CronacaNews

Aria di primavera e tanta gente in quota. Weekend senza tregua per il Soccorso Alpino

“Occhio al ghiaccio”. Questo uno dei principali avvertimenti diramati dal Soccorso Alpino in vista del weekend appena trascorso, dai toni decisamente primaverili. Ghiaccio e valanghe, i due pericoli principali cui fare attenzione. Due elementi che ritroviamo come causa della maggioranza degli incidenti verificatisi nell’arco di 48 ore, su Alpi e Appennini.

Tanta gente in quota, condizioni non ottimali

Fine settimana di fuoco per il CNSAS, con elicotteri e squadre di terra in azione notte e giorno, tra slavine, alcune delle quali con coinvolgimento di persone, scivolamenti su sentiero e in canali, perdita dell’orientamento, incidenti su ciaspole e a bordo di bob e slittini.

Uno scenario complesso, nel quale oltre alle condizioni non ideali del manto nevoso, sottoposto a cicli di scioglimento e ricongelamento a causa della forte escursione termica degli ultimi giorni, ha giocato un ruolo importante l’elevato numero di presenze in quota. Fuori pista ma anche e soprattutto sulle piste, ufficialmente chiuse. Riportiamo di seguito gli interventi più delicati.

Valanga sul Grappa, 100 escursionisti bloccati

È stato riaperto nella tarda serata di domenica 21 febbraio il tratto della Strada Cadorna interessato nel pomeriggio da una valanga, un chilometro circa sotto il Rifugio Bassano. Il Soccorso è prontamente intervenuto per escludere che vi fossero automobili coinvolte, e ha proceduto alla bonifica della superficie per escludere del tutto anche il coinvolgimento di eventuali pedoni.

Alle 16.50 il Soccorso alpino della Pedemontana è stato allertato dal 118 per una valanga staccatasi dalla dorsale e finita sulla sede stradale in un momento di traffico. Una sessantina di metri di lunghezza per altrettanti di fronte e 4-6 metri di spessore negli accumuli maggiori. Una prima squadra è subito partita, mentre si avvicinava l’elicottero di Treviso emergenza, costretto dalla nebbia a fermarsi e a sbarcare equipe medica e tecnico di elisoccorso, accompagnati sul luogo del distacco da un mezzo dei Vigili del fuoco di Bassano del Grappa che stava salendo. Anche l’eliambulanza di Verona emergenza era pronta ad intervenire, ma anche in questo caso la missione è stata interrotta a causa dell’assenza di visibilità già all’altezza di Schio.

Alla prima squadra di soccorritori, che ha subito avviato il sondaggio, se ne sono unite altre due, più una terza proveniente da Asiago con un’unità cinofila da valanga. Mentre soccorritori e Vigili del fuoco effettuavano le verifiche sulla valanga, è stato riaperto il Rifugio Bassano e attivata la Protezione civile, dal momento che diverse centinaia di persone erano rimaste bloccate dalla strada chiusa.

Valanga invade la pista a Piancavallo

Una valanga è caduta nella giornata di domenica in Piancavallo (PN), invadendo la pista Salomon, appena sotto il Rifugio Arneri, poco dopo le 12. La massa nevosa si è staccata sul versante meridionale del Monte Tremol, attraversando un canale che è spesso un sito valanghivo ed ha un fronte di circa quaranta metri per una lunghezza di scorrimento di circa trecento dal punto di partenza al punto di accumulo. Sul posto sono intervenuti dodici tecnici del Soccorso Alpino di Pordenone (altri sei della stazione di Maniago pronti a partire per dare il cambio assieme ad altrettanti provenienti dall’Alpago), assieme all’elicottero della Protezione Civile che fa base a Tolmezzo, con a bordo un tecnico del Soccorso Alpino e un’Unità cinofila. Sullo scenario valanghivo è arrivato in un primo tempo anche l’elisoccorso regionale.

