Itinerari

Cinque ferrate sull’Appennino

Testo con il contributo di Andrea Greci e Federico Rossetti

Il primo sentiero attrezzato delle montagne italiane è nato a sud del Po. A idearlo, nel 1879, fu l’ingegnere milanese, Aristide Bruni, si che per raggiungere i 1177 metri del Procinto, sulle Alpi Apuane, mise al lavoro un gruppo di cavatori di marmo. Oggi tra l’Emilia, la Liguria, la Toscana e il Gran Sasso, esistono alcune decine di sentieri attrezzati e ferrate. Alcuni di questi percorsi, soprattutto nell’Appennino settentrionale, sono brevi e spesso impegnativi, e affrontano torrioni rocciosi come la Biurca o il Groppo delle Ali, o pareti celebri tra gli arrampicatori come quelle della Pietra di Bismantova e della Rocca di Badolo. Sul Gran Sasso si incontrano degli itinerari attrezzati più lunghi, con caratteristiche di montagna, che sono stati riattrezzati nel 2016-2017 per iniziativa del Parco. Le ripide Alpi Apuane offrono brevi percorsi attrezzati, itinerari privi di cavi e su terreno infido, e ferrate di montagna come quella degli Alberghi al Monte Contrario.
Se i percorsi del Gran Sasso possono essere affrontati in sicurezza solo in estate, quelli posti a quote minori sono spesso fattibili anche a maggio o in ottobre. Sui sentieri attrezzati e ferrate serve il kit specifico (imbrago, casco, longe, moschettoni a ghiera). Chi vuol condurre inesperti o bambini deve assicurarli con uno spezzone di corda, e quindi avere una buona pratica di alpinismo. Gli inesperti possono seguire in sicurezza le ferrate affidandosi a una guida alpina. 

Monte Roncalla, Sentiero Attrezzato Ferrari

(250 metri di dislivello, 2.40 ore a/r)

Grazie al modesto sviluppo, alle moderate difficoltà e la bellezza dei luoghi traversati, il Sentiero Attrezzato Ferrari, al confine tra l’Emilia-Romagna e la Liguria, può essere un perfetto primo approccio ai cavi d’acciaio e all’uso del kit da ferrata. Da Selva, sulla strada del Passo dello Zovallo, si sale al rifugio Gaep Scoto e al Passo Crociglia (1469 m). Una traccia porta al Passo Crociglia Piccolo (1486 m), da cui si scende a destra verso un’area umida e dei massi detritici. Facendo attenzione alla segnaletica si sale tra i faggi fino alla Valle Tribolata e al cartello che indica il sentiero attrezzato. Si sale per un sentierino nel bosco, si esce sulla dorsale del Monte Roncalla e si raggiungono i cavi d’acciaio. Dopo dei passaggi facili si aggira uno spigolo esposto e si supera un salto ripido. Altri passaggi divertenti portano a un bivio. A sinistra un sentiero porta in vetta (1683 m), a destra si superano altri passaggi attrezzati. Un facile e spettacolare sentiero riporta a nord. Scavalcate la Ciapa Liscia (1682 m) e la Rocca Marsa (1508 m) si torna al percorso d’andata e al Passo Crociglia. 

Pietra di Bismantova, Ferrata degli Alpini

(170 metri di dislivello, 1.40 ore a/r)

La Pietra di Bismantova è un elemento fondamentale dell’Appennino emiliano. Emerge dai dolci pendii circostanti come un castello di roccia, difeso da pareti e coronato da una piatta sommità erbosa. Frequentata da millenni dall’uomo, è oggi un punto di riferimento per l’alpinismo e l’arrampicata sportiva. La Ferrata degli Alpini, breve ma non banale, permette di entrare in contatto con le pareti di questa montagna. Da Castelnovo ne’ Monti si sale al Piazzale Dante, dove si posteggia. A piedi si sale all’Eremo, si lascia a sinistra il rifugio della Pietra, e si seguono le indicazioni per la ferrata. Una traversata in parte attrezzata porta a una scaletta. Si supera un gradino attrezzato con cavi, si traversa il Buco del Sambuco, e si scende a una forra e all’attacco ufficiale della ferrata. Due diedri portano a una cengetta erbosa, poi un’altra paretina attrezzata conduce a una nicchia. Seguono un passaggio verticale, una parete e un piccolo strapiombo. Un tratto molto esposto, in diagonale, porta al diedro terminale e alla scaletta metallica dell’uscita. Un comodo sentiero porta al punto più alto della Pietra (1041 m). Ci si abbassa sui prati fino al viottolo segnato di discesa, lo si segue su facile terreno roccioso (corda fissa, attenzione in caso di terreno bagnato), si traversa a sinistra e si torna al rifugio e al Piazzale.

