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Trento: e l’orso fa amicizia coi ragazzi

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TRENTO — Il ricordo di Bruno – l’orso ucciso nei giorni scorsi in Baviera – è ancora vivo, ma già c’è un burlone sostituto. Che per ora non ha ancora mangiato pecore, ma si è concesso agli scatti fotografici di un gruppo di sessanta ragazzi mentre si rotolava nel prato.

L’orso si è avvicinato ad un campeggio in val d’Algone, nel Parco Adamello Brenta. Sessanta ragazzi gli sono andati incontro sino a poche decine di metri di distanza, iniziando a scattare fotografie. "Cosa avranno mai da ritrarre?", sembra aver pensato l’orso che allora ha iniziato a rotolarsi sul prato, per offrire agli occhi stupiti della gente accorsa uno spettacolo ben più divertente. L’animale ha fatto solo una piccola performance, per poi allontanarsi nuovamente nel bosco, tranquillo e soddisfatto.
Avvistare un orso in Trentino non è più cosa rara. I plantigradi si fanno vedere soprattutto nei centri maggiori, ma anche nel Basso Sarca, nell’area del Lago di Garda e in val di Ledro. A Trento una notte, un orso è salito sin sul Doss Trento, la caratteristica montagna del capoluogo trentino sulla cui sommità è stato costruito dagli alpini il mausoleo a Cesare Battisti. Poco lontano da quella vetta è stata posata nei giorni scorsi una statua in vetroresina donata a Trento da Berlino-Charlottembug, quartiere centrale della capitale tedesca. Subito si sono sollevate le battute degli animalisti: "Toglietela e distruggetela come hanno fatto i tedeschi con Bruno".
Al coro di proteste sollevatosi contro l’uccisione di Bruno, si unisce anche una curiosa iniziativa del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. Durante la tradizionale Festa d’Estate che si tiene ogni anno ad agosto, il pittore Giovanni Sogne è stato incaricato di realizzare un affresco in onore dell’orso sfortunato. "Una valle dove vivono gli orsi, non occorre essere poeti per capirlo, è più bella di una valle senza orsi – aveva scritto Dino Buzzati una volta sul Corriere della Sera – La  sopravvivenza di questo magnifico personaggio non è infatti solo un nudo dato faunistico, ma leggenda, avventura, continuazione di una vita antichissima, cessata la quale ci sentiremmo tutti un poco più poveri e sminuiti".
 
Elisa Lonini

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