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iMammalia. Arriva l’app per monitorare i mammiferi selvatici

L’Università degli Studi di Torino ha lanciato nei giorni scorsi una app per il monitoraggio partecipativo dei mammiferi selvatici. “iMammalia”, questo il nome del semplice strumento che consente, come sottolinea l’Ateneo, di diventare nel nostro piccolo parte attiva del mondo della scienza. Scaricando l’app e condividendo gli avvistamenti di mammiferi selvatici, i cittadini potranno infatti interagire direttamente con scienziati ed esperti, comprendere la natura e  supportare attivamente la conservazione della biodiversità.

Il progetto Mammalnet

Il progetto nell’ambito del quale è stata sviluppata l’app è Mammalnet, promosso dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (European Food Safety Authority, EFSA), e coordinato in Italia dalle Università di Torino e Sassari. Obiettivo di Mammalnet è appunto monitorare e conservare i mammiferi selvatici europei tramite il coinvolgimento dei cittadini e l’utilizzo di un’App specifica per Android e iPhone.

Un esempio di citizen science

Il progetto Mammalnet, come si legge nel comunicato ufficiale dell’Ateneo, è aperto alla partecipazione di tutti, esperti e non. Ciascun cittadino potrà contribuire attivamente alla citizen science, attraverso la condivisione delle proprie osservazioni di mammiferi selvatici, e aiutare in maniera diretta nella comprensione della natura e della biodiversità. Attività fondamentale per coadiuvare le ricerche faunistiche di pubblico interesse.

MammalNet offre diversi strumenti tecnologici che possono aiutare i cittadini, e con loro gli studiosi, a documentare la presenza di mammiferi nel loro habitat.

Dettagli dell’App

L’app iMammalia è in particolare un’app gratuita disponibile per i dispositivi Android e Iphone, che permette di registrare e condividere avvistamenti di mammiferi o dei loro segni e tracce in modo semplice e veloce. L’app include inoltre guide per identificare le diverse specie e può memorizzare tutte le osservazioni in modo da fornire un registro dettagliato di tutti gli avvistamenti.

Attraverso le informazioni caricate dagli utenti si potrà registrare quali specie siano presenti in un determinato territorio e avere una migliore percezione di quali specie invece potrebbero essere assenti. Queste informazioni sono importanti per comprendere e prevedere con precisione la distribuzione delle specie e verranno utilizzate per aiutare a creare il prossimo Atlante Europeo dei Mammiferi.

L’aiuto degli esperti

Gli appassionati potranno anche contribuire con immagini acquisite mediante trappole fotografiche. Pur senza essere esperti, molti cittadini sono perfettamente in grado di distinguere alcune specie di mammiferi, come conigli, lepri, volpi. Per altre specie tuttavia hanno bisogno del confronto di un esperto. Grazie all’impiego degli strumenti messi a disposizione dal progetto questa interazione con studiosi ed esperti sarà semplice ed efficace.

Tutte le registrazioni saranno inviate alla una piattaforma web (https://european-mammals.brc.ac.uk/) alla quale si potrà accedere per visualizzare anche le osservazioni degli altri utenti per vedere, ad esempio, quali aree geografiche o specie non sono ancora state incluse.

Le sfide di Mammalnet

Il Progetto MammalNet ha inoltre lo scopo di affrontare alcune delle sfide ambientali attuali come i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità, le zoonosi e le malattie emergenti legate alla fauna selvatica. I mammiferi selvatici influenzano anche la trasmissione di malattie che colpiscono il bestiame e gli esseri umani. Una buona comprensione della distribuzione dei mammiferi può aiutare a prendere decisioni basate su dati oggettivi, con l’obiettivo di ridurre il rischio di trasmissione.

“A molti cittadini capita di osservare i mammiferi selvatici che vivono intorno a loro. L’avvistamento di una volpe in movimento o di un capriolo su un prato, o il riconoscimento di un animale investito sono preziose fonti di informazione per i ricercatori, e possono essere facilmente condivise usando iMammalia”, dichiara Ezio Ferroglio, docente del Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Torino e partner del progetto.

“Le trappole fotografiche ci forniscono informazioni essenziali su dove e come vivono i mammiferi. Possono essere messe anche nel proprio giardino. E’ stupefacente vedere cosa sono in grado di fotografare. Se non si ha esperienza, si possono condividere le immagini ottenute e lasciarle classificare agli esperti; pian piano si può imparare  a riconoscere gli animali che ci circondano”, sostiene Massimo Scandura, professore dell’Università di Sassari, anche lui partner di MammalNet.

Durante la prima fase del progetto, i paesi coinvolti sono stati Spagna, Germania, Polonia e Croazia. Ora, nella seconda fase, nuovi Paesi si sono aggiunti tra cui l’Italia. MammalNet è un’opportunità per tutti per contribuire attivamente alla conservazione dei mammiferi, semplicemente limitandosi ad osservarli o a rilevarne la presenza attraverso i loro segni.

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