Monte Forato, ferrata Salvatori

(710 metri di dislivello, 4.30 ore a/r)

Il Forato è una delle cime più affascinanti delle Alpi Apuane, e deve il nome a un grande arco naturale di roccia che si apre poco sotto la vetta. La ferrata Salvatori percorre la cresta sud-est della montagna. Ha un attacco impegnativo che contrasta con il resto del percorso, facile e mai particolarmente esposto. Da Fornovolasco si sale in auto verso la Grotta del Vento, e si posteggia presso un ponte (524 m) sulla Turrite di Gallicano. Una bella mulattiera lastricata, nel bosco, porta alla Tana che Urla, una grotta esplorata nel Settecento. Si continua verso Casa Felice, si piega a destra su sentiero, si raggiunge una strada sterrata e la si segue fino alla Casa del Monte (923 m). Un sentiero porta alla Foce di Petrosciana (970 m), da cui inizia la ferrata. Si supera un tratto verticale, si prosegue per uno spigolo esposto, poi si esce sulla cresta sommitale. Un percorso facile ma a tratti esposto, in parte attrezzato, poi dei saliscendi per un sentierino portano a lambire l’arco naturale, e poi alla vetta del Monte Forato (1230 m), belvedere sulle Panie. Tornati all’arco, si scende verso la Casa del Monte e l’itinerario di andata. 

Corno Grande, ferrata del bivacco Bafile

(580 metri di dislivello, 4.30 ore a/r)

Il bivacco Bafile, nel versante meridionale del Corno Grande, è una delle mete più amate del Gran Sasso. Il percorso che lo raggiunge, che in passato offriva una facile arrampicata, è stato completamente attrezzato nel 2017. Sul nevaio della conca, all’inizio dell’estate, è necessaria la piccozza. Dall’albergo di Campo Imperatore (2130 m), che in estate si raggiunge in auto o in funivia, si segue il sentiero che aggira l’Osservatorio e porta un bivio dove si va a destra. Un tratto a mezza costa e delle ripide svolte portano alla Sella di Monte Aquila (2335 m). Si lascia a sinistra la via normale della Vetta Occidentale, si sale a destra verso la Sella di Corno Grande (2421 m), e si sale per faticose ghiaie fino al Sassone e a un bivio (2550 m) alla base delle rocce. Qui inizia il percorso attrezzato. Si aggira uno spigolo grazie a una scaletta e a una cengia, si obliqua per placche di solida roccia, e si tocca il ripiano del Belvedere. Una discesa porta alla conca ghiaiosa, che richiede attenzione se innevata. Si ritrova il cavo metallico, si tocca la base (2600 m) del canale che sale alla Forchetta del Calderone e si continua a destra, per una rampa attrezzata, fino al bivacco (2669 m). Si torna per la stessa via

Corno Piccolo, il sentiero Ventricini e la ferrata Danesi

(da 780 a 1110 metri di dislivello, da 6 a 7.45 ore a/r)

Il Corno Piccolo offre centinaia di vie agli alpinisti. Gli escursionisti possono scegliere tra la via normale da Sud, la spettacolare ferrata Danesi e il canale Abbate-Acitelli della parete Nord, con passaggi di I e II grado. La Danesi, riattrezzata nel 2017, sale con un elegante percorso per placche e cenge. Il sentiero Ventricini, ai piedi della parete Nord, include altri tratti attrezzati. Dai Prati di Tivo si sale in cabinovia all’Arapietra (1980 m), se l’impianto è chiuso conviene salire a piedi dal Piano del Laghetto (1650 m, 1 ora in più). Si imbocca il sentiero per il rifugio Franchetti, poi si piega a destra sul Sentiero Ventricini, che traversa dei ripidi prati e raggiunge la Forcella del Tesoro Nascosto (2120 m), dove inizia la ferrata. Si scende in un canalone, si risale con corde e scalette e si scavalca la Forcella del Belvedere (2200 m), da cui attaccano molte vie di arrampicata. Un lungo traverso, con passi di facile arrampicata, porta alle pietraie del Vallone dei Ginepri e al bivio per la Danesi (2450 m). Si risale un ghiaione e si prosegue per rocce verticali e bene attrezzate. Placche e cenge esposte portano al blocco sommitale e alla vetta (2655 m). Si scende a nord per placche fino alla sella (2580 m) che precede la Prima Spalla, si piega a sinistra, e si scende superando dei facili passaggi di arrampicata e un buco. Tornati al Vallone dei Ginepri si sale faticosamente alla Sella dei Due Corni (2547 m), e si scende al rifugio Franchetti (2433 m) e al punto di partenza. 

Le descrizioni complete di questi e altri itinerari attrezzati si trovano nelle guide Ferrate in Appennino e Apuane di Andrea Greci e Federico Rossetti (Idea montagna 2019) e Vette e sentieri dell’Appennino centrale di Stefano Ardito (Idea montagna 2018).  

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