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“In montagna per gradi, ragionando e con esperienza”. Il commento di Adriano Favre

Lo scorso fine settimana due alpinisti hanno richiesto l’intervento del Soccorso Alpino dopo sono rimasti bloccati sul Cervino a circa 4400 metri, sulla Scala Jordan, impossibilitati a scendere per questioni tecniche. Negli stessi giorni sul Gran Paradiso due scalatori sono rimasti bloccati dal maltempo e hanno richiesto l’intervento del soccorso. Ieri un nuovo intervento sul Dente del Gigante per due alpinisti impossibilitati a proseguire perché avevano perso le corde a causa del vento. In nessuno dei tre casi i coinvolti necessitavano di intervento medico, ma di un “supporto” nel rientro in quanto non in grado di compierlo.

Giustamente hanno allertato il Soccorso Alpino, che subito è intervenuto evitando che la situazione potesse sfociare in tragedia e portando al sicuro le persone. Quel che ci si domanda di fronte a interventi di questo tipo che, a differenza di quanto si potrebbe immaginare, non sono così rari è: si sarebbe potuta evitare questa situazione? Ne abbiamo parlato con Adriano Favre, alpinista di grande esperienza, tecnico del Soccorso Alpino, guida e rifugista.

Adriano, negli ultimi tempi la montagna attrae sempre più appassionati… come gestire questa nuova frequentazione?

“Il fenomeno è sotto gli occhi di tutti e fa certamente bene alla montagna. È chiaro che con questa aumentata frequentazione emergono anche eventuali problemi legati alla mancanza di esperienza dei più. Da parte dei nuovi frequentatori serve un atteggiamento ‘low profile’ che permetta un avvicinamento corretto. Non dico necessariamente di fare affidamento alle guide alpine, va benissimo anche un corso CAI in cui imparare i fondamentali, fare formazione e informazione.” 

Quindi un avvicinamento ragionato alla montagna…

“Esatto. Non basta pescare da internet per acquisire le nozioni necessarie. Bisogna costruirsi un’esperienza personale, un passo alla volta. Bisogna avere ben chiaro che ogni tanto si deve rinunciare, anche spesso se non si trovano mai le condizioni. Questo è l’unico modo per acquisire esperienza e divertirsi senza rischiare ogni volta.”

Quali sono i fondamentali?

“Frequentare la montagna con qualcuno che la conosce e che abbia esperienza. Muovendoci con chi sa gestire situazioni in montagna si assimilano competenze e i messaggi arrivano. Altrimenti il rischio è che passino con difficoltà o rischiando ogni volta sulla propria pelle, ma non ha senso.

Poi servono una preparazione fisica adeguata ed esperienza nella scelta dell’attrezzatura. A seconda di dove si va e cosa si vuole fare si deve scegliere la giusta attrezzatura. Ovviamente un minimo di ridondanza di equipaggiamento, visti i materiali ipertecnologici e iperleggeri, bisogna sempre averla nello zaino. È fondamentale per poter gestire eventuali situazioni complicate.”

Qualche altro consiglio?

“Ormai abbiamo tutti toccato con mano e sappiamo che esiste il cambiamento climatico. Io che vivo la montagna da sempre, che la osservo da rifugio, negli ultimi dieci anni ho osservato cambiamenti incredibili sui ghiacciai. Cambia la morfologia e per questo bisogna prestare attenzione anche a quelle che sono ‘vie normali’. Anche la più semplice ha acquisito aspetti tecnici di cui tener conto. Vale la pena ricordarlo a chi si sta approcciando oggi alla montagna e magri si trova magari a sfogliare una guida risalente a qualche anno fa.”

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