L’elicottero della Protezione Civile ha effettuato una ricognizione visiva e ha sondato il campo della valanga dall’alto con il sistema di rilevamento Recco, senza riscontrare intercettazioni di alcun segnale. Questo ha portato ad escludere il coinvolgimento di sciatori, ma per esserne definitivamente certi è stato necessario terminare accuratamente anche il sondaggio sul terreno, sia con l’aiuto dell’Unità Cinofila da valanga sia con quello dei soccorritori, che hanno lavorato circa tre ora per bonificarla tutta. L’elisoccorso regionale era pronto a intervenire con l’equipe medica e il tecnico di elisoccorso in caso di feriti.

Valanghe sulle Orobie, tre coinvolti

La Stazione di Aprica (SO) è stata allertata nella tarda mattinata di domenica 21 febbraio per un distacco di neve sulla cima del Monte Torena, sulle Orobie nel territorio comunale di Teglio, a 2528 metri di altitudine. La neve ha coinvolto in parte tre persone, appartenenti a due diversi gruppi di scialpinisti che hanno subito chiesto aiuto.

La centrale ha allertato il Cnsas – Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico e il Sagf – Soccorso alpino Guardia di finanza. Pronti a partire anche i tecnici della Stazione di Sondrio. Sul posto è arrivato l’elisoccorso di Bergamo, che ha portato le squadre in quota. È intervenuta anche l’unità cinofila da ricerca in valanga (UCV) del Cnsas. Le tre persone infortunate sono state trasportate in ospedale per accertamenti dall’elisoccorso di Brescia di Areu (Agenzia regionale emergenza urgenza). Dopo avere escluso il coinvolgimento di altre persone, le squadre sono rientrate.

Valanga nella notte a Passo Rolle. Statale chiusa

Resterà chiusa per diversi giorni la statale del Passo Rolle, invasa poco prima della mezzanotte di domenica 21 febbraio da una massa nevosa in zona malga Fosse. Non risultano coinvolti. La ingente valanga, con un fronte di oltre 100 metri e una altezza di 10, come confermato alla Voce del Nord Est dal comandante dei vigili del fuoco di San Martino, Marco Bancher, è simile a quella che nel 2015 aveva tenuto chiuso la strada per 2 mesi. Fortunatamente nessuno transitava in zona in quel momento. Sul posto, da domenica notte, operano i vigili del fuoco volontari di San Martino di Castrozza.

Paura per una valanga nei pressi del Rifugio Lago Nambino

Verso le 13.30 di sabato 20 febbraio è stato allertato il 112 da una persona che ha visto la valanga scendere nei pressi del rifugio lago Nambino, vicino Madonna di Campiglio (TN). Il video della valanga è stato ampiamente diffuso tra le testate locali ed è divenuto virale sul web. Di seguito la condivisione del Dolomiti. Scene impressionanti che immortalano la slavina in caduta e gli escursionisti in fuga più a valle. I soccorsi con i cani da ricerca hanno escluso la possibilità di persone travolte.

Due incidenti sul Monte Cornetto. Muore un alpinista

Nella giornata di sabato un alpinista ha perso la vita precipitando per circa 40 metri in un canale del Monte Cornetto, che stava risalendo con la compagna. Molto impegnativo il suo recupero. L.G., 29 anni, di Rovereto (TN), era primo di cordata e stava scalando con ramponi e piccozza un percorso misto neve e ghiaccio. Ad un certo punto, mentre la donna, più sotto gli faceva sicura, deve aver perso un appiglio ed è caduto nel vuoto. La compagna, non sentendolo, né vedendolo, si è calata in un punto più sicuro, sul Sentiero di arroccamento, e ha lanciato l’allarme poco prima di mezzogiorno.

L’elicottero di Verona emergenza, arrivato nel punto indicato, ha sbarcato verricellandoli il tecnico di elisoccorso e un secondo tecnico presente in base. I due soccorritori sono scesi nel canale per una cinquantina di metri e lo hanno poi risalito per altri 30, raggiungendo la ragazza sul Sentiero di arroccamento. Lì hanno dovuto liberare il passaggio di due gallerie per uscire in un punto dove sono stati sbarcati dall’elicottero 5 tecnici del Soccorso alpino di Schio, trasportati in quota in supporto alle operazioni e scesi con un verricello di 30 metri. Caricata a bordo l’alpinista, l’eliambulanza si è allontanata, mentre i soccorritori hanno attrezzato la calata per procedere al recupero della salma. Ricomposto, il corpo dell’alpinista è stato imbarellato e fatto scendere per 150 metri per permettere all’elicottero di avvicinarsi e provvedere al suo spostamento a valle. Anche i soccorritori sono infine rientrati con diverse rotazioni del velivolo.

