Turismo

Alla riscoperta dei sentieri della Linea Gustav

Il Monte Cairo, il Monte Cifalco e i cocuzzoli vicini sono ben diversi dal Lagazuoi, dalle Tofane e dal Paterno. Anche le piccole vette calcaree intorno a Cassino, però, conservano dolorose memorie di guerra. Se i tunnel, le postazioni e le caverne delle Dolomiti e dello Stelvio risalgono al 1915-‘18, quelle del Lazio meridionale, del Molise e dell’Abruzzo facevano parte della Linea Gustav, dove si è combattuto durante la Seconda Guerra Mondiale. 

La Linea Gustav

Tra il 1943 e il 1944, lungo questo sistema di fortificazioni che si allungava dal Tirreno all’Adriatico, i reparti della Wehrmacht tedesca hanno resistito all’avanzata degli Alleati. Un anno dopo, altri durissimi scontri hanno avuto luogo sulla Linea Gotica, tra la Toscana, l’Emilia-Romagna e le Marche. Su entrambi i fronti, accanto ai militari dei due schieramenti, ha sofferto la popolazione civile. 

Tra gennaio e maggio del 1944 questa zona è stata completamente devastata” spiega Gaetano De Angelis Curtis, presidente del Centro Documentazione e Studi Cassinati e del Museo Historiale di Cassino. “Il 15 febbraio è stata bombardata l’Abbazia, un mese dopo è stato distrutto l’abitato. Una parte degli abitanti è sfollata verso Roma, le vittime civili sono state moltissime, chi è fuggito in montagna ha vissuto in condizioni infernali”.

La memoria della Linea Gustav, come quella della Linea Gotica, è durissima. Al dolore causato dalle battaglie (nei due schieramenti sono morti circa 35.000 soldati) e dai bombardamenti si affianca quello delle stragi naziste compiute nelle retrovie, come a Pietransieri e a Collelungo negli ultimi giorni del 1943. Dopo la vittoria alleata, decine di borghi della Ciociaria sono stati teatro delle “marocchinate”, gli stupri da parte delle truppe coloniali francesi resi celebri da Alberto Moravia e da Vittorio de Sica (il primo autore del libro, il secondo regista del film con Sofia Loren) ne La Ciociara. 

Camminare nella storia

Dopo il ritorno della pace, gli escursionisti del Lazio e delle regioni vicine hanno iniziato a visitare a piedi le postazioni tedesche delle montagne di Cassino, e poi dei Monti Aurunci, della Majella e delle Mainarde. Ogni anno, milioni di polacchi visitano il luogo che ha visto il sacrificio dei loro padri e dei loro nonni. 

Da qualche anno è stata segnalata e pulita dalla vegetazione infestante la Cavendish Road, un tracciato aperto nel febbraio 1944 dai genieri alleati, e utilizzato da carri armati neozelandesi, americani e indiani per attaccare alle spalle Montecassino. L’avanzata, però, fu bloccata dai cannoni anticarro tedeschi. 

Oggi, al termine del tracciato, che è stato inserito nei sentieri del Parco Regionale dei Monti Aurunci, accoglie gli escursionisti un carro armato trasformato in monumento. Gran parte delle opere di guerra della Gustav, invece, è ancora abbandonata e sconosciuta. 

Il progetto dei CAI di Cassino

Segna un cambio di tendenza importante il progetto realizzato nel corso del 2020 dalla Sezione di Cassino del CAI, con il contributo della Regione Lazio, e che è stato presentato nei giorni scorsi a Sant’Elia Fiumerapido. Un gruppo di soci, coordinato da Mario Di Manno, Luisa Grossi, Carlo Trelle e Stefania Verrecchia, ha ripercorso dieci sentieri del Monte Cifalco e del Monte Cairo, toccando e mappando ben 62 postazioni tedesche scavate nella roccia. Ha aiutato il loro lavoro Orazio Grossi, socio del CAI e grande esperto dei sentieri intorno a Sant’Elia Fiumerapido e a Terelle. Sappiamo di non essere stati i primi a visitare questi luoghi, ma nessuno prima di noi lo ha fatto in modo sistematico. Le fortificazioni tedesche sono un pezzo importante della nostra storia. Con il passare degli anni, questa parte di memoria rischiava di perdersi per sempre” spiega Luisa Grossi, coordinatrice del progetto. “Abbiamo ripercorsi tutti i sentieri intorno a Sant’Elia Fiumerapido e a Terelle, e li abbiamo riportati su due mappe dedicate al Monte Cifalco e al Monte Cairo. Una terza mappa riguarda Montecassino e la Cavendish Road, dove i sentieri erano già stati segnati” aggiunge Mario Di Manno. “Le mappe e le tracce gpx dei percorsi possono essere scaricati dalla pagina ‘Facebook Memoria Storica Gustav’, dove si trovano anche testi, documenti e video storici”. 

A consentire l’intervento della Regione a favore del progetto è stata la legge del 2015 che prevede la realizzazione di un Archivio della memoria storica nel Lazio. Il progetto del CAI di Cassino ci è piaciuto subito. Sottolinea il rapporto della memoria con il presente, valorizza il patrimonio in modo che possa essere utilizzato, può avere ricadute positive sul territorio” spiega Silvana Vitagliano, la funzionaria della Regione Lazio che ha seguito il progetto. 

Il convegno di presentazione di Memoria Storica Gustav è stato introdotto da Pietro Miele, presidente della Sezione CAI di Cassino. Hanno proposto di allargare gli interventi ad altri tratti della Linea Gustav anche Umberto Bernabei, presidente della Commissione cultura del CAI Lazio, e il responsabile del CAI Abruzzo Gaetano Falcone. Come già sulla Linea Gotica, potrebbe nascere anche un cammino ufficiale della Gustav, dalla costa di Ortona sull’Adriatico fino a quella di Formia e Gaeta sul Tirreno. Verranno coinvolti negli interventi, immaginiamo, anche le sezioni molisane del CAI, nel cui territorio ricade il Monte Marrone. Qui, nel marzo del 1944, gli alpini del nuovo Esercito italiano, schierato dalla parte degli Alleati, hanno occupato con un colpo di mano la cima, e hanno respinto gli attacchi dei Gebirgsjäger, le truppe da montagna della Wehrmacht tedesca. Un altro evento storico importante, che si scopre per uno spettacolare sentiero.     

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