Itinerari

Cinque sentieri per ascoltare i bramiti dei cervi

Nelle prime settimane d’autunno, chi cammina in un bosco delle Alpi o dell’Appennino, se chiude gli occhi, può credere di aver sbagliato continente. Tra larici, rocce e faggi echeggiano dei richiami possenti, rauchi e vibranti, con un evidente tono di sfida. Se ascoltati a occhi chiusi non sembrano versi di erbivori, ma ruggiti di leoni in una savana dell’Africa. Ma i bramiti che scuotono le nostre montagne in autunno non hanno nulla a che fare con il Serengeti o il Kruger Park. Per quattro o cinque settimane, da metà settembre a metà ottobre, rimbombano nei boschi dello Stelvio, delle Dolomiti di Brenta, delle Pale di San Martino, delle Foreste Casentinesi, della Sila o dell’Abruzzo. E’ uno spettacolo straordinario, che solo pochi conoscono. 

Il cervo, arrivato a un passo dall’estinzione un secolo fa, è stato reintrodotto in molte regioni, e oggi in Italia ha superato i 50.000 esemplari. In autunno, nella stagione degli amori, i maschi si sfidano, e si scontrano a cornate. Solo i vincitori potranno accoppiarsi con le femmine che assistono da lontano alle lotte. I cervi maschi pesano fino a due quintali, le corna (che cadono e ricrescono ogni anno) possono essere lunghe più di un metro. Questi bestioni, però, sono innocui per l’uomo, e questo permette di cercarli senza timore in natura. In molte aree protette italiane vengono organizzate uscite accompagnate per ascoltare il bramito dei cervi. Per chi preferisce il “fai da te”, ecco qualche camminata consigliata. Le ore migliori sono l’alba e il tramonto. 

Vi ricordiamo di rispettare sempre gli animali e in caso di incontro di seguire alcune semplici regole richiamate qualche giorno fa dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM). 

La Valle di Rezzalo

(dislivello da 350 a 620 metri, da 2.15 a 4.30 ore a/r, T/E)

Una delle valli più verdi del Parco nazionale dello Stelvio sale dalla conca di Sondalo verso il Passo dell’Alpe. La parte più piacevole per gli escursionisti è quella bassa. Da Sondalo si segue la strada che sale a tornanti a Frontale e al posteggio di Fontanaccia (1511 m). Si continua a piedi sulla strada sterrata (segnavia S19), che si alza nel bosco di abeti. Toccata una captazione si raggiungono le baite delle Gande (1733 m), si lasciano a destra le baite di Macoggia e si raggiungono il rifugio La Baita (1860 m, 1.15 ore) e la chiesa di San Bernardo di Chiaravalle. Si può continuare verso la fine della conca e le baite di Clevio e di Saleit (2142 m, 1.15 ore). La discesa richiede 1 ora fino al rifugio, e altrettanto da questo al posteggio.    

Da Paneveggio a Malga Bocche 

(dislivello 400 metri, 2.15 ore a/r, E)

Molti visitatori della Foresta di Paneveggio osservano i cervi nel recinto faunistico. Per ascoltare i bramiti, e osservare qualche esemplare in libertà, si può salire ai 1946 metri di Malga Bocche, chiusa in autunno, che è un meraviglioso belvedere sulle Pale di San Martino. Le tempeste di vento del 2018 hanno fatto modificare il percorso. Il piazzale di Paneveggio si raggiunge da Predazzo, Bellamonte, Falcade o San Martino di Castrozza. Il sentiero inizia accanto alla caserma del Corpo Forestale, sale nel bosco e raggiunge a un tornante (1673 m) la vecchia strada sterrata. Traversate delle radure si segue un sentiero a mezza costa, che tocca delle trincee della Grande Guerra e porta a Malga Bocche (1940 m, 1.15 ore). Si scende per lo stesso itinerario (1 ora)   

Il rifugio Zacchi, nella Foresta di Tarvisio

(dislivello 400 metri, 3 ore a/r, T)

La Foresta di Tarvisio è il gioiello verde del Friuli e delle Alpi Giulie. Il sentiero per il rifugio Zacchi, circondato da faggi e da abeti, si svolge a piena immersione nel bosco, oltre il quale compaiono il Mangart, il Piccolo Mangart di Coritenza e la Veunza. Da Tarvisio si raggiungono Fusine in Valromana e i Laghi di Fusine. Dal posteggio (941 m) del Lago superiore si segue una strada sterrata che entra nel bosco di abeti. Si va a sinistra a due bivii, si traversa una radura e si sale con percorso più ripido fino al rifugio Zacchi (1380 m, 1.30 ore), magnifico belvedere. In discesa una stradina porta alla Capanna Ghezzi (1062 m) e al posteggio (1.30 ore).  

Dall’Orecchiella alla Pania di Corfino

(dislivello 400 metri, 2.45 ore a/r, E/EE)

La Pania di Corfino, 1603 metri, si affaccia con eleganti speroni calcarei sui boschi dell’Orecchiella, e offre un panorama sensazionale sulle Apuane. La zona, nel Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, ospita il cervo, il muflone, l’aquila reale e il lupo. Il sentiero che descriviamo in salita comprende un tratto ripido (EE), quello della faggeta è elementare. Da Castiglione di Garfagnana, Piazza al Serchio o Sillano si sale al rifugio Isera (1209 m), ai piedi della Pania. Per una strada sterrata o un sentiero si sale al Giardino Botanico (1350 m), e si continua con una ripida diagonale su un ghiaione. Degli zig zag su terreno roccioso portano alla vetta (1603 m, 1.30 ore), e a una croce affacciata sulle Apuane e l’Appennino. Si scende a nord verso la Sella di Campaiana, e si entra nella faggeta del Bastardino. Un vallone sassoso riporta al Giardino Botanico e al punto di partenza (1.15 ore).     

Il sentiero della Montagnola e di Monte Mattone

(dislivello 670 metri, 3 ore a/r, E)

Villetta Barrea, il “paese dei cervi” del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise ospita spesso questi animali nelle strade. Il rifugio della Montagnola e il Monte Mattone, che si raggiungono per un bel sentiero, offrono un meraviglioso panorama e consentono spesso di osservare i cervi. 

Da Villetta Barrea si segue la strada di Passo Godi fino al piccolo rifugio le Macchie (1278 m). Da Scanno si arriva traversando il Passo Godi. Il sentiero, indicato dai segnavia H4, sale tra i ginepri, entra nella faggeta e continua con una lunga serie di tornanti. 

Dopo aver costeggiato delle rocce si raggiungono la sorgente (asciutta) della Montagnola e l’omonimo rifugio (1770 m). Una salita in diagonale porta a un crinale da cui appaiono molte vette del Parco. Fuori sentiero si sale alla Montagnola (1939 m, 2 ore). Merita una deviazione il Monte Mattone (1809 m) a picco su Villetta Barrea. Si torna per la stessa via (1.30 ore).   

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Un commento

  1. Come si divulga una zona con una attrattiva legata al mondo animale , …arrivano comitive non sempre silenziose . spesso ben profumate, ed i cervi ed altri selvatici si ritirano in posti piu’ appartati…oppure al contrario certe speci si abituano a essere nutrite con cibi umani e si avvicinano a volte in modo molesto che li snatura.Lo spettacolo del foliage è più garantito.

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