Il secondo intervento delicato sul Cornetto si è svolto nella giornata di domenica, concludendosi poco prima delle 22. Le operazioni hanno visto coinvolti in totale 18 tecnici del Soccorso alpino di Schio impegnati dal mattino nel recupero di tre alpinisti bloccati in un canale infossato tra guglie e creste. Scattato l’allarme verso le 11.20, dalle informazioni ricevute e dalle coordinate Gps della posizione, i soccorritori hanno capito che i tre – un quarantanovenne di Gazzo (PD) e due trentatreeenni, uomo e donna, entrambi di Torre Belvicino (VI) – si dovevano trovare nella stessa zona dove era avvenuto l’incidente che ha causato la morte del ventinovenne roveretano. Saliti dal Vaio Trenche e arrivati a Forcella dell’Emmele, i tre avevano poi cercato di scendere per uno dei canali sottistanti, finendo però incrodati, incapaci di muoversi.

Una squadra di 5 tecnici ha iniziato a risalire il versante, attraversato da numerosi canalini, senza riuscire a individuare in quale si trovassero, anche a causa della presenza di nebbia. I soccorritori si sono portati in alto, scalando su misto in un ambiente impegnativo, anche per le continue scariche di neve e sassi, causate dalle alte temperature. È stato quindi richiesto il supporto di un’altra squadra, che si è mossa nella parte sinistra del canale, finché entrambe non sono arrivate a una parte inaccessibile della parete. Altri soccorritori sono quindi partiti, dividendosi per percorrere i diversi canalini rimasti da perlustrare. Ed è stato così che, in due, sono riusciti a individuare e raggiungere gli alpinisti.

Una volta capito il percorso, gli altri sono stati fatti convergere in quella direzione e durante la salita hanno attrezzato già le diverse soste per le sei calate da sessanta metri che avrebbero affrontato in discesa. Assicurati, gli alpinisti sono stati portati in fondo allo stretto e ripido canalino, dove hanno trovato l’ultima squadra che aveva predisposto il tratto finale della discesa per arrivare alla Strada del Re e alle macchine.

“Avvertiamo che le condizioni particolari di questi giorni con temperature alte, scariche di neve e sassi, terreno instabile e non proteggibile, rendono impraticabili in sicurezza queste zone”, il messaggio in conclusione del CNSAS.

Cede balaustra, escursionista precipita e muore a Sestriere

I tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese sono intervenuti nella giornata di sabato per il recupero di un escursionista deceduto nel comune di Sestriere (TO). L’uomo stava percorrendo il sentiero Bordin quando in zona Monterotta è precipitato a valle per circa 150 metri, presumibilmente a causa del cedimento di una balaustra a cui si era appoggiato.

La chiamata di emergenza è stata lanciata intorno alle 12.20 da una donna che ha assistito all’incidente. Nel frattempo un medico che si trovava in zona ha raggiunto l’escursionista iniziando le manovre di rianimazione. In seguito sono giunti sul posto l’eliambulanza 118 e i Carabinieri di Sestriere in motoslitta. L’equipe sanitaria ha proseguito con la rianimazione finché l’ uomo è stato dichiarato deceduto. La salma è stata recuperata e condotta alla piazzola di Sestriere dove è stata affidata alle autorità.

Escursionista precipita e muore sulle Apuane

Un escursionista 45enne è morto nella mattina di domenica dopo essere precipitato da un sentiero sulle Apuane. L’uomo era in compagnia di altri escursionisti sul monte Tambura lungo la Via Vandelli. L’uomo, M.B. di Massa, è deceduto dopo essere scivolato su un tratto di sentiero, precipitando per 400 metri. Sul posto soccorso alpino ed elisoccorso, ma l’uomo era già deceduto.

