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Weekend nero. Numerose le vittime per ghiaccio e valanghe

La rapida ondata di maltempo che ha investito la Penisola tra venerdì e sabato, seguita dal ritorno di un gelido sole, non ha frenato la voglia di tornare in quota di molti appassionati. Purtroppo le condizioni del manto nevoso, tra tratti ghiacciati ed elevato pericolo valanghe, hanno portato al verificarsi di numerosi incidenti. Tanti gli infortuni a causa di scivolate sul ghiaccio nel corso di uscite su sci e ciaspole, su Alpi e Appennini. Numerose le vittime. Riportiamo di seguito gli interventi più delicati.

Valanga sul Pic Mjot, muore scialpinista sloveno

Era assieme a due compagni di gita lo sciatore sloveno travolto da una valanga nei pressi del Pic Majot a quota 1650 metri nella giornata di sabato 13 febbraio. Durante la discesa intorno alle 15 è stato provocato il distacco di un lastrone di neve ventata della larghezza di una settantina di metri e di spessore circa 40 centimetri che ha provocato la caduta di uno dei tre sciatori. L’uomo non è riuscito ad arrestare la propria caduta prendendo velocità attraverso alcuni salti ripidi e arrestandosi su un albero: per lui non c’è stato nulla da fare.

Sul posto sono stati inviati sia l’elicottero della Protezione Civile di base a Tolmezzo per servizio valanghe con l’Unità Cinofila del Soccorso Alpino e un altro operatore del Soccorso Alpino, sia l’elisoccorso regionale su attivazione della Sores e vi sono state dirottate le squadre che stavano compiendo una esercitazione sul Monte Lussari. In tutto venti tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico compresi due dottori, anch’essi in esercitazione sul Lussari. Sul posto anche i soccorritori della Guardia di Finanza di Sella Nevea e i carabinieri di Chiusaforte.

La salma, recuperata con una calata in corda doppia di una cinquantina di metri e traslata in un pianoro più dolce adatto al recupero con l’elicottero, è stata portata presso la caserma della Guardia di Finanza di Sella Nevea, dove verrà ricostruita la dinamica dell’incidente.

Escursionista muore sulle Prealpi Giulie

Un secondo incidente mortale si è verificato nella giornata di sabato nei pressi di Forcella Ledis sotto il Monte Chiampon, nelle Prealpi Giulie, poco dopo le 15. Tre escursionisti stavano rientrando dalla salita al Monte Chiampon, che avevano deciso di interrompere a 300 metri dalla vetta per l’ora tarda e la neve ghiacciata.

Purtroppo il rientro è stato fatale ad uno dei tre, un trentatreenne friulano il quale all’andata, durante la salita, aveva perso un bastoncino. I tre amici avevano deciso di recuperarlo al ritorno. D’accordo con l’escursionista che aveva perso il bastoncino, gli altri due amici hanno stabilito che sarebbero stati loro a calarsi nel canale nel quale l’attrezzo era caduto, per cercarlo e recuperarlo in sicurezza, considerata la presenza di terreno ghiacciato e di neve su un tratto scosceso e soprattutto il fatto che loro due avevano piccozza e ramponi, mentre l’amico, che ai piedi aveva soltanto dei ramponcini (o catenelle) avrebbe dovuto attenderli fermo a quota 950. Purtroppo il giovane deve aver tentato a sua volta di scendere, cadendo accidentalmente per un centinaio di metri e arrivando privo di vita nei pressi del punto dove gli amici stavano cercando il suo bastoncino.

Complesso il recupero della salma. Sul posto sono salite a piedi con una decina di soccorritori le squadre della stazione di Udine – Gemona che hanno raggiunto i compagni sotto shock e hanno atteso l’arrivo del medico del Soccorso Alpino per la constatazione del decesso e poi l’arrivo dell’elicottero per il recupero. Un primo tentativo è stato effettuato con il verricello dall’elisoccorso regionale inviato dalla Sores. Purtroppo la presenza di forti raffiche di vento non consentiva il recupero con il verricello nello stretto canale. Si è atteso dunque l’arrivo del secondo elicottero, quello della Protezione Civile, dotato di gancio baricentrico, che è stato dirottato sul dirupo una volta liberato dall’incidente in valanga di Sella Nevea.

Valanghe sull’Appennino tosco-emiliano. Una vittima, 3 salvi grazie all’ARTVA

Sempre nella giornata di sabato 13 febbraio, tre persone, due residenti a Modena e uno a Scandiano, erano andati a fare una scalata nei canali del Monte Giovo. Partiti dal rifugio Vittoria hanno iniziato a salire con piccozze e ramponi lungo il canale denominato Joe Condor nella zona del triangolo tra il Lago Baccio e il Monte Giovo. Dopo essere saliti per circa 300 metri, lungo il canale sono stati travolti da una valanga. Due di loro sono stati appena sfiorati dalla massa nevosa e sono riusciti a dare l’allarme al 112. Sono circa le 12.45 e sul posto viene inviata la la squadra del Soccorso Alpino e Speleologico, stazione M. Cimone, il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, l’elicottero 118 di Pavullo nel Frignano e l’ambulanza.

