Alpinismo di ricerca o, meglio, alpinismo ricercato. Questo il tema fulcro di “Selvaggio dentro”, il nuovo libro di Simon Yates uscito in Italia per Priuli&Verlucca.
Yates è divenuto internazionalmente noto per “La morte sospesa”, il film che racconta di quei terribili momenti sulla Siula Grande, quando il nostro autore si è trovato a dover affrontare quel momento che nessuno vorrebbe mai vivere: tagliare la corda a cui è ancorato il proprio compagno di cordata. Ma la sua storia non è solo quell’istante di tensione, anzi. La carriera alpinistica di Simon è costellata di salite estreme su montagne poco conosciute, di esperienze di vita intense che l’hanno portato da un continente all’altro alla ricerca di una propria espressione, di un proprio stile di vita impossibilitato a trovare sfogo nella quotidianità dell’esistenza. La vita di Yates, oggi 58enne, è in quel titolo, “Selvaggio dentro”, che esprime il suo modo di affrontare ogni giorno. Un’essenza che emerge nella sfida, nei luoghi più inospitali del Pianeta. Dalla Cordillera Darwin nella Terra del Fuoco, alla catena delle Wrangell-Saint Elias al confine tra Alaska e Yokon, sulle enormi pareti della Groenlandia.
Grazie alla traduzione di Luca Calvi e con quello stile tutto britannico che contraddistingue l’autore ci arriva una testimonianza unica nel suo genere che racconta di luoghi remoti in una Terra sovraffollata e sovra-esplorata. Non ci sono più aree bianche sulle carte geografiche, ma se sappiamo guardare con attenzione possiamo ancora trovare quei piccoli spazi dove poter vivere delle avventure a portata di uomo, dove poterci riscoprire per quello che siamo ritrovando un primigenio contatto con la nostra anima animale nella ricerca di un nuovo orizzonte da oltrepassare. Questa la lezione che ci lascia Simon Yates tenendoci incollati alle pagine dalla prima all’ultima riga.
Titolo: Selvaggio dentro. Scalate nelle montagne più remote del mondo
Autore: Simon Yates
Editore: Priuli&Verlucca
Pagine: 288
Prezzo: 18,50 €
