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La spazzatura dell’Everest si trasforma in arte

Qual è il destino delle ingenti quantità di spazzatura riportate a valle al termine delle complesse operazioni di pulizia sul versante nepalese dell’Everest? In un’ottica ecologista, si cerca di riciclare il più possibile, destinando il residuo secco agli inceneritori. Tra le forme di riciclo il Nepal ha introdotto anche una opzione artistica. Ovvero la trasformazione del materiale abbandonato ad alta quota da trekker e alpinisti in opere d’arte.

Bottiglie di ossigeno vuote, tende semidistrutte, pezzi di corda, barattoli e involucri plastici, etc. diventeranno oggetti preziosi da esporre in una vera e propria galleria.

Un museo con una finalità chiara e precisa: evidenziare quanto sia importante salvaguardare l’Everest. Nella speranza di arginare il processo che, anno dopo anno, sta portando il Tetto del Mondo a diventare la più alta discarica del Pianeta.

L’iniziativa Sagarmatha Next

A dire la verità, l’idea di fornire una seconda vita ai rifiuti dell’Everest non suona nuova. Ricorderete forse dei bicchieri in vetro riciclato diffusi negli hotel 5 stelle di Kathmandu già a partire dal 2019. Proprio in tale occasione avevamo fatto cenno alla iniziativa dell‘Himalayan Museum and Sustainable Park, ribattezzata Sagarmatha Next, finalizzata a trovare soluzioni all’inquinamento sul Tetto del Mondo.

Iniziativa che ha portato alla realizzazione del Sagarmatha Next Center di di Syangboche, posto a una quota di 3.780 metri lungo l’itinerario principale per il campo base dell’Everest, a due giorni di cammino da Lukla. E alla sua attivazione come centro di riciclaggio. Nel 2019 già si guardava al futuro, con l’intento di invitare sul posto artisti che fossero in grado di dare nuova forma in maniera ingegnosa ai materiali di recupero, creando così un nuovo mercato di prodotti “made on Everest”. I tempi a quanto pare sono maturi per passare dalle parole ai fatti.

Dove nascerà la innovativa galleria d’arte?

La galleria d’arte nascerà proprio presso il Sagarmatha Next Centre. La struttura si compone attualmente di un centro informazioni per i visitatori e di un impianto di riciclaggio dei rifiuti, cui si andrà ad aggiungere lo spazio espositivo.

Come spiegato a Reuters da Tommy Gustafsson, direttore del progetto e co-fondatore del Sagarmatha Next Centre, verranno invitati sul posto artisti locali e stranieri, che potranno dare libero sfogo alla propria fantasia per trasformare i rifiuti in tesori.

Gli artisti avranno anche il compito di istruire la popolazione locale nel “trarre profitto” dalla spazzatura. “Vogliamo mostrare come si possano trasformare i rifiuti solidi in preziosi pezzi d’arte, e generare così impieghi e entrate – spiega Gustafsson – . Speriamo di cambiare in tal modo la percezione che la gente ha della spazzatura e della sua gestione”. 

Prime visite in primavera

I primi visitatori potranno accedere al museo della spazzatura a partire dalla prossima primavera, naturalmente in maniera “soft”, come anticipa il direttore, con accessi in numero limitato e nel rispetto delle regole anti-contagio.

Le opere d’arte verranno in parte distribuite nello spazio espositivo come in una classica mostra, allo scopo di aumentare la consapevolezza da parte dei visitatori dell’importanza della salvaguardia ambientale. Altre verranno vendute come souvenir. Le entrate derivanti da tali vendite saranno destinate ai progetti di conservazione attivi nella regione.

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