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La Piramide dell’Everest in copertina su Nature Geoscience

Per il primo numero del 2021, la rivista scientifica Nature Geoscience, mensile di Nature dedicato alle più rilevanti ricerche nel campo delle geoscienze, ha deciso di dedicare la copertina all’Himalaya. Più nel dettaglio al Laboratorio-Osservatorio Internazionale Piramide, noto anche come Piramide italiana dell’Everest. Una eccellenza della ricerca italiana e internazionale alle pendici dell’Everest.

L’Osservatorio Laboratorio si trova in Nepal a 5000 metri di quota, a poco meno di 3 ore di cammino dal campo base dell’Everest. Voluta da Ardito Desio e da un gruppo di ricercatori dell’università di Milano e del CNR (ai quali negli anni si aggiunsero ricercatori da tutto il mondo), fu inaugurata nell’ottobre 1990. L’organizzazione venne affidata a un giovane Agostino Da Polenza, alpinista e appassionato di sistemi logistici in Himalaya.

La “Piramide” è un laboratorio osservatorio multi-disciplinare: è dedicato alla geofisica e alla sismica, ci lavorano i ricercatori dell’OGS di Trieste e del progetto DORIS della Agenzia Spaziale Francese; alla ricerca medica e fisiologica sia sugli alpinisti che sulle popolazioni locali, con Paolo Cerretelli e il suo gruppo del CNR e Università di Milano, ma anche grazie ad Annalisa Cogo dell’Università di Ferarra. Da alcuni anni il core è però principalmente l’ambiente. Gianni Tartari, Andrea Lami e Franco Salerno hanno sviluppato ricerche sulla qualità dell’acqua e realizzato il primo catasto dei laghi della regione. Claudio Smiraglia e Gugliermina Diolaiuti hanno portato avanti ricerche glaciologiche (svolte anche in Pakistan). Importanti sono anche i progetti di Paolo Bonasoni e del suo gruppo ISAC-CNR con   Elisa Vuillermoz. Tanti i ricercatori impegnati nelle indagini sull’atmosfera che hanno collocato il Laboratorio EVK2 tra gli osservatori leader della World Meteorological Organization (WMO); in particolare per le ricerche sulla “Brown Cloud” in Asia e il trasporto e deposito del black carbon sui ghiacciai. Recentemente il Segretario generale della  WMO ha scritto che la Piramide è un importante patrimonio di dati storici scientifici e rappresenta uno dei luoghi unici e significativi di osservazione per la valutazione del climate chance.

Per alcuni anni la mancanza di fondi e qualche problema del CNR hanno costretto il Laboratorio Osservatorio Piramide ai minimi termini, tanto che Nature se ne era già occupata nell’ottobre del 2018. Ora, grazie ad una collaborazione avviata nel mese di dicembre tra EvK2 e la Fondazione Minoprio, il Laboratorio e il progetto troveranno un rilancio, anche per volontà dei partner nepalesi.
Nonostante le grandi difficoltà della situazione generale a livello mondiale per il covid, si è voluto lanciare la sfida ora di ricostruire questo importante progetto per il clima e l’ambiente. La Fondazione Minoprio è una una importante istituzione formativa e scientifica e l’entusiasmo dei ricercatori italiani che abbiamo recentemente incontrato è grande e potrà fare molto. Quest’articolo sulla Special Issue di Nature Geoscience e la copertina dedicata alla “Piramide” lo dimostrano” ci dice Elisa Vuillermoz.

L’immagine della Piramide, scattata da Angela Marinoni (ISAC-CNR), accompagna il titolo del numero di gennaio 2021: “Himalayan aerosol production affects climate” (La produzione di aerosol in Himalaya influenza il clima). Un argomento focus di ricerca sviluppato proprio presso il Laboratorio Piramide da Paolo Bonasoni e Angela Marinoni con Federico Bianchi dell’Uni di Helsinki e altri ricercatori internazionali. “Per la prima volta siamo riusciti a dimostrare che i gas  precursori di particelle sono composti  organici emessi dalla vegetazione a quote più basse…le particelle appena formate hanno un origine  naturale con evidenze di coinvolgimento di inquinanti antropici ( anidride solforosa) trascurabili. Il processo è probabilmente immutato dal periodo preindustriale a oggi e può rappresentare una delle fonti che hanno contribuito all’aerosol in alta atmosfera da sempre. Queste osservazioni sono importanti  per stimare la concentrazione  di base  per gli aerosol in tutta la regione. L’inclusione di tali processi in modelli matematici può migliorare la comprensione delle condizioni atmosferiche e la previsione del clima futuro”. Si legge nella nota descrittiva di Nature Geoscience. “L’immagine mostra l’Osservatorio Internazionale Piramide, stazione di ricerca da cui sono state raccolte le osservazioni utilizzate per tale studio, a una quota di 5050 metri sul livello del mare, alla base del versante nepalese dell’Everest (anche chiamato Sagarmatha). La montagna che si nota dietro la Piramide è il Pumori (7161 m)”. 

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