Itinerari

Riscopriamo le montagne del Lazio, i nostri suggerimenti per i giorni dei confini chiusi

Nevica sulle vette e le valli del Lazio. Mezzo metro a Campo Staffi, 80 centimetri al Terminillo, tanta neve anche sul Monte Autore e sulla Meta. In Vallonina e sulla Laga, imbiancata già a fine novembre, le pelli di foca e le ciaspole sono tornate in uso da tempo. Per chi ama lo sci di pista, e per chi grazie agli impianti lavora, la tanta neve di questi giorni sembra davvero una beffa. Come tutti sanno, in tutta Italia, seggiovie, cabinovie e battipista resteranno fermi fino al 7 gennaio, e la successiva riapertura è legata a protocolli di sicurezza non ancora approvati. 

La neve che imbianca l’Appennino e le Alpi è una buona notizia per gli appassionati delle ciaspole, dello scialpinismo e del fondo, e addolcisce la pillola per chi, dal 21 dicembre, non potrà uscire dalla regione di residenza. Anche questo limite, però, può diventare un’occasione da sfruttare. In tutta Italia, oltre agli itinerari sulla neve, nelle prossime settimane si potranno percorrere a piedi sentieri e cammini di bassa quota, arrampicare in falesia, pedalare in mountain-bike. 

La chiusura dei confini decisa dall’ultimo DPCM del governo, che danneggia l’economia di Abruzzo, Valle d’Aosta o Trentino, è anche un invito a riscoprire la regione in cui si vive. Iniziamo questa serie di servizi dal Lazio, dove gli appassionati di montagne e sentieri si concentrano tutto l’anno sul Gran Sasso e sugli altri massicci oggi vietati. Lavoro a due passi dal confine regionale, uno degli itinerari più belli con le ciaspole raggiunge il Monte Viperella e scende a Colle Mozzone, in Abruzzo. Altri percorsi, come quello verso Fonte della Moscosa sono interamente nel Lazio” sorride Luana Testa, guida ambientale escursionistica e titolare del rifugio Viperella di Campo Staffi. Negli ultimi anni la domanda di ciaspolate è cresciuta, nell’inverno scorso la neve è arrivata poco prima del lockdown. Temo che in parte degli sciatori prevarrà la pigrizia, sono certa che altri avranno voglia di provare qualcosa di nuovo. Noi abbiamo molte uscite in programma, a chi vuole andare da solo consiglio la Fonte della Moscosa” conclude Luana. 

Il Lazio meridionale, con le pareti di Sperlonga e Gaeta, durante le vacanze di Natale “normali” è meta di arrampicatori che arrivano anche da lontano. Quest’anno i climber della regione saranno soli, ma l’invito a evitare assembramenti invita ad andare in cerca di pareti poco note. A me piace molto la Buona Novella, una piccola falesia affacciata su Fondi, attrezzata qualche anno fa da Dario Martucci e da Giorgio Tuscolano. Ci vado con gli amici, ma anche con i miei corsi di arrampicata” spiega Lorenzo Trento, una delle poche guide alpine di Roma. L’accesso richiede pochi minuti, si arrampica al sole, c’è un bellissimo panorama verso la piana di Fondi e la costa. La roccia è ottima, l’arrampicata molto varia. Le vie, tutti monotiri, sono una ventina, lunghe 15-20 metri, con difficoltà compresa tra il 5a e il 7b+. Un gioiello”.

Non è un luogo da scoprire il Terminillo, la storica “montagna di Roma”, che è frequentatissimo d’inverno da alpinisti con piccozza e ramponi e scialpinisti. Negli ultimi mesi si è parlato del massiccio soprattutto per i nuovi impianti in progetto sul versante di Leonessa. Proprio in questa zona scende l’itinerario suggerito da Luca Mazzoleni, gestore del rifugio Franchetti al Gran Sasso e autore di guide di scialpinismo in Appennino. “Il Terminillo offre anche itinerari inconsueti. A me piace salire dal rifugio Sebastiani alla cima per il Canalone centrale, poi scendere a nord verso il Prato dei Sassi e la Vallonina” racconta Luca. “I pendii della discesa sono magnifici e solitari. La discesa finisce all’Ostello San Giorgio, dopo 750 metri di dislivello. Poi si risale con le pelli fino alla Sella di Leonessa e al rifugio”.     

