News

Abruzzo, prima regione appenninica a dotarsi di una antenna Recco

L’Abruzzo sarà dotato di una antenna Recco, il sistema elettronico che consente di trovare celermente le persone sepolte da valanga. A darne notizia l’assessore regionale alle Aree interne, Guido Liris, nel corso del tavolo tecnico della montagna che si è tenuto il 12 maggio scorso in Regione, a palazzo Silone, alla presenza di Prefetture, Questura, carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del fuoco, Nono Reggimento Alpini, Club Alpino italiano, Soccorso alpino e speleologico regionale, Guide alpine e Protezione civile regionale.

Una scelta su cui ha per certo pesato la tragedia del Velino, come ha tenuto a evidenziare l’assessore. Un mese di ricerche, interrotte soltanto nei giorni di maggiore maltempo, che hanno visto scendere in campo squadre di soccorso provenienti da tutta Italia. Un mese durante il quale la Val Majelama è stata scandagliata per trovare il punto esatto del seppellimento dei 4 escursionisti travolti da una valanga, con il supporto delle unità cinofile e per l’appunto dell’innovativo sistema Recco.

Copertura assicurata anche alle regioni limitrofe

Con l’arrivo di una antenna Recco dedicata al territorio, l’Abruzzo diventerà strategico e baricentrico anche nei confronti della regioni limitrofe che potranno usare l’apparecchio, all’occorrenza, dopo la stipula dei relativi protocolli, ponendosi come riferimento centrale per la sicurezza in montagna.

“Sono orgoglioso di questo risultato – ha detto l’assessore Liris alla fine del tavolo tecnico -: finora c’erano solo tre antenne Recco disponibili in Italia e tutte al Nord. L’immane tragedia del Monte Velino, costata la vita a quattro persone, ci ha fatto capire che anche l’approccio alle operazioni di soccorso poteva essere implementato. In quel caso l’antenna Recco è arrivata dal Nord, contribuendo alle ricerche. Oggi facciamo un passo avanti importante. Ho condotto personalmente l’interlocuzione con l’azienda costruttrice, che con grande disponibilità ha acconsentito alla fornitura di un’apparecchiatura che sarà di base in Abruzzo, ma che potrà coprire anche le regioni limitrofe. La nostra regione diventerà capofila in materia di sicurezza in montagna, potendo unire, a questo punto, una dotazione tecnologica fondamentale all’esperienza, impagabile, delle donne e degli uomini che si sono specializzati in questo ambito, con dedizione e professionalità”.

“L’utilizzo dell’antenna Recco – ha aggiunto Liris – sarà disciplinato con protocolli d’intesa e accordi con le Regioni vicine. Ci sarà un addestramento con i tecnici della società costruttrice”. 

Il funzionamento dell’antenna Recco

Come spiegava in una intervista rilasciata a Stefano Ardito a seguito della tragedia del Velino Jacopo Bufacchi, guida alpina e soccorritore valdostano che lavora per la Recco in Svezia, “il rilevatore Recco è una specie di sonar. Il Recco SAR, trasportato da un elicottero, può individuare un segnale a 80 metri di distanza”. Accanto alla versione da elicottero di cui sarà dotato l’Abruzzo, esiste anche un sistema Recco leggero, da utilizzare a mano.

In Italia sono attualmente in uso tre rilevatori Recco SAR da elicottero, con base ad Aosta, a Trento e a Bolzano. A questi si aggiungerà il Recco abruzzese, il primo con base in Appennino.

Tags

Articoli correlati

4 Commenti

  1. Sanno a osa serva e cosa si possa fare e in che tempi ?

    Mi sembra che non sia efficace per trovare in tempo persone sepolte: quando sono ancora in vita.

    Non capisco.

  2. Certo che nell’era dell’esplorazione su marte riesce difficile a comprendere come mai non ci sia un sistema satellitare o quant’altro che individui un sepolto in tempo breve……..maaaah!!

    1. Tutti funzionano, ma quando si è sotto di solito si muore per asfissia in pochi minuti.
      Il problema impossibile da risolvere è appunto intervenire in meno di 5-15 minuti.
      Brutta morte.
      L’air bag tiene a galla quasi sempre, ma solo se lo si attiva.
      Penso sia sempre meglio non farsi travolgere da una valanga e per sicurezza evitare la vicinanza di quelli che le fanno partire, di solito basta guardarli in faccia per riconoscerli.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close