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Due coppie aggredite da un cervo e un orso marsicano. Come è meglio comportarsi in caso di incontro?

L’autunno rappresenta una stagione delicata per la fauna selvatica, impegnata nell’accumulo energetico in vista del letargo, come nel caso dell’orso, e nella stagione degli amori, nel caso del cervo. A ricordarcelo due incidenti verificatisi nel corso del weekend appena trascorso. Nel primo caso una coppia di anziani è stata ferita gravemente da un cervo nel corso di una passeggiata. Nel secondo caso un uomo è rimasto ferito lanciandosi dal balcone di casa, di fronte alla inattesa presenza di un orso marsicano.

Coppia aggredita da un cervo a Tarvisio

Nella tarda mattinata di domenica 31 ottobre una coppia è stata aggredita a Tarvisio da un cervo, mentre faceva una passeggiata vicino alle case di Via Roma. L’animale ha colpito più volte i due malcapitati facendoli anche rotolare lungo il declivio, come hanno testimoniato i condomini che hanno assistito alla scena.

Piuttosto serie le lesioni per le due persone, a quanto pare residenti nel tarvisiano. Sul posto sono intervenuti l’elisoccorso regionale, i Vigili del Fuoco, il Soccorso Alpino e Speleologico stazione di Cave del Predil i Carabinieri. La donna è stata elitrasportata a Udine e l’uomo affidato all’ambulanza diretta a Tolmezzo.

Un orso marsicano in terrazza

A Pescosolido, in provincia di Frosinone, una coppia si è trovata di fronte a un orso marsicano sul balcone di casa. I due coniugi hanno sentito dei rumori provenire dalla terrazza e, nella piena convinzione di trovarsi di fronte un malintenzionato, sono usciti con le torce dei telefonini accesi per controllare la situazione.

“Questa notte alle 00,30 mio marito ed io abbiamo avuto un incontro ravvicinato con l’orso – si legge nel racconto della protagonista, diffuso sulla pagina Facebook “Sei di Pescosolido se…” il 31 ottobre scorso – . Un vis à vis a meno di un metro di distanza, ci separava la ringhiera del terrazzo. Sentendo dei rumori provenienti dal terrazzo della camera da letto al primo, incauti, incoscienti pensando a qualche malintenzionato, siamo usciti con le luci dei telefonini, io ho urlato praticamente in faccia all’orso: chi c’è lì e per risposta l’orso mi ha rugliato in faccia cercando di raggiungermi con una zampata, alla debole luce del telefonino sono riuscita a contare tutti i denti che aveva in bocca più la lingua rossa, con un salto all’indietro sono rientrata dalla portafinestra a 4 mt di distanza, mio marito che si trovava nell’angolo alla mia destra vedendosi braccato poiché intanto l’orso aveva scavalcato, si è visto costretto a buttarsi di sotto. Fortunatamente dal lato basso 3 mt perché dall’altro lato sono 6. La caduta è stata veramente brutta ha dolori dappertutto soprattutto all’anca e al bacino ed escoriazioni su tutto il lato destro. Forse da intervento del 118. Dopodomani faremo accertamenti.”

L’orso sicuramente spaventato quanto è forse più di noi nell’angolo e al buio ha tirato un paio di fendenti di cui uno ha colpito la vecchia parabola che probabilmente ha risparmiato mio marito, gli altri a vuoto poiché lui era già di sotto e trascinandosi con grande forza di volontà è rientrato dalla cucina dove di corsa ero scesa per andare ad aprire – si legge ancora – . L’orso spaventato è scappato via probabilmente da dove è arrivato. Abbiamo richiesto l’intervento dei carabinieri che sono venuti da Casalvieri e ringrazio ma la paura è stata tanta e ringraziamo Dio per come sono andata le cose. L’orso nella fuga ha lasciato feci sul terrazzo. Ai nostri compaesani pescosolidani chiediamo di fare attenzione la notte perché probabilmente ha scelto Pescosolido per un tour notturno e non è detta che non ritorni. Ma soprattutto ci auguriamo che chi di dovere faccia in modo che l’orso ritorni nel suo habitat naturale senza e prima che gli venga fatto del male”.

Come comportarsi con la fauna selvatica

I due episodi che abbiamo qui riportato vedono come protagoniste due differenti specie di fauna selvatica, in due differenti contesti. Nel primo caso trattasi di un incontro con un ungulato a breve distanza dal suo habitat naturale, ungulato come anticipavamo ancora nel pieno della delicata stagione degli amori. Al seguente link potete trovare i suggerimenti sul come comportarsi di fronte a un cervo, regole valide naturalmente sia nel folto di una foresta che nei dintorni, se non nei vicoli, di un centro urbano.

L’incontro con l’orso marsicano nel frusinate, in pieno centro cittadino, lascia stupiti per il particolare che il plantigrado sia salito su un balcone, ma non rappresenta un caso particolarmente raro. Le incursioni nei centri abitati, soprattutto in orario notturno, da parte degli orsi marsicani, sono sempre più frequenti all’interno del territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, tanto che da anni il Parco chiede la collaborazione dei cittadini per contenere tale tendenza. Il PNALM sta puntando su una efficace comunicazione sia in merito al come comportarsi in caso di incontro, sia sul perché gli orsi si avvicino ai paesi, soprattutto negli ultimi mesi, a seguito dell’emergere del “problema Juan Carlito”, l’incontenibile figlio dell’orsa Amarena che si diletta in scorribande, mostrando estrema confidenza con gli esseri umani.

