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Libertà per l’orso M57. Enpa e Oipa ricorrono al Consiglio di Stato

Domani animalisti in sit-in a Trento

Passano i mesi, l’inverno è ormai arrivato ma dal Casteller di Trento non arrivano novità. Gli orsi M49, M57 e DJ3 continuano a vivere in negli spazi angusti denunciati nel mese di ottobre dai Carabinieri inviati in sopralluogo dal Ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Gli animalisti dalla loro parte continuano la loro battaglia per richiedere la liberazione degli esemplari. Ultimo passo compiuto in maniera concertata dall’Ente nazionale protezione animali (Enpa) e dall’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) è la richiesta di giustizia per M57 sottoposta al Consiglio di Stato.

“Il giovane orso che da  quattro mesi langue nella gabbia del Casteller, a Trento, sulla base di una condanna sommaria e senza fondamento – si legge nel comunicato congiunto delle due associazioni – .Una disposizione addirittura orale impartita dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, che ha violato il dettato del Pacobace, della Direttiva 43/93 Habitat, della Convenzione di Berna, del Dpr n. 357 del 1997, per la mancanza di una vera istruttoria sullo svolgimento dei fatti e di qualunque coinvolgimento dell’Istituto scientifico nazionale di riferimento, l’Ispra. Quest’ultimo, infatti, non è stato mai informato, contra legem, né prima, né durante, né dopo la cattura dell’animale”.

Ricordiamo che M57 si sia reso protagonista di una aggressione ai danni di un carabiniere a passeggio di notte in una zona boschiva nei pressi del lago di Andalo lo scorso agosto. “L’animale era stato chiaramente colto di sorpresa – chiariscono le associazioni – e dunque, spaventato, ha reagito secondo quelli che il Piano d’Azione interregionale per la conservazione dell’Orso bruno sulle Alpi centro-orientali (Pacobace) definisce ‘comportamenti istintivi ed estemporanei’”.

“Ci ha sempre inquietato la serie di circostanze del contatto avvenuto nella notte del 23 agosto scorso tra l’animale e il giovane carabiniere – affermano Enpa e Oipa –. Un contatto che si è verificato di notte, in una zona boscata nei pressi del lago di Andalo, dunque nel pieno habitat dell’animale e in uno scenario che la stessa Provincia sconsiglia nelle sue regole di comportamento che evidentemente non sono state rispettate”.

Al Consiglio di Stato si fa richiesta di una sospensiva degli atti che hanno portato alla cattura di M57. Inoltre “chiediamo anche che siano poste in essere immediatamente tutte le azioni utili al trasferimento dell’esemplare in un recinto più grande e idoneo a garantirne il benessere, al fine di disabituarlo alla presenza umana per prepararlo alla definitiva reintroduzione in natura”.

“Il 19 novembre scorso il Tar di Trento ha bocciato il nostro ricorso per la sospensiva degli atti che hanno portato alla cattura e alla reclusione a vita dell’orso M57 – chiariscono ancora le due associazioni – . Il Tribunale regionale trentino, tra l’altro, ha affermato che non riveste alcun interesse la fase successiva alla cattura, vale a dire la destinazione di M57 in una struttura, quella del Casteller, che è assolutamente inadatta ad assicurare qualsiasi forma di minimo benessere, a lui, come gli altri orsi tutt’oggi reclusi lì. Questo nonostante le chiarissime e forti affermazioni ufficiali rese dalla delegazione di tecnici inviati proprio al Casteller dal Ministero dell’Ambiente per un sopralluogo accurato nel settembre scorso. Essi registrarono di M57 il grave stato di stress, forme di autolesionismo, con conseguenti ferite e stereotipia. Sono davvero queste le condizioni in cui la Pat intende continuare a (mal)trattare il patrimonio della preziosa fauna particolarmente protetta su cui Italia e Unione Europea hanno speso norme, scienza e finanziamenti, per assicurarne il futuro? Ancora una volta chiediamo alla Pat il coraggio di uscire dal vicolo cieco in cui ha voluto porsi, confermando la nostra piena disponibilità a collaborare per il futuro degli orsi trentini”.

Venerdì un sit-in a Trento

Venerdì 18 dicembre 2020 alle ore 11:30 l’Oipa scenderà in piazza a Trento, chiamando a raccolta gli animalisti per un sit-in sotto il palazzo della Provincia (Piazza Dante). Il sit-in sarà finalizzato a chiedere la libertà non solo per M57 ma anche per M49 e DJ3. Libertà che il Presidente della PAT Fugatti continua a negare loro.

Nell’ambito della manifestazione verrà anche tenuta una conferenza stampa per presentare il progetto “Morso”. Progetto di sviluppo sostenibile per valorizzare la presenza degli orsi in Trentino.

“I tre orsi imprigionati faranno capire al presidente Fugatti che sono una risorsa e non un problema per il Trentino – il monito dell’Oipa.

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