Alta quota

Rustam Nabiev, sul Manaslu a forza di braccia

“Pochi ci credevano, ma io ce l’ho fatta!” ha scritto su Instagram Rustam Nabiev, 28enne russo che lo scorso 2 ottobre alle 10 locali ha raggiunto la vetta del Manaslu. Uno degli Ottomila più facili, che si può trasformare nella sfida più ambiziosa semplicemente cambiando le regole del gioco. Rustam non ha le gambe, le ha perse nel 2015 quando la caserma in cui prestava servizio gli è crollata addosso. Sul Manaslu è arrivato dopo un lungo percorso in cui ha saputo riprendersi la sua vita. Un sogno conquistato a forza di mani, si perché in vetta ci è arrivato senza utilizzare le protesi ma spingendosi avanti, strisciando, a forza di braccia e con una volontà ferrea. È il primo a riuscirci. Un traguardo che riporta a quel 12 luglio, il giorno dell’incidente e della rinascita.

La rinascita grazie allo sport

Se prima dell’esercito, e dell’incidente, lo sport era svago e divertimento dopo è diventato una cosa seria. Poco tempo dopo aver perso entrambe le gambe Rustam viene inviato a giocare a hokey su slittino. “Non mi ero mai interessato all’hockey e non avevo mai giocato. Non conoscevo nemmeno le regole” spiega. “Ma dopo la mia disgrazia dovevo fare qualcosa. Il mio obiettivo era non rimanere a casa. Oggi questa è la sua attività principale e con la squadra si è tolto diverse soddisfazioni vincendo tornei e campionati europei.

La montagna è una passione recente, è quella che forse più di tutte simboleggia nuova vita dopo quel giorno di inizio luglio. In fondo lassù, dove l’aria si assottiglia tutto diventa relativo. Non contano più le cose terrene, ma solo la testa. È quella che ti fa continuare, che ti spinge avanti, anche a forza di braccia. Prima di raggiungere la cima del suo primo Ottomila, Rustam ha salito l’Elbrus. Un bel test per comprendere se davvero sarebbe stato in grado di poter affrontare un gigante come il Manaslu.

La vita è bella

“Non solo per me stesso ma per tutti” scrive ancora sui suoi social, che sono seguitissimi. Oltre un milione di follower su Instagram leggono e seguono i racconti di Rustam che dopo l’incidente si è accorto di poter ispirare le persone con il suo carisma, il suo entusiasmo e la sua voglia di vita. “L’obiettivo principale del mio blog è dimostrare che in qualsiasi situazione si possono superare i problemi e cambiare le cose in meglio. Voglio dimostrare che la mia disabilità non è una condanna, ma piuttosto una nuova pagina della vita, con le sue avventure”. Un’avventura unica, capace di portarti fino a ottomila metri. “La vita è bella. Non importa quello che succede” spiega. “Lo dico sempre ai miei lettori: non ci si deve lamentare, rovinandosi l’esistenza. I 24 ragazzi che sono morti quando la caserma è crollata sarebbero stati fin troppo felici di fare cambio con la mia situazione, o con la vostra. Ma ora sono sepolti sottoterra. E penso che questo sia un buon motivo per non mollare mai”.

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