Curiosità

Gli Stambec, quando la solidarietà va in montagna

Si definiscono come “un branco di alpinisti che ama qualsiasi lato della montagna”. Gli Stambec sono un gruppo di appassionati nati tra le Orobie e l’Adamello nell’estate 2018 dalla volontà di Michele Romele, giovane ragazzo classe 1992, che da pochi anni si è avvicinato al mondo della montagna facendosi letteralmente conquistare da questi territori. “Il nostro obiettivo è quello di aggregare persone appassionate di montagna, coinvolgendo anche chi purtroppo non può viverla in prima persona per motivi medici o fisici. Grazie a diverse collaborazioni con associazioni come Aibo Brescia e Associazione Disabili Bergamo sono nate iniziative di sensibilizzazione sociale “che portiamo avanti attraverso le nostre scalate condivise sui nostri canali social”. Nei pochi anni di vita il gruppo è cresciuto, si è arricchito di partecipanti e simpatizzanti, oltre che di nuove progettualità sempre rivolte al sociale.

Michele, come nasce questo movimento?

“Nasce quasi in contemporanea alla mia passione per la montagna, tre anni fa. Ho scoperto tardi questo mondo. Prima ho sempre giocato a calcio, poi a causa di un trauma alla mano ho lasciato iniziando a scoprire i sentieri e le montagne.”

Ma come sei arrivato a fondare “Gli Stambec”?

“Inizialmente ho iniziato dai sentieri della Corna Trentapassi, piccola cima sopra casa, man mano ho poi ampliato il mio orizzonte con escursioni sulle belle cime orobiche e nel resto delle Alpi. All’inizio andavo da solo, ma camminando ho conosciuto molte persone così è nato un gruppo Whatsapp dove ognuno può proporre e cercare compagni di gita. Oggi abbiamo anche un più grande gruppo Telegram con quasi 600 iscritti. Non è sempre facile trovare il compagno per un’escursione, questo aiuta.

Il nome ‘Gli Stambec’ nasce dal mio modo di andare in montagna. Spesso e volentieri ero in gita con gli anziani che mi hanno insegnato a seguire le tracce degli animali”.

E come arriva l’alpinismo?

“Grazie a un collega di lavoro che mi ha fatto provare, è stato amore a prima vista”.

Perché l’impegno nel sociale?

“Ho sempre fatto volontariato, clown terapia in particolare, ma a incidere molto è stato il trauma alla mano. A causa dello scoppio di un petardo ho perso due falangi della mano oltre ad averla resa quasi insensibile. Per questo ho voluto sostenere l’Associazione Disabili Bergamo e Aibo Brescia. Mi hanno consegnato le loro mascotte, Capitan Barriera e Hope, così le porto con me sulle vette. Prima della pandemia andavo anche a trovarli con le foto, e con zaini e gadget da lasciare ai bambini, per farli sognare un poco. Mi sono molto legato a un insegnamento di Battistino Bonali, che diceva ‘salire in alto per aiutare chi sta in basso’, mi piace vivere la montagna in questo modo”.

Hai trovato una tua risposta alla domanda “perché vai in montagna?”…

“Vero! È difficile che qualcuno sappia rispondere con precisione. Io ho trovato il mio perché”.

Ora stai lavorando a qualche nuovo progetto?

“Poco tempo fa ho conosciuto un ragazzo, Gabriel. È affetto da fibrosi cistica e durante la nostra chiacchierata mi ha parlato del progetto “65 rose per 65 cime” contro la fibrosi cistica. L’idea è molto semplice è prevede di salire una montagna portando con se una rosa rossa.

Covic permettendo vorrei inoltre portare dei disabili in elicottero a fare il tour del Pian di Neve, il più grande ghiacciaio italiano nel gruppo dell’Adamello. Poi semplici passeggiate per persone affetta da disabilità, per fargli godere il benessere che concede la natura”.

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3 Commenti

  1. Conosciuto Michele alla Cappana Carrel l’anno scorso, una forza della natura, simpatico e entusiasta della montagna e di questo gruppo di amici Stambec. Buona fortuna con questo nuovo progetto.

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