Incidenti con blob e slittini

Tra gli innumerevoli comunicati del Soccorso relativi agli interventi del weekend compaiono tre incidenti verificatisi su bob e slittini. Mezzi il cui utilizzo in questo periodo complesso a livello climatico e di affollamento in quota non va decisamente sottovalutato in quanto a pericoli.

Alle 17.15 di venerdì 19 la Soreu dei Laghi ha attivato la stazione di Varese del Soccorso alpino per un incidente accaduto al passo Forcora. Il gestore del Ristorante ha chiamato il 112 per segnalare un incidente: una donna di 49 anni si è scontrata con un traliccio dello skilift utilizzando uno slittino. In zona era presente un tecnico della stazione di Varese che si è immediatamente coordinato con la centrale operativa del 118 e con l’elisoccorso. Nei pressi del passo Forcora è atterrata l’eliambulanza e l’infortunata è stata caricata a bordo e trasportata all’Ospedale Sant’Anna di Como. Alle operazioni di soccorso hanno collaborato anche i gestori dell’impianto e del ristorante sciovia. Sul posto anche i soccorritori della Croce Rossa di Luino e i Vigili del fuoco.

Alle 13.20 circa di domenica la Centrale del Suem è stata allertata dalla figlia di un uomo che, scendendo con lo slittino dalla pista normale del Faloria al momento chiusa, aveva perso il controllo e sbattuto violentemente sulle reti di protezione. L’elicottero del Suem di Pieve di Cadore si è avvicinato al luogo dell’incidente e ha sbarcato in hovering medico, infermiere e tecnico di elisoccorso, che hanno prestato le prime cure ad A.A., 66 anni, di Trieste, a seguito delle fratture riportate su entrambe le gambe. Dopo averlo imbarellato, i soccorritori hanno issato l’infortunato a bordo con un verricello di 20 metri, per trasportarlo all’ospedale di Treviso.

Sempre nella giornata di domenica, sul monte Terminillo a Rieti, una bambina di dieci anni è rimasta ferita dopo essere stata travolta da un bob mentre si trovava sulla neve insieme ai genitori. Soccorsa dagli agenti del Posto di Polizia di Terminillo, dal Soccorso Alpino e dal 118, le sue condizioni sono apparse serie ed è stata trasferita in elicottero in un ospedale della Roma. La bambina si trova ricoverata in gravi condizioni. Non sarebbe in pericolo di vita, ma la prognosi è ancora riservata.

Tags

Articoli correlati

4 Commenti

  1. Ma la volete capire che dovete stare a casa con queste condizioni della neve e del meteo?????!!!!!!!
    Ma è mai possibile che nessuno segua i consigli che vengono diffusi? bisogna proprio usare il pugno duro con questi incoscienti!!!

  2. Ho sempre creduto che le valanghe spontanee, in montagna, dopo tanta neve e un repentino rialzo termico,faccia parte di una questione naturale. Come mai fanno tanto notizia?

  3. Perché non fan più notizia i morti sul lavoro, di mafia e camorra, per bombardamenti e attacchi aerei, per condanne capitali in Cina e stati uniti, per suicidio e femminicidio. Per questo fan notizia le valanghe… E altro ben noto!

  4. La scivolata traumatica e’ in agguato ovunque. Micidiali sono le foglie non rimosse sopra strati di fanghiglia,o di ghiaccio .Oppure neve fresca sopra ghiaccio.Oppure su strada di montagna, la curva in ombra ghiacciata a tradimento, mentre il resto dell’asfalto e’ asciutto. Restare a casa puo’ avere conceguenze gravi sullo stato di salute fisico e psicologico.,meglio per chi si trova confinato nella zona giusta sciogliere le vele e premunirsi senza paura di esagerare.Quanto alla dinamica che crea la NOTIZIA o ignora un fatto..dipende anche tanto dalla “scuola ” giornalismo .
    Per esempio sembra obbligatorio ripetere ogni anno “morsa del caldo”! o “morsa delfreddo”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close