Sci alpinismo

Poca neve, tanti nuovi appassionati. Denis Trento ci racconta l’inverno in Valle d’Aosta

È un local, nel senso più vero del termine. Grande conoscitore del Monte Bianco non si stanca mai di fargli visita con gli sci alla ricerca del ripido. Ogni tanto scova ancora qualche linea nuova e ama impegnarsi nella continua ricerca della migliore neve del momento su cui lasciare il proprio segno. Stiamo parlando del C.le Magg. Ca. Denis Trento, atleta e coordinatore della S.M.A.M. (Sezione Militare Alta Montagna ) del Centro Sportivo Esercito ed allenatore della squadra nazionale di sci alpinismo. Lo incontriamo sulle pagine dello Speciale Outdoor Inverno, allegato al numero 108 di Meridiani Montagne attualmente in edicola, dove ci racconta lo scialpinismo nella sua Valle d’Aosta. “Abbiamo tantissime opportunità racchiuse in poco spazio” ci racconta. “La possibilità di passare dalle poche centinaia di metri agli oltre quattromila offre opportunità impareggiabili per la stagione invernale”.

Denis, come siete messi a neve quest’anno?

“La Valle d’Aosta è uno dei pochi centri dove siamo rimasti un po’ a secco. Sulla catena del Monte Bianco e sulle cime di confine con la Svizzera ha nevicato leggermente dopo alle altre località, ma abbiamo una buona copertura. Nel resto della Valle, soprattutto nella zona centrale e nelle valli laterali, siamo di fronte a una stagione anomala con pochissima neve.”

Parliamo di una stagione anomala anche per la chiusura degli impianti. Che effetto ha avuto sugli appassionati?

“Quello che ho notato io è che chiunque, da quando è stato possibile, ha provato a riconvertirsi verso lo scialpinismo. Ho avuto occasione di parlare con chi noleggia o vende il materiale e raccontano di tantissime persone che stanno recuperando dalla cantina gli sci che usavano venti o trenta anni fa per farli revisionare e rimettersi in ‘pista’ con le pelli. A oggi il materiale è andato letteralmente a ruba ed è molto difficile anche solo noleggiarlo. Posso quindi immagine che potenzialmente ci sia molta più gente di quella che vedo interessata a sperimentare lo sci alpinismo.”

In che modo si stanno avvicinando alla disciplina?

“A mio modo di vedere gli impianti chiusi hanno fatto si che la nuova utenza di questo inverno abbia preferito dedicarsi alla risalita delle piste, dove il pericolo è comunque inferiore rispetto all’ambiente naturale, ma dove le cronache ci insegnano che è bene prestare sempre la massima attenzione. Diciamo che non ci si è allontanati molto dall’ambito dello sci da discesa.”

Si potrebbe dire che si tratta di un avvicinamento a piccoli passi, fatto in modo coscienzioso…

“Esatto. I nuovi frequentatori non si sono spinti troppo lontano da quello che già conoscevano, cercando di gestire in sicurezza la pratica. È un discorso interessante che potrebbe spronare a un ripensamento del turismo attorno alle grandi stazioni.”

Che inverno è stato fino a oggi?

“Molto local. Fin quando non hanno aperto l’accesso in Valle alle seconde case abbiamo visto poca gente.”

Tra qualche settimana arriverà la primavera, la vera stagione scialpinistica. Come la vedi quest’anno?

“Con i primi caldi alcune gite esposte a sud sono già trasformate e in condizioni. Sicuramente con l’avvicinarsi della primavera la situazione andrà normalizzandosi in molte aree creando situazioni favorevoli. Bisogna però sempre tenere alta la guardia e non dare nulla per scontato. È importante prestare sempre la massima attenzione. In alcune aree abbiamo situazione rese delicate dal primo strato di neve non ancora trasformato dal calore, una neve molto infida. Altro dettaglio a cui fare particolare attenzione è la tempesta di sabbia che ha depositato questo strato molto incoerente e pericoloso.

Sicuramente non essendoci molta neve a bassa quota in primavera dovremo salire parecchio prima di agganciare gli sci, ma come detto anche nello Speciale Outdoor abbiamo strade e facili collegamenti che ci possono portare agilmente in quota.”

Due itinerari dallo Speciale Outdoor Inverno

(Lo trovate in allegato al numero 108 di Meridiani Montagne)

SCIALPINISMO

Col Serena

Località: Gignod

Partenza: Mottes [1660 m]

Arrivo: Col Serena [2547 m]

Dislivello: 877 m

Durata: 3 h

Difficoltà: medio sciatore

Informazioni: www.lovevda.it

Descrizione: tra le numerosissime possibilità di gite facili e logisticamente abbordabili non possiamo non citare la frequentatissima salita al Col serena. Si tratta infatti di una uscita non molto lunga che si svolge per lo più su pendenze moderate, in un contesto molto bello e in ambiente non particolarmente severo. L’innevamento è abitualmente buono già da inizio stagione e l’esposizione mantiene la neve fredda e morbida per lungo tempo. Si parte da Mottes, seguendo per la prima parte il percorso del sentiero estivo. Una volta attraversato il primo rado boschetto si percorre il centro del vallone fino a raggiungere l’alpeggio di Bois Bassi (1950 m). Dopo aver superato anche l’ultima fascia boscosa si prosegue verso l’evidente colle. Discesa lungo l’itinerario di salita.

SCIALPINISMO

Arp Vieille

Località: Valgrisenche

Partenza: frazione Bonne [1810 m]

Arrivo: Arp Vieille [2963 m]

Dislivello: 1153 m

Durata: 4 h

Difficoltà: medio sciatore

Informazioni: www.lovevda.it

Descrizione: l’Arp Vieille è senza dubbio una delle grandi classiche della Valle d’Aosta. Il fascino di questa gita risiede nella magnifica cornice nella quale si sviluppa, nella comodità di accesso e nella bellezza dei pendii sui quali si scia al ritorno. Da Bonne di Valgrisenche si segue la strada che costeggia la diga per qualche centinaio di metri, fino al bivio ben segnalato sulla destra per l’Arp Vieille. Salire quindi per la strada poderale, oltrepassare l’alpe Meillares (2161 m) e immettersi nel Vallone di sinistra. Una volta raggiunto un ampio pianoro, a circa 2400 metri, proseguire la salita lungo i ripidi pendii di sinistra. Proseguire fino alla sella a 2700 metri che ospita i ruderi di una costruzione militare. Da qui, grazie a un canalone che parte sulla destra si raggiunge la base rocciosa della cima. Ancora pochi passi per aggirare le roccette sommitali salendo comodamente con gli sci sul pendio est ed eccoci in vetta. Discesa lungo l’itinerario di salita, con possibilità di “tagliare” i tornanti della strada nell’ultima parte.

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