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Un ibis eremita tra le nevi del Trentino

Negli scorsi giorni, tra le candide nevi del Trentino, ha fatto capolino un ospite insolito: un ibis eremita. A darne la gioiosa notizia sui social la Rete di Riserve del Fiume Brenta.

“Graditissima visita alla Rete di Riserve del fiume Brenta! Da alcuni giorni staziona a Borgo Valsugana un Ibis eremita (Geronticus eremita), in viaggio dal nord verso la laguna di Orbetello, luogo di svernamento – si legge nel post Facebook datato 15 dicembre – . Specie a rischio di estinzione è stata salvata grazie al progetto LIFE “Reason for Hope” (2013-2019). Gli esemplari sono monitorati costantemente dai responsabili del progetto e questo ci consente di dire che l’Ibis eremita temporaneamente “ospitato” dalla nostra Rete di Riserve risponde al nome di Agada“.

Merito delle immagini che consentono a tutti gli appassionati di natura di emozionarsi a distanza, va a Sabrina Giotto. Come specificato dalla Rete di Riserve del Fiume Brenta, le foto sono state scattate con grande sorpresa, in maniera casuale, nella zona di via per Telve. Indicazione che, come sottolineano gli esperti, non va certo presa come spunto per andare alla ricerca dell’ibis. “E’ una specie rara: osserviamolo, fotografiamolo, ma lasciamolo tranquillo il suggerimento – , fino a quando deciderà di partire per la Toscana”.

La soluzione migliore è scaricare la  app “Animal tracker” che consente di seguire quotidianamente Agada e tutti gli esemplari dotati di trasmettitore Gps.

Come mai Agada è in Trentino?

Il progetto LIFE “Reason for hope” è nato nel 2014 allo scopo di “educare” gli ibis eremita, uccelli migratori portati all’estinzione in Europa dall’uomo circa 4 secoli fa, a seguire la giusta rotta migratoria verso il sito di svernamento (Orbetello), partendo dal lago di Costanza, in Germania. Qui si localizzano i siti riproduttivi. La domanda che sorge spontanea è: come mai Agada è tra le nevi del Trentino? C’è da preoccuparsi?

“L’ibis eremita è una rarità in Valsugana – ci racconta Giancarlo Orsingher della Rete di Riserve del Fiume Brenta – . Quello che sappiamo è che Agada fino a inizio novembre era in Val di Fiemme assieme a un altro Ibis, Grignolino. Da 10, forse 15 giorni è qui, ‘stanziale’ a Borgo Valsugana (tutte le mattine, puntuale, la si può vedere alle 7.30 su una gru di una casa in costruzione) con capatine nelle campagne vicine”. Come riporta il quotidiano L’Adige, Agada e Grignolino erano stati visti finalmente partire alla volta del Sud (destinazione Orbetello) a inizio novembre. Ma qualcosa deve aver riportato Agada sui suoi passi, facendola sostare in Valsugana.

La situazione pare non rientrare nella norma. Agada dovrebbe già essere a snervare a Orbetello. “Cercate di avvicinarvi il meno possibile, speriamo che gli ibis presenti in aeroporto a Bolzano lo intercettino e lo portino in Toscana”, scrive in calce al post il ricercatore Dino Pianezzola, membro del team di soccorso Nbi migration.

Anche gli ibis vanno contromano

Nel progetto “Reason for Hope” è già capitato di trovarsi a che fare con esemplari che non seguano perfettamente tempi e rotte. Nel gruppo si è in particolare distinto negli scorsi anni Idefix, un ibis con la netta tendenza a voler andare “contromano”.

Invece di volare verso i siti riproduttivi d’oltralpe nella stagione estiva, lui preferiva la Puglia. Per ben 5 stagioni riproduttive ha scelto per le sue “vacanze estive” il Gargano, trascorrendo il suo tempo tra Manfredonia e Peschici. Prima di tornare, con tempismo perfetto, a Orbetello. Nel mentre i suoi conspecifici rientravano dalla Baviera.

Una storia simpatica che purtroppo non si ripeterà. Nell’estate 2020 Idefix, a pochi chilometri ormai da Orbetello, deve aver affrontato un qualche imprevisto che lo ha portato a tornare indietro, dirigendosi verso l’Aquila. Il suo segnale Gps si è interrotto il 30 luglio nei pressi di Bisegna (AQ). il suo corpo è stato qui ritrovato senza vita 5 giorni più tardi, a una quota di 1.600 m.

Cosa è successo a Idefix?

L’ipotesi degli esperti è che sia stato vittima di un atto di predazione da parte delle aquile reali che nidificano presso le Gole del Sagittario.

Come spiegato da Caterina Spiezio, responsabile del settore ricerca e conservazione del Parco Natura Viva di Bussolengo, unico partner italiano del progetto cofinanziato dall’Unione Europea e guidato dai ricercatori austriaci del Waldrappteam, “è già successo che durante le migrazioni guidate dall’uomo un’aquila attaccasse anche tutto il gruppo di 30 uccelli e immaginiamo che in questo caso, Idefix non abbia potuto nulla da solo. Ma ci piace pensare che questo esemplare, nato allo zoo di Vienna nel 2013 e poi reintrodotto in natura, abbia trascorso e concluso la sua vita da “animale selvatico”. Idefix infatti fu uno degli esemplari che presero parte alla migrazione guidata dall’uomo nel 2013, con lo scopo di memorizzare la rotta di migrazione al seguito di un ultraleggero a motore occupato da due mamme adottive umane. Già allora, alle porte del Centro Italia, si staccò dal gruppo e puntò verso la Francia, per essere poi recuperato in auto e portato ad Orbetello. L’anno dopo iniziò la sua personale interpretazione di “migrazione”. 

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