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Lupo sulle Alpi. Regioni del Nord lavorano a un piano di contenimento

Tensione tra WWF e Province Autonome di Trento e Bolzano

Nel mese di dicembre avevamo avuto il pi di affrontare il tema della incrementata presenza di fauna selvatica sull’arco alpino – ungulati e loro predatori, in primis il lupo – con Marco Olivi, professore associato di diritto amministrativo presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Una conversazione dalla quale era emersa la constatazione della necessità, per affrontare il problema, di una gestione intelligente. Mai improvvisata. Che porti a una pacifica convivenza tra uomini e animali.

Per evitare improvvisazioni e definire una strategia comune nella gestione del lupo, popolazione che sulle Alpi negli ultimi anni ha mostrato una netta espansione, il vicepresidente della Regione Piemonte, Fabio Carosso ha nei giorni scorsi indetto un incontro con gli assessori competenti di tutte le Regioni dell’arco alpino. Dunque sono stati riuniti a uno stesso tavolo virtuale Liguria, Valle d’Aosta, Lombardia, Provincia Autonoma di Trento e di Bolzano, Veneto, Friuli Venezia Giulia. Finalità: impostare un lavoro comune volto ad affrontare congiuntamente il delicato tema della convivenza tra uomo e predatore.

É giunta l’ora di introdurre misure di contenimento

La conclusione cui si è giunti al termine dell’incontro è la seguente: il numero di lupi presenti in diverse zone del Nord Italia porta a pensare che in alcune aree delle Alpi sia stato raggiunto uno stato soddisfacente di conservazione delle specie, tale che si possa iniziare a considerare la possibilità di introdurre nuove misure di contenimento, per tutelare innanzitutto gli allevatori, ma anche, in prospettiva, il turismo, visto che il moltiplicarsi di notizie circa attacchi ai branchi o avvistamenti vicino ai luoghi abitati scoraggia i frequentatori delle vallate.

Solo in Piemonte – ha spiegato il vicepresidente Carosso – si contano oltre 450 esemplari di questa specie, laddove in tutta la Francia il loro numero è di circa 550. È evidente come una presenza così importante, con il susseguirsi di assalti agli animali e di avvicinamenti ai centri abitati, necessiti di un cambiamento di politica, di trovare delle regole diverse da quelle attuali, perché insieme alla biodiversità, che deve essere preservata, si riescano a tutelare anche le categorie socio-economiche”.

La decisione delle Regioni del Nord, quindi, è stata quella di costituire un tavolo politico, guidato dal Piemonte, il quale, prendendo spunto anche dalle legislazioni vigenti in altri Paesi europei, come la Francia, formuli un documento da sottoporre al ministero dell’Ambiente, che punti a dare ai territori strumenti innovativi rispetto a quelli vigenti.

Tensione nelle Province Autonome di Trento e Bolzano

Dall’incontro indetto da Carosso sembrerebbe dunque essere emersa una volontà da parte di tutte le regioni del Nord di collaborare per definire una strategia comune. Il percorso di formulazione del documento da sottoporre al Ministero, valutazione da parte di quest’ultimo ed eventuale approvazione, necessiterà per certo di tempi tecnici.

In realtà, nelle Province Autonome di Trento e Bolzano, sarebbero già state definite nei giorni scorsi delle Linee Guida per la gestione del lupo, secondo criteri che preoccupano il WWF. Che non ha atteso a far sentire la propria voce in merito, evidenziando che il documento, ora sottoposto a ISPRA per il necessario parere, sia stato definito “con l’obiettivo di rendere autonome le decisioni in merito ad eventuali deroghe all’abbattimento di individui problematici”.

La fauna è un bene indisponibile dello Stato e la gestione delle specie minacciate va operata su base nazionale e internazionale, essendo la materia regolata anche da Direttive Europee e internazionali”, precisa il WWF.

“Il WWF pretende e verificherà che le nuove linee guida provinciali rispettino totalmente le Direttive Europee e la piena tutela della specie, e sottolinea anche come la presunta pericolosità del lupo per l’incolumità delle persone ad oggi non rappresenti una problematica, poiché mai negli ultimi decenni si sono verificati casi di aggressione mortale verso esseri umani – si legge nel comunicato – . Passo fondamentale per la conservazione della specie nel nostro Paese è l’approvazione di un Piano Nazionale di Gestione e Conservazione del Lupo, ancora fermo alla Conferenza Stato-Regioni da quasi 5 anni, che preveda azioni di prevenzione, comunicazione e sensibilizzazione finalizzati a migliorare la coesistenza tra lupo e uomo, prevedendo anche azioni di gestione attiva quando strettamente necessarie (es. per ibridi o individui confidenti) ma senza abbattimenti in deroga”.

“La coesistenza con i grandi carnivori si garantisce, infatti, solo con una corretta informazione e implementando soluzioni concrete ed efficaci per la prevenzione dei danni – conclude il WWF – . È necessario che Regioni e Province Autonome aumentino gli sforzi in tale direzione, per favorire a convivenza tra le attività umane e specie protette come lupi ed orsi e riconoscere il valore della biodiversità (inclusa la presenza di specie chiave per l’equilibrio degli ecosistemi come orsi e lupi) come base di tutte le attività umane”. 

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6 Commenti

  1. La questione è surreale, gli ungulati sono diventati un numero clamoroso e a cosa si pensa ??? a ridurre i lupi ???
    Ma questi signori lo sanno chi riduce il numero degli ungulati?? …. a no aspè , giusto bisogna accontentare il popolo dei Rambo della domenica con la doppietta .

  2. Quando leggo: si sono riuniti gli assessori competenti” mi viene da piangere; competenti nel senso che a loro compete per spartizione politica, perchè che questi abbiano la competenza in materia è una pia illusione
    E non è demagogia, è solo una constatazione di un dato di fatto
    Questa gente risponde alle lobby e basta

  3. Di sicuro i lupi creeranno, ci sono tanti esempi di altri stati, un equilibrio e fortificheranno le varie specie di animali, penso agli stambecchi rimbambiti, ai camosci ammalati, alle marmotte iperfeconde….. e anche loro si equilibreranno.
    Io stimo molto l’intelligenza sociale e individuale dei lupi.
    Mi sembra sbagliato qualsiasi intervento umano, creiamo sempre squilibri e spesso malattie o degenerazioni.
    Non mi piace che il WWF perseveri nella sua continua richiesta di regolamentazioni, dovrebbe fare cultura, così partecipa solo al gioco dei vari interessi economici e politici.

    Ieri sera avevo una sensazione, e dei giovani fortissimi mi hanno mandato una foto dal loro bivacco su una grande parete a NO: ora sono molto felice !!! 🙂

  4. Ma sì, dopo i lupi reinseriamo nelle nostre montagne anche tigri, anaconde e, perchè no, qualche specie di ragno velenoso. Chissà se, quando i turisti e i malgari se ne saranno andati tutti, qualcuno di questi fanatici della wilderness perduta, finalmente padrone del campo, non ne resti punto, morso o divorato…

      1. Le castronerie le lascio dire a lei. E’ assodato che sino a qualche anno fa i lupi erano praticamente assenti su quasi tutte le montagne d’Italia, così come gli orsi. Lasciarli riprodurre in ambienti antropizzati come le nostre prealpi è una scelta demenziale che porterà all’ulteriore abbandono di questi territori che, tranne dove c’è il turismo, si stanno spopolando. Ma forse è quello che molti come lei vogliono, non è questa la decrescita felice?

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