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Batard e le vette commerciali sull’Annapurna: molti non sanno scalare e ossigeno da 6500m

"Lachenal e Herzog si rivolterebbero nella tomba"

Nell’attesa di novità dalle varie spedizioni in Himalaya, torniamo a parlare di Annapurna, primo e unico 8000 scalato durante questa primavera. Dopo aver sollevato la questione circa l’eticità l’utilizzo dell’elicottero per trasportare il materiale (corde, cibo e gas) a campo 4, la vetta della scorsa settimana continua a far parlare.

I numeri

Prima di tutto i numeri definitivi. Inizialmente vi avevamo riportato che gli alpinisti in cima, tra guide e clienti, erano stati 15. Cifre parziali della mattina, infatti in poche ore il numero totale ha raggiunto quota 69 vette in un giorno! Solo in quattro senza ossigeno supplementare, tra cui il taiwanese Lu Chung Han e le tre guide sherpa Gesman Tamang, Mingma Gyalen Sherpa e Dawa Yangjum Sherpa.

Paura per i russi

Si riporta anche il grande spavento in discesa quando si sono persi i contatti per 48 ore degli alpinisti russi Sergey Kondrashkin, Alexander Luthokin e Dmitry Sinev. I tre sono stati poi individuati da alcuni sherpa tra C4 e C3 con acuti sintomi di mal di montagna e alcuni congelamenti. Sono stati evacuati e trasportati al CB e poi in ospedale a Kathmandu. Oggi stanno meglio.

Marc Batard e le polemiche

Parlavamo però di nuove polemiche. Ad accendere la fiamma è niente di meno che il veterano Marc Batard, 69 anni e ancora detentore del record di velocità di salita dell’Everest da sud senza ossigeno.

Il francese, dopo aver rinunciato per motivi di salute alla salita dell’Annapurna è tornato a Pokara insieme ai compagni di spedizione Yorick Vion e Bertrand Delapierre. I tre hanno voluto commentare l’esperienza appena trascorsa al quotidiano Montagnes Magazine. Quel che ne esce è un racconto desolante di quello che sono oggi le spedizioni commerciali.

“La maggior parte dei clienti fa un solo giro di acclimatamento a 5.500 metri e poi apre le valvole delle bombole. Alcuni usano l’ossigeno già da 6500 m. A C3 ho visto una tenda completamente piena di bombole” racconta Vion stupito. Per dare una misura, respirando 3l di ossigeno al minuto (erogazione standard, ma può essere anche aumentata fino a 6l) è più o meno come trovarsi a 4000m. Il fascino esotico dell’Himalaya, con l’ossigeno del Bernina.

Vion, aspirante guida alpina alla prima esperienza himalayana e che voleva realizzare in stile alpino, aggiunge: “C’erano clienti che semplicemente non sapevano arrampicare. Li abbiamo visti passare con i ramponi sulle rocce dove noi eravamo in scarpe da ginnastica. Mi sono detto: «Questi è impossibile che vadano in alto». E quando ho guardato l’elenco di coloro che sono arrivati in vetta, sono rimasto sbalordito. Sono andati tutti su!” Come è possibile? Grazie agli sherpa. “C’è un’agenzia che ha messo a disposizione nove sherpa per tre clienti. È pazzesco! Hanno mezzi colossali!”.

Poi c’è stata anche la questione dell’uso degli elicotteri.

Un elicottero è stato usato per trasportare, come abbiamo raccontato, a C4 viveri e corde perché non sufficienti per attrezzare la via a causa della presenza di ghiaccio nella parte alta. “C’era il ghiaccio sì, ma non scherziamo: quando sai arrampicare, vai senza corda” commenta Vion. Altri elicotteri sono stati usati per evitare il cammino per il campo base, racconta Batard. L’obiettivo è accorciare i tempi o saltare da una vetta all’altra. “Un taiwanese è sceso con l’elicottero da campo 3. E poi è stato portato al campo base del Dhaulagiri. Eppure, è stato uno dei pochi a salire in vetta senza ossigeno. È incredibile!” ha detto Yorick.

Una situazione che è andata decisamente fuori controllo e che, come abbiamo già avuto modo di dire, non ha più nulla a che fare con l’alpinismo e i suoi valoro. “Portare così tante persone senza competenze in cima a una montagna così pericolosa solleva delle domande – ha commentato Bertrand Delapierre -. Un giorno ci sarà una catastrofe, è inevitabile. Gli sherpa dovrebbero riuscire a sbarazzarsi di certi clienti che non dovrebbero mettere piede ad altitudini molto elevate”. Perché non avviene? “Pressione dei clienti o l’avidità?” si domanda il francese.

Francamente è un sacrilegio quello che hanno fatto. L’Annapurna è un santuario” conclude Vion. A Marc Batard il commento più tagliente: “Se Herzog e Lachenal avessero potuto vedere quanto successo, si sarebbero rivoltati nella tomba …”.

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