Chi preferisce i sentieri di bassa quota, nel Lazio, ha a disposizione un’ampia scelta. Dai ripidi percorsi del Circeo si passa ai sentieri tra le necropoli etrusche della Tuscia, e a quelli tra le abbazie e le memorie storiche della Ciociaria. Le Francigene e i cammini dedicati a San Benedetto e a San Francesco offrono molti itinerari brevi. Con Sentiero Verde, la mia associazione, sto lavorando alla Variante Tiberina della Via di Francesco. Un anello magnifico, e ben segnato, inizia dall’abbazia medievale di Farfa, sale al borgo medievale di Fara Sabina e riporta alla base toccando Toffia e la valle del fiume Farfa” spiega Francesco Senatore, consigliere nazionale di Federtrek. I sentieri intorno a Cassino, in Ciociaria, consentono di scoprire una storia più recente. Grazie alla sezione locale del CAI, hanno iniziato a essere segnati e mappati i sentieri che toccano le postazioni della Linea Gustav, dove si è combattuto tra il 1943 e il 1944. Sulla pagina Facebook Memoria Storica Gustav si trovano itinerari, documenti e tracciati. 

Sono legato al Monte Cifalco, un cocuzzolo di 945 metri che offre un bel panorama sull’abbazia di Montecassino e le Mainarde” spiega Diego Magliocchetti, referente del Gruppo Terre Alte del CAI, che segue da anni questi itinerari. E’ un percorso semplice, che si raggiunge dalle case di Valleluce, e dove vengono in pellegrinaggio escursionisti dalla Polonia e dalla Germania. Dopo un cippo e una croce, si incontrano trincee e postazioni scavate nella roccia. E’ un luogo dove andare in silenzio, per ricordare una pagina dolorosa di storia”.

Gli itinerari

Monte Terminillo, anello del Canalone centrale e della Vallonina

(scialpinismo, 920 metri di dislivello, 4-5 ore, BSA)

Dal rifugio Sebastiani (1820 metri) si risale il canalone, con pendenze fino a 40°, fino alla vetta (2216 metri). Si scende ai piedi dei Sassetelli, poi si piega a destra e ci si abbassa in un bellissimo bosco. Da Fontenova (1450 metri) si risale per la strada e poi per un vallone fino alla Sella di Leonessa (1910 metri) e al rifugio.   

L’anello di Farfa, Fara Sabina e Toffia

(escursionismo, 420 metri di dislivello, 3.30 ore, E)

Dal borgo e dall’Abbazia di Farfa (200 metri) si segue il sentiero segnato che traversa la strada e sale a un bivio dove si stacca a destra un tracciato per i resti (0.30 ore in più) dell’Abbazia di San Martino. Si sale al borgo di Fara Sabina (490 metri), poi si continua a mezza costa fino a Toffia (263 metri). Traversato il centro, si continua fino a tornare al punto di partenza. 

Da Serra Sant’Antonio alla Grotta della Neve 

(ciaspole, 100 metri di dislivello, 3 ore a/r)

Dal valico (1608 metri), sulla strada da Filettino a Campo Staffi, si segue la stradina innevata che porta a saliscendi a Fonte della Moscosa (1619 metri). Lasciato a sinistra il vallone che sale a Monte Piano, si continua a mezza costa nella faggeta, seguendo i segnavia 651 e 654, fino alla Grotta della Neve (1645 metri) . Si torna per la stessa via.

Falesia della Buona Novella

(arrampicata sportiva, 20 vie dal 5a al 7b+)

Da Fondi si segue la strada per il Santuario della Madonna della Rocca, dal posteggio alla falesia occorrono pochi minuti. Tra le vie, tutte tra i 15 e i 20 metri, spiccano la placca di A cielo ed amore (5a) e All’ombra dell’ultimo sole (5b) e lo strapiombo di Stella neigra c’a lüxe (7b+).   

Le postazioni del Monte Cifalco 

(escursionismo, 300 metri di dislivello, 2.30 ore a/r, T/E)

Dalle case di Valleluce si sale a un laghetto artificiale dell’ENEL (645 metri). Un evidente viottolo sale alla cima del Monte Cifalco (945 metri), oltre la quale si aprono le postazioni tedesche, non tutte di facile accesso. Nel panorama spicca l’abbazia di Montecassino. Si torna per la stessa via.      

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