Gli orsi cercano cibo in paese perché in montagna non c’è

Un mito che il Parco sta tentando di sfatare è che gli orsi scendano nei paesi alla ricerca di cibo per fame, perché nel loro ambiente naturale non siano in grado di procacciarsene a sufficienza. Idea diffusa e totalmente sbagliata.

Gli orsi si avvicinano ai paesi in cerca di cibo e per la fame, allora perché non gli mettete da mangiare?!!11111″ – l’ironico incipit del PNALM che apre una vera e propria lezione sulle abitudini alimentari degli orsi marsicani – . Questa è una delle critiche più frequenti che riceviamo in merito alla gestione degli orsi confidenti. L’associazione causa-effetto, e conseguente, problema-soluzione, è semplice, immediata e di istinto, per chi conosce poco l’etologia degli orsi e il fenomeno dalla confidenza. Ma tant’è che questa opinione, cioè che gli orsi scendono in paese perché hanno poco cibo in montagna, si è ormai radicata nei pensieri di diverse persone, le stesse che poi sostengono che la soluzione più semplice e diretta al problema degli orsi confidenti risieda nell’alimentazione artificiale dei plantigradi tramite il posizionamento di carcasse di animali domestici e/o selvatici o di cumuli di frutta in natura, lontano dai paesi. Ma siamo proprio sicuri che sia così?”

Gli orsi hanno davvero fame?

“La disponibilità di risorse trofiche per gli animali selvatici può variare in base ai cicli degli ecosistemi naturali. Il processo evolutivo ha però fatto sì che gli stessi animali sviluppassero meccanismi di adattamento a queste variazioni, che accadono da sempre – prosegue il Parco – . È anche corretto affermare che le variazioni stagionali possono essere uno dei tanti – anzi tantissimi – motivi a spingere un orso a frequentare un paese per alimentarsi. Ma per la popolazione di orsi bruni marsicani questo è un motivo marginale”.

Anche se ad oggi non è stato ancora realizzato uno studio sulla disponibilità alimentare complessiva dell’area del Parco, sono numerose le ricerche scientifiche che consentono di fare chiarezza sul tema.

  1. Gli orsi mangiano bene e in tutte le stagioni. Studi condotti tra il 2006 e il 2014, mostrano che la dieta degli orsi è molto diversificata in tutte le stagioni e ricca di nutrienti come proteine, grassi e carboidrati. Nell’area interessata dalle ricerche, gli orsi dispongono di tutto il necessario per crescere in maniera ottimale, e sono in grado di adattare i loro gusti alle variazioni naturali e stagionali di abbondanza dei cibi di cui sono ghiotti. Questo è dimostrato scientificamente.
  2. La bilancia non mente mai. Dagli inizi degli anni 2000, tecnici e studiosi del PNALM hanno catturato, misurato e pesato 32 orsi nel Parco (il 64% della popolazione). Un numero rappresentativo, se pensiamo che erano circa 50 gli orsi stimati nel Parco tra il 2004 e il 2014. Nessuno degli orsi esaminati presentava uno stato di denutrizione. Inoltre il buono stato nutrizionale è stato constatato in tutte le stagioni. A parità di peso, gli indici di biomassa degli orsi appenninici sono del tutto confrontabili con quelli di orsi bruni che vivono in contesti nordamericani biologicamente molto produttivi. Questo è dimostrato scientificamente.
  3. Gli escrementi lo confermano. Nel 2014 uno studio condotto in collaborazione con l’Università La Sapienza ha analizzato da un punto di vista qualitativo la disponibilità di risorse trofiche naturali nel Parco e, contestualmente, ha esaminato un campione di escrementi di orso dalla cui analisi è emerso che: “Gli orsi bruni marsicani consumano un’alta varietà di cibo di qualità e non è stata trovata alcuna prova scientifica di stress nutrizionali e di dipendenza da risorse alimentari antropogeniche”. Anche questo è dimostrato scientificamente.

Il PNALM conclude la lezione sull’alimentazione degli orsi con la domanda: “Esistono per caso prove scientifiche che affermano e/o dimostrano la mancanza di cibo naturale per gli orsi o la lontana possibilità che ciò sia plausibile?”. La risposta è no. Come no è la risposta alla domanda “gli orsi stanno morendo di fame?”

“Quindi dobbiamo sforzarci di mantenere sempre un approccio scientifico alla conservazione e all’analisi dei problemi. Nel 2021 sostenere rapporti causali senza prove ed evidenze è ascientifico e pericoloso per l’orso stesso”, conclude il Parco.

Non verrà presa in considerazione sul territorio del Parco l’opzione dell’alimentazione artificiale, in uso in altre aree europee, come in Slovenia e Croazia, in quanto il problema con cui “convivere” non è la fame degli orsi ma la ormai nota “confidenza”. Una problematica che viene affrontata nel PNALM puntando sulla realizzazione di recinzioni elettrificate e la collaborazione dei cittadini nel rispettare i suggerimenti comportamentali sopra riportati, così da non incentivare la confidenza. Molto meno utili sono da considerarsi interventi diretti di dissuasione che rischiano di rendere gli esemplari più aggressivi.

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