Trekking

Il Sentiero Italia CAI, un presidio culturale da scoprire

500 tappe distribuite in oltre settemila chilometri. Sono questi i numeri del Sentiero Italia CAI, a cui è dedicato un numero speciale di Meridiani Montagne, attualmente in edicola.

Nato nei primi anni Ottanta, da un’idea di Riccardo Carnovalini, Stefano Ardito e altri esperti del settore, il Sentiero Italia prende presto piede tra gli appassionati di montagna. Un itinerario di ampio respiro che, idealmente, abbraccia l’intero Paese dalle Alpi agli Appennini, senza dimenticare le due isole maggiori.

Negli anni viene prodotto un volume che racconta il lungo itinerario e poi si lavora alla realizzazione di una manifestazione, una sorta di collaudo del Sentiero. Nel 1995 viene organizzato il primo Camminaitalia. È un evento in grande stile, supportato da sponsor e giornali. La visibilità del Sentiero Italia è di portata internazionale. Una seconda edizione della lunga camminata vede il Sentiero protagonista nel 1999 con l’ANA, per gli 80 anni dalla sua fondazione, poi il progetto si perde. Gli anni Duemila vedono il Sentiero Italia sprofondare nel dimenticatoio. Se ne parla sempre meno, rimanendo però vivo nelle memorie di quei pionieristici camminatori che hanno immaginato di unire l’Italia a passo lento. A smuovere le cose è l’arrivo ai vertici del CAI di Vincenzo Torti. È a lui che si rivolge uno degli storici fondatori, Teresio Valsesia: “tu saresti l’unico che potrebbe immaginare e realizzare un recupero del Sentiero Italia” gli scrive. “Sulle spalle avevo molte esperienze di cammino, anche impegnative. Avevo una mia visione personale e mi sono detto che quella del Sentiero Italia sarebbe stata una grande opportunità per il nostro Paese spiega Torti. “Ho subito condiviso l’idea con il Comitato Direttivo Centrale e molti mi hanno preso per folle. A distanza di tempo sono orgoglioso di avere coinvolto tante persone che oggi credono sempre più nel progetto. È una ri-genesi nel CAI di quello che era il sentimento dei pionieri”.

La rinascita del Sentiero italia CAI

“Iniziare è stato difficile” spiega il vicepresidente del CAI Antonio Montani, responsabile del progetto Sentiero Italia. “Con Alessandro Geri abbiamo recuperato le carte del 1995 e il libro sul Camminaitalia. Da qui, pian piano, abbiamo iniziato a ricostruire il percorso Regione per Regione, grazie soprattutto ai nostri uomini sul territorio”. Un lavoro che in qualche modo ricalca il lavoro fatto da chi per primo ha immaginato questo percorso. “A tutte le sezioni che si sono spese per aiutarci nella rinascita del Sentiero abbiamo dato delle linee guida”. Il percorso deve passare quanto più possibile in ambienti naturali, ogni tappa de arrivare in punto o in una località dove trovare accoglienza. “Sempre  ricordando di non snaturare il percorso”. Un lavoro lungo, in continuo divenire. “A distanza di quattro anni stiamo ancora discutendo su alcune varianti.

Un motore per il rilancio delle terre alte

Il rinato Sentiero Italia non è solo un cammino, “può diventare un progetto di rilancio delle terre alte, soprattutto nelle regioni del Sud” spiega Montani. “Può rappresentare un motore economico per la montagna, consentendo ad alcune persone di continuare a vivere in questo territorio grazie alle attività di accoglienza turistica”. Potrebbe già esserlo perché il Sentiero Italia oggi è interamente percorribile, magari non è ancora stata posata tutta la segnaletica, ma i sentieri esistono e sono fruibili. “Rimane qualche problema in Sardegna, su un paio di tappe, e non è ancora del tutto percorribile dalle famiglie, caratteristica che rappresenta il nostro obiettivo finale”. Proprio per questo si sta lavorando sui posti tappa e sull’accoglienza.

“In futuro vedo il Sentiero Italia come un’occasione per conoscere nuovi territori, come un grande bacino di opportunità per fare turismo di prossimità. “Lavorando al Sentiero mi si sono aperti gli occhi su zone d’Italia che non avrei mai frequentato” ammette il vicepresidente. “Anche solo andare sul sito a dare un’occhiata, consultare la mappa virtuale, può essere l’occasione per programmare delle vacanze diverse”. Per poterlo fare è ovviamente indispensabile pensare ai collegamenti con i trasporti pubblici. “La connessione tra Sentiero, treni e autobus è fondamentale” aggiunge Riccardo Carnovalini, ideatore del lungo itinerario. “L’automobile sul Sentiero Italia non ha molto senso. La presenza dei mezzi aiuta a comprendere come si possa organizzare una percorrenza parziale di qualche giorno o settimana.

Con gli scarponi sul Sentiero Italia

“Stavo risalendo a piedi l’Appennino quando mi è venuta l’idea”. Era l’estate del 1981 e Riccardo Carnovalini, insieme alla compagna Cristina, stava percorrendo i sentieri della nostra spina dorsale. “È stato il meridione a darmi l’impulso, il pensiero che quella bellezza non poteva essere appannaggio esclusivo di due giovani persone in cammino. Ecco allora che Carnovalini inizia a immaginare un itinerario di lunga percorrenza, “capace di avvicinarci agli altri Paesi europei”.

Riccardo, che ha camminato lungo tutto il Sentiero Italia vede nel percorso “una galleria verde, una grande foresta da attraversare lentamente”. Un piccolo mondo a se stante, da scoprire un passo alla volta. “Il Sentiero Italia è un presidio culturale che attraversa un’Italia ricca di differenze e similitudini, lingue, tradizioni. Ci sono chilometri di muretti a secco che simboleggiano equilibrio tra uomo e montagna. Ogni passo racconta di culture ancora vive, importanti da conoscere”. Ed è proprio questo il principio fondante del Sentiero Italia, un itinerario adatto a tutti, per famiglie, capace di lasciare qualcosa, di dare un’idea della bellezza del nostro Paese. “Sulle Alpi la sfida è stata quella di evitare le Alte Vie, itinerari riservati a un pubblico diverso da quello per cui abbiamo pensato il Sentiero” spiega Carnovalini. “L’obiettivo era un itinerario senza difficoltà tecniche e percorribile anche in primavera e autunno, capace di lasciare qualcosa di culturale”. Ma non c’è solo questo tra gli aspetti fondamentali di chi ha immaginato il lungo cammino. “È importante che si lasci qualcosa sul posto, che si dia linfa alle fragili economie di montagna, un principio condiviso sia dall’associazione Sentiero Italia che dal Club Alpino Italiano.

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