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Bianchi: inaccettabile il veto dei No-tav

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ROMA — "In democrazia i diritti di veto non esistono. In democrazia c’è il principio della maggioranza. E la maggioranza nel governo vuole la Tav". Non usa giri di parole il ministro dei trasporti Alessandro Bianchi per spegnere le speranze di chi aveva visto nello smantellamento del cantiere di Venaus la fine della tav in Val di Susa.

La linea ad alta velocità Torino-Lione dunque si farà, almeno nelle intenzione dell’esecutivo. E’ stato chiaro Prodi in Europa: il Corridoio 5 Lisbona-Kiev deve passare attraverso l’Italia, quindi la tav in Val di Susa è indispensabile (quanto i finanziamenti Ue). E’ stato altrettanto chiaro il ministro delle infrastrutture Antonio Di Pietro che ha detto che la tav comunque si farà, salvo poi addolcire la pillola amara aggiungendo "attraverso il dialogo con la Val di Susa".
 
E infine ecco Bianchi che, nonostante la sua appartenenza all’area comunista, si riscopre favorevole alla mega-opera ferroviaria che bucherà le montagne della valle quasi fossero un gruviera, con tutto quel che ne consegue.
 
E tanto per esser chiari, Bianchi va oltre mettendo i movimenti anti-tav davanti ad un aut-aut. "Un veto negativo sulla tav – paventa – significa portare l’esecutivo alla soglia della crisi. E io me ne guarderei bene". Il che tradotto in soldoni significa: se vi opponete la tav cade il governo, e alle elezioni successive vi beccate il centrodestra che la tav la fa comunque.
 
Ora però dalla Val di Susa sono stati chiari. La tav, dicono, di qui non passerà, governo di centrodestra o di centrosinistra. E nonostante gli appelli alla moderazione, la sensazione è che
la partita sia ancora tutta da giocare.
 
(foto Legambiente)
 

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