Turismo

Numeri, finanziamenti e idee. Il mondo dei cammini si interroga

Il mondo dei cammini sta traversando un cambiamento epocale. Il boom di escursionisti che abbiamo visto nell’estate 2020, in parte legato all’emergenza sanitaria che ha impedito di viaggiare più lontano, ha confermato una tendenza già in atto. I cammini stanno per ricevere dei fondi pubblici importanti. Per spenderli bene, però, c’è bisogno di un’intesa tra pubblico e privato”. A fare il punto della situazione con queste parole è Miriam Giovanzana, direttore di Terre di Mezzo, la casa editrice che più di ogni altra ha accompagnato lo sviluppo dei grandi itinerari a piedi italiani, dalla Francigena (del Nord e del Sud) fino alle vie di San Benedetto e San Francesco. 

L’occasione per la sua riflessione, qualche giorno fa, è stato un dibattito online organizzato dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani e dal Ministero dei Beni Culturali e Ambientali. A promuoverlo e a moderarlo è stato Paolo Piacentini, presidente di Federtrek e consulente del ministro Dario Franceschini. A raccontare l’aumento dell’interesse intorno all’Italia dei cammini è stato Simone Frignani, ideatore e promotore del Cammino di San Benedetto. “Insegno religione nelle scuole, sono sempre stato legato alla figura di San Benedetto. Per tre anni, tra il 2009 e il 2012, ho lavorato gratis per tracciare il Cammino, pagandomi tutte le spese”. “Poi, con una rapidità che non mi aspettavo, ho visto nascere un enorme interesse nei territori attraversati. Si sono dati da fare singoli escursionisti, associazioni, piccoli imprenditori locali. Solo più tardi è arrivata l’adesione dei Comuni” prosegue Frignani. “Se nei prossimi mesi arriveranno dei finanziamenti pubblici sarà certamente un bene. Ma ci tengo a ricordare che, fino a oggi, il Cammino è cresciuto da solo”.   

Ad ascoltare i lavori del webinar sono state oltre 400 persone, tra addetti ai lavori e amministratori pubblici. A elencare per loro i fondi in arrivo per i cammini italiani sono stati Angelantonio Orlando e Luigi Scaroina, entrambi dirigenti del MIBACT. Entro il 2020, a seguito di un Piano approvato dal Ministero quattro anni fa, qualche decina di milioni di euro verrà spesa per attrezzare, mettere in sicurezza e segnalare i grandi cammini della fede (San Francesco, San Benedetto, Via Lauretana, 1000 chilometri in 5 Regioni) e le Francigene del Nord e del Sud (1500 chilometri in 11 Regioni). Altri finanziamenti importanti riguarderanno l’Appia Antica che unisce Roma con Taranto e Brindisi, e che è stata proposta come itinerario a piedi da Paolo Rumiz e Riccardo Carnovalini, accompagnati dalla forza mediatica di Repubblica. Sull’Appia abbiamo un po’ di ritardo ma ci stiamo dando da fare. A settembre è stata presentata la candidatura per il Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, da poco abbiamo lanciato il sito www.camminodellappia.it. In molte zone il recupero della strada antica va di pari passo con la ricerca archeologica” spiega Luigi Scaroini. “Per molti Comuni, i cammini sono una opportunità importante. Certo, ci sono realtà diverse tra loro, minuscoli borghi rimasti finora isolati dal turismo e centri dove i visitatori arrivano da tempo” aggiunge Vincenzo Santoro, Responsabile Dipartimento Cultura e Turismo dell’ANCI. “Rimane una differenza importante tra i cammini nati “dal basso”, come quelli di San Benedetto e San Francesco, e i tracciati istituiti d’ufficio, come l’Appia Antica e la Francigena del Sud. Su questi ultimi, a volte, bisogna ancora definire un tracciato ufficiale e completo” prosegue Santoro.

Lorenza Bonaccorsi, sottosegretario del MIBACT con delega al Turismo, spiega il perché di qualche mese di ritardo, e anticipa gli interventi futuri per promuovere il turismo a piedi. “Conosciamo l’importanza dei cammini, ma durante e dopo il primo lockdown ci siamo occupati soprattutto dell’emergenza per le imprese e i lavoratori del turismo”. “Ora riprendiamo a lavorare per i cammini, e le linee-guida fissate pochi anni fa dovranno cambiate” continua il sottosegretario Bonaccorsi. “L’Atlante dei cammini verrà aggiornato, lavoreremo con l’ENIT per promuovere il turismo a piedi in Italia. Dobbiamo ridefinire la governance dei cammini, decidere chi dovrà gestire in concreto gli interventi”. 

Poche ore dopo l’incontro promosso dall’ANCI, Terre di Mezzo ha presentato il rapporto L’Italia dei cammini, che testimonia della sostanziale tenuta del settore (-32%, di fronte al -85% del Cammino di Santiago) in Italia nell’anno segnato dal Covid-19. Il rapporto di Terre di Mezzo, che è certamente utile, continua a ignorare l’altra metà del mondo dei cammini, quella legata al Sentiero Italia e al Club Alpino Italiano. Nell’incontro online, invece, Paolo Piacentini ha ricordato l’importanza del CAI e dei sentieri d’interesse locale. 

A segnare la discussione, e a “dare i compiti” ai partecipanti per i prossimi mesi, però, sono state le parole di Miriam Giovanzana. “Grazie ai cammini Terre di Mezzo è cresciuta, oggi nelle nostre guide sono descritti 12 o 13 mila chilometri di itinerari”. “Per il futuro, mi permetto di dare qualche parola-chiave. La prima è gratitudine, perché vorrei che gli ideatori dei primi cammini italiani venissero riconosciuti e ringraziati – sottolinea Giovanzana -. La seconda è l’alleanza tra pubblico e privato, perché i fondi pubblici in arrivo devono essere gestiti bene. La terza parola è storia, perché i cammini, prima che uno strumento di turismo e di reddito, sono una parte della nostra identità nazionale”.

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Un commento

  1. Ci sarebbero pure percorsi su argini di fiumi..senza bisogno di asfaltarli..eventualmente accordandosi tra comuni e demanio e responsabili di bacino. Anche in canoa , a tappe con punti di sosta ed accoglienza ..pure gruppi misti..uno in acqua ed uno che segue a riva…

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