bianco, mal addestrati ed equipaggiati ancor peggio, a fronteggiarsi ammassati in trincee a meno 20 o anche 30 gradi, sotto il sole e sotto la pioggia, macellandosi a vicenda per conquistare (e il giorno dopo spesso perdere) qualche centinaio di metri, una cresta, uno spuntone di roccia? È la domanda che batte il tempo a ogni passo lungo il cammino, ogni volta che dalla bellezza dei panorami che si incontrano, tra laghetti alpini e boschi di abeti, tra il profumo schietto di camino e formaggio delle malghe e il fischio del vento che taglia le dorsali più esposte, lo sguardo e il pensiero incontrano i resti di un contrafforte, la linea di una trincea, o le massicce mura di un forte che ancora porta i segni delle bordate del cannone.

Il Sentiero della Pace è una sorta di Via Crucis laica lungo una linea dell’allora frontiera che è diventata un vulnus della storia, una delle espressioni più insensate di quella che già Benedetto XV, il Pontefice di allora, in un’accorata lettera «ai capi dei popoli belligeranti», l’1 agosto del 1917 definì un’«inutile strage ». Le montagne che accolgono e guardano oggi il nostro passaggio, dall’alto della loro vita che si conta in centinaia di milioni di anni, rappresentano il punto di paragone e di riflessione che ci ha interrogato ogni sera, ritirandoci nei nostri giacigli di rifugio. Ma che cosa state facendo, o minuscoli uomini? Ma perché vi affannate a strapparvi brandelli di roccia? Ma perché non alzate lo sguardo e riflettete sulla stupidità di quel che state facendo? Finché non ti trovi quassù, fatichi a capire. Il Sentiero della Pace non è retorica, non è un tributo alla memoria, ma è un incitamento all’umanità. Dovrebbe essere percorso da qualsiasi adolescente non appena entra nell’età della maturità. Perché purtroppo i sentieri dell’assurdo sono ancora tanti, nel mondo.

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