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Mauro Corona torna in libreria con “L’ultimo sorso. Vita di Celio”

“Fu Celio a dirmi che se guardi la cima di una montagna con l’idea di salirla, ti avvilisci e non parti nemmeno. Non devi mai guardare la cima ma il metro di terreno che ti sta davanti al naso. Superato quello ne arriva un altro, e un altro ancora. Avanti così, senza alzare gli occhi, finché ti ritrovi a calpestare aria. Lì è la cima’, così mi disse Celio”. É questo uno degli infiniti ricordi del suo mentore che Mauro Corona ha deciso di raccogliere in un nuovo libro dal titolo “L’ultimo sorso. Vita di Celio” (Mondadori, 2020).

Sinossi

Rocciatore, taglialegna, scalpellino, minatore, apicoltore: chi è Celio? “Un niente” risponde lui, un semplice signor nessuno di un paesino sulle Alpi che è terra di nascita dell’autore. E lui a far rivivere Celio, a strapparlo all’oblio per renderlo personaggio vero, sfuggente, pulsante di idiosincrasie e contraddizioni. Insofferente alle persone fino alla misantropia, il protagonista si rifugia in se stesso, nell’ermeticità del dialetto ladino e nell’abbraccio ambiguo dell’alcol, che lo stringerà per tutta la vita, fino al delirio e alla morte. In Celio, conosciuto durante la problematica infanzia e quarant’anni più vecchio di lui, l’autore troverà un inaspettato mentore, una protezione dalle violenze perpetrate dal padre, una via d’accesso privilegiata ai misteri e alla saggezza della natura, rivelatasi solamente per lui.

Nel racconto, Mauro Corona si riscopre bambino, mettendo nero su bianco le parole – sempre misurate, mai lasciate al caso – dell’anziano amico e compagno di bevute, alla ricerca delle radici di un male di vivere sempre scacciato e mai sopito, nel duro e apparentemente impenetrabile cuore da montanaro. Una scrittura aspra, nervosa e autentica al pari del protagonista di questo romanzo, dietro le cui vicissitudini si legge in controluce l’autobiografia dell’autore, vero alter ego di Celio e solo testimone di un’esistenza che si fa simbolo di una terra sospesa nel tempo, in cui la solitudine, portata su di sé come una croce, sembra l’unico rimedio al contagio della miseria e del dolore. Le uniche leggi e autorità riconosciute sono quelle della natura, al contempo madre e matrigna. Come il vecchio accendino a benzina, ereditato dal maestro, l’allievo tiene viva la fiamma del ricordo e fa luce sul potere dell’amicizia, rara e inafferrabile ma capace di farsi salvifica nell’ostilità e nell’indifferenza del mondo.

Titolo: L’ultimo sorso. Vita di Celio.
Autore: Mauro Corona
Editore: Mondadori
Pagine: 204
Prezzo: 18,50 €

 

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Un commento

  1. Un esempio per tutti:rimestando nelle vicende di famiglia, di condominio problematico,di casata nobiliare Austroungarica , di paese ..si puo’ nascondere un tesoro.
    Tra parentesi il suo appelllativo aviario gli e’costato il contratto e l’esilio , altri ospiti opinionisti su tutto elargitori di appellativi ovini ci marciano da anni, una ex ministra e con altre cariche, alla medesima conduttrice che per suo stile tronca i discorsi lasciandoli inconclusi, spara un sommesso vaffa ,e non succede nulla.
    Trattamento differenziato per montanari e riferimenti aviari da uova o da brodo.

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