L’elicottero giunto in zona non è riuscito ad arrivare sul posto a causa del forte vento e ha sbarcato il personale più a valle. I tecnici e il medico dell’elicottero dopo aver indossato i ramponi hanno iniziato a salire. Durante la salita hanno incrociato i due superstiti che stavano scendendo e due tecnici li hanno riaccompagnati al rifugio anche perché erano in stato di shock e molto infreddoliti, mentre gli altri hanno proseguito verso il punto del distacco valanghivo. Immediatamente hanno iniziato sondare il manto nevoso fino a quando il corpo di Fiorentini Marcello 34 anni residente a Modena ma nativo di Pescara viene individuato sotto la neve ormai privo di vita. I Tecnici del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, hanno avvertito il Pubblico Ministero per l’autorizzazione alla rimozione. Una volta estratto dalla neve il corpo è stato trasportato a valle fino al rifugio Vittoria di Pievepelago dove ad attendere c’erano Carabinieri.

Quasi in contemporanea, una valanga ha travolto tre scialpinisti sul Monte Cusna. Partiti dal Rifugio Monteorsaro, nonostante le condizioni meteo fossero molto proibitive, si sono inoltrati nella vegetazione, ma la fitta nebbia ha fatto perdere loro l’orientamento e sono finiti nel versante ovest del Cusna dove il terreno è molto ripido e impervio e qui sono stati travolti da una valanga. Uno di loro è rimasto bloccato con gli sci, anche perché il distacco nevoso lo ha coperto fino al torace, ma è riuscito a liberarsi e dopo aver dato l’allarme ha iniziato subito la ricerca con apparecchio ARTVA degli altri due. È stato proprio grazie a questo scialpinista che l’evento non si è trasformato in tragedia.

Sono circa le 12.20 quando viene attivata la squadra del Soccorso Alpino e Speleologico, stazione di Monte Cusna, l’ambulanza, i Vigili del Fuoco e l’elicottero 118 di Brescia perché l’elicottero di Pavullo era già impegnato sul Cimone. Inoltre il gestore del Rifugio Monteorsaro ha messo a disposizione il gatto delle nevi per movimentare il personale ed è stato di grande aiuto.

La squadra dei tecnici si mette subito in movimento con gli sci e le pelli in quanto l’elicottero a causa del forte vento non riesce a raggiungere il luogo dell’evento. Il secondo sciatore si è liberato autonomamente, mentre l’altro compagno è stato estratto con la pala perché era sotto due metri di neve. La rapidità dell’intervento di autosoccorso è stata determinante. Una volta liberato dal manto nevoso l’uomo è rimasto sul punto del distacco ad aspettare i soccorritori. Gli altri due hanno cercato di trovare una strada per scendere verso valle, ma la nebbia li ha bloccati di nuovo. Dopo una ventina di minuti anche loro sono stati raggiunti dai soccorritori e riportati a valle. I tre di 35, 37 e 34 anni sono residenti a Modena e sono stati per precauzione portati all’ospedale di Castelnovo ne’ Monti. Presenti anche i Carabinieri.

Escursionista scivola e precipita sul massiccio del Grappa

Attorno a mezzogiorno di sabato 13 febbraio la Centrale del Suem è stata allertata da un escursionista, il cui compagno era precipitato nella zona di Casera Spinoncia, nel massiccio del Grappa, Comune di Alano di Piave (BL). Dalle prime informazioni, i due stavano percorrendo il sentiero Rommel, numero 849, quando l’uomo era uscito dall’itinerario e, nel tentativo di prendere un oggetto che gli era caduto, aveva perso l’equilibrio scivolando sul ghiaccio e precipitando, senza che l’amico riuscisse più a vederlo o a sentirlo.

Risaliti alle coordinate del punto in cui si trovavano al momento dell’incidente, mentre il Soccorso alpino di Feltre si preparava in supporto alle operazioni, è decollato l’elicottero del Suem di Pieve di Cadore che ha prima individuato l’escursionista restato sul sentiero e poi rientrato autonomamente. L’eliambulanza è poi scesa sulla verticale, rintracciando il corpo senza vita alcune centinaia di metri più sotto. Ricomposta, la salma è stata recuperata e trasportata al cimitero di Quero – Vas, in accordo con i Carabinieri.

