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Sciatore precipita in un crepaccio con la telecamera accesa. Il video da brivido diventa virale

Cosa si prova a cadere in un crepaccio? Una di quelle domande che, finché non ci si ritrovi a vivere una simile situazione, non possono trovare risposta completa. Si possono ascoltare racconti, si possono osservare immagini ma è complesso poter immaginare cosa si provi dall’interno, bloccati in una prigione di neve e ghiaccio. A fornirci un punto di vista “privilegiato” è Edouard Bozon, sciatore francese incappato in un incidente sul versante francese del Monte Bianco lo scorso anno. Il video del suo incidente in quota è diventato virale nei giorni scorsi, rimbalzando tra social e testate.

Bozon sta affrontando una discesa sugli sci in un canale con un amico. Sul casco ha montata una telecamera che riprenderà la terrificante situazione in cui si troverà poco dopo. L’amico causa una piccola valanga e Edouard vola in un crepaccio, ferendosi a una gamba. Inizia a gridare, chiedendo aiuto al compagno che si precipita a soccorrerlo. Non hanno una corda con sé. Bisogna stare attenti a non causare ulteriore crollo di neve nel crepaccio, che potrebbe sommergere Edouard. L’amico riesce infine a tirarlo fuori, aiutandosi con i bastoncini da sci. Arriverà poi l’elicottero del soccorso a portarli entrambi in salvo.

Fatica, sofferenza, paura, un forte senso di squadra e amicizia sono gli elementi che permeano il video. Dieci minuti da guardare col fiato sospeso.

Gli errori di Edouard Bozon

Bozon ha deciso di rendere fruibile su Youtube il video della sua disavventura per portare gli utenti a riflettere sui suoi errori di quel giorno.

“Quel giorno ho fatto una serie di errori. Per questo ho deciso di postare questo video – scrive – . Quando siamo arrivati in vetta, un altro gruppo è sopraggiunto e ci ha chiesto di poter usare la nostra corda. Abbiamo detto di sì perché la corda è abbastanza dura da montare, poi il nostro gruppo (eravamo in 4) è entrato nel canale. L’accesso era abbastanza agevole per cui io e il mio amico abbiamo deciso di avviarci in discesa senza corda, mentre gli altri 2 sono rimasti ad aspettare il gruppo dietro di noi per riprendere la corda. In quel momento ho pensato che assembrare 6 persone all’accesso del canale potesse essere rischioso, più che suddividerci in gruppi. Questo è stato il mio primo errore. 

Io e il mio amico iniziamo a scendere insieme senza analizzare bene il terreno. Ed ecco un secondo errore perché eravamo troppo eccitati dalla discesa. Avremmo fatto bene a sciare per un tratto più breve e ritrovarci in un punto sicuro. Invece io sono arrivato alla parte finale del canale, mi sono fermato davanti a un crepaccio nel mezzo del canale, attendendo che il mio amico per attraversarlo.

Questo è stato il mio errore più grande perché era un punto troppo esposto, con tutta quella neve. Il mio amico è arrivato a poca distanza da me, a velocità troppo elevata, la neve mi ha travolto e ha causato la mia caduta. Mi sono rotto il legamento del ginocchio ma si tratta di un basso prezzo alla fine. Questi posti sono cosa seria e spesso non ti danno seconde chance.

Vorrei aggiungere una nota finale: la mia famiglia è impegnata nei soccorsi in alta quota. Sono cresciuto ascoltando le loro storie e stavolta si tratta di una mia personale esperienza. Ho imparato la lezione“.

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3 Commenti

  1. Oltre ai filmatini con colonna sonora musicale e tutto a buon fine, servono anche questi…documenti..senza arricchimenti . Con colonna sonora applicata a posteriori, andava molto Jean Michel Jarre -Oxigene marcia dei pinguini .In questo caso, prima dell’incidente molti avrebbero aggiunto musica inquietante, stile film di Hitchcock ,per cui un pubblico avrebbe pensato:”Stai attento, non ti accorgi dal sound che ti sta capitando qualcosa di tragico?”

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