Doppio intervento sul Grem

Due interventi in sequenza nella giornata di sabato per il Soccorso alpino bergamasco, a Oneta e a Gorno. La prima chiamata è arrivata poco prima delle 11:30, per uno sci-alpinista di 43 anni caduto sul Monte Grem. Poco dopo, mentre il primo intervento era ancora in corso, altro allertamento per un infortunio molto simile. Un uomo di 41 anni è caduto, sempre sul Grem ma nella parte in alto, a circa 2000 metri, proprio mentre praticava sci alpinismo. Le condizioni meteorologiche e la visibilità però non consentivano l’avvicinamento agli elicotteri, decollati da Bergamo e da Sondrio. Intanto le squadre a piedi, dopo aver raggiunto il primo paziente, che si trovava più in basso, lo hanno messo in sicurezza e portato con la barella fino al mezzo ambulanzato e poi all’ambulanza.

Nel frattempo una seconda squadra partita da Clusone è arrivata sul posto e i soccorritori sono nuovamente risaliti sulla montagna per raggiungere il secondo infortunato. Raggiunto dai primi soccorritori, che lo hanno subito supportato con una coperta termica mentre il resto della squadra con la barella e tutto il resto del materiale di soccorso li raggiungeva, si è aperta una finestra tra le nebbie, che ha permesso all’elicottero di Areu (Azienda regionale emergenza urgenza) di Como di raggiungere e recuperare il secondo infortunato. I tecnici, della Stazione di Oltre Il Colle, con il supporto di Clusone, sono infine rientrati.

“È molto importante considerare che le condizioni meteorologiche determinano sempre i tempi di intervento – evidenzia il CNSAS Lombardia – , anche dell’elicottero: quando si va in montagna quindi, in particolare se si raggiungono quote oltre un certo limite e se le previsioni indicano un abbassamento della temperatura, occorre avere sempre con sé abbigliamento extra per poter affrontare neve e nebbia e anche l’attesa dei soccorritori”.

Escursionisti bloccati sulla Ferrata Guzzella sul Grappa

Alle 17.20 circa di domenica 14 febbraio, ormai prossima la scadenza delle effemeridi, l’elicottero di Treviso emergenza è decollato in direzione del Monte Grappa, dove due escursionisti erano rimasti bloccati lungo la Ferrata Guzzella.

Superato il tratto della strada della galleria infatti, i due, F.M., 27 anni, di Vò Euganeo (PD), lui ed E.A., 29 anni, di Pontelongo (PD), lei, si erano ritrovati con il cavo metallico seppellito dalla neve e non erano più in grado di proseguire, né scendere, calzando scarponi con le catenelle. Individuati dall’equipaggio, i due ragazzi sono stati caricati a bordo con il mezzo in hovering e trasportati direttamente fino all’ospedale di Treviso, dato il buio incombente e la necessità di rientrare dell’ambulanza. Pronto a intervenire il Soccorso alpino della Pedemontana del Grappa.

Scivola per 300 metri sul Carevolo, vivo per miracolo

Nel primo pomeriggio di domenica 14 febbraio un ventunenne residente in provincia di Piacenza è scivolato sulle pendici del Monte Carevolo, sull’Appennino Piacentino (comune di Ferriere). Il ragazzo, che si trovava poco sotto la vetta della montagna in compagnia di un coetaneo per una escursione su neve, è scivolato sul terreno ghiacciato compiendo una caduta di circa trecento metri e riportando diversi traumi. Subito l’amico ha dato l’allarme alla centrale operativa 118 Emilia Ovest, che ha disposto l’invio sul posto del Soccorso Alpino e Speleologico Emilia Romagna, dell’ambulanza della Croce Azzurra di Ferriere, dell’automedica di Farini e dei Vigili del Fuoco, oltre ad Elipavullo.

Le operazioni sono state rese difficili dalla posizione del ferito, che ha arrestato la sua caduta ben oltre il limite della vegetazione, rendendone difficile l’individuazione dall’alto con il velivolo. Raggiunto dalle squadre territoriali del Saer, è quindi stato possibile sbarcare l’equipe sanitaria che ha immediatamente provveduto alla stabilizzazione del ferito, mentre il tecnico Cnsas a bordo dell’elicottero ha recuperato il compagno, rimasto solo sulla vetta del Carevolo, e lo ha accompagnato nella frazione di Casaldonato di Ferriere, dove era presente una piazzola di atterraggio.

Purtroppo, i lunghi sorvoli di ricognizione hanno fatto esaurire il carburante di EliPavullo, che è dovuto decollare per l’ospedale Maggiore di Parma, per un rifornimento. Per velocizzare il trasporto dell’infortunato è stato quindi fatta alzare in volo l’eliambulanza Drago dei Vigili del Fuoco di Genova, che ha trasportato il giovane escursionista all’Ospedale San Martino del capoluogo ligure, in gravi condizioni. Le squadre territoriali e l’equipaggio di EliPavullo sono quindi rientrate a piedi al Passo del Mercatello.

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