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Covid-19: l’Alto Adige fa marcia indietro, ma gli impianti rimangono aperti

Dopo una prima forte presa di posizione rispetto al dpcm in vigore dalla mezzanotte di lunedì 26 ottobre la provincia di Bolzano tira il freno a mano. Inizialmente le due provincie autonome di Trento e Bolzano avevano deciso di mantenere una linea più morbida rispetto alle restrizioni imposte dal governo. In particolare Bolzano aveva deciso per bar e ristoranti aperti fino alle 21 e coprifuoco dalle 23. Il Trentino aveva invece optato per bar aperti fino alle 20, ristoranti fino alle 21 e nessun coprifuoco notturno. Anche l’industria dello sci, ferma nel resto del Paese, qui continua a ricevere atleti agonisti e semplici appassionati. Come infatti recita l’ordinanza provinciale “gli impianti nei comprensori sciistici possono essere utilizzati da parte di atleti professionisti e non professionisti. I predetti impianti sono aperti agli sciatori amatoriali, subordinatamente all’adozione di apposite linee guida da parte della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome o, nelle more dell’adozione delle stesse, nel rispetto delle linee guida provinciali, avendo cura di evitare ogni forma di assembramento”.

Un passo indietro dalla provincia di Bolzano

Il 29 ottobre la provincia di Bolzano tira il freno a mano decidendo di adeguarsi alle normative nazionali, almeno per quanto concerne la ristorazione. Il presidente della provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, nel corso della mattinata di giovedì emette nuove dure restrizioni: chiusura totale per bar, pasticcerie e gelaterie; ristoranti e negozi possono invece tenere aperto fino alle 18. Nella serata poi, il primo ripensamento che concede un minimo di briglia dal lunedì al venerdì consentendo a bar, pasticcerie e gelaterie l’apertura fino alle 18 con chiusura totale solo nel fine settimana. “Ci muoviamo in linea con Germania  e Austria” il commento del presidente della provincia autonoma. Trento rimane invece ferma sulla sua posizione, ma l’ordinanza del presidente Fugatti è già stata impugnata da Roma.

Le piste rimangono aperte

Nelle varie discussioni e nei vari provvedimenti presi, a oggi non si parla di chiusura degli impianti sciistici che continuano ad accogliere turisti e appassionati. Essendo solo all’inizio dell’autunno sono ancora poche le piste già in grado di offrire il servizio, tra queste quelle della Val Senales. “Siamo aperti dal 18 settembre e abbiamo avuto la possibilità di testare la situazione” ci raccontano dagli impianti, al momento frequentati principalmente da squadre dilettanti e nazionali. “Stiamo gestendo il momento applicando le classiche regole di sicurezza. Mascherina obbligatoria, preferibilmente anche guanti. Cerchiamo di tenere le persone all’esterno il più possibile, consentendo l’accesso solo quando è il loro turno di salita. Inoltre le cabinovie viaggiano circa alla metà della capienza, anche se la durata è di soli 6 minuti. Si tratta di cabine arieggiate e sanificate più volte al giorno”. A tutto questo si aggiunge un ferreo rispetto delle regole. “I nostri collaboratori controllano severamente che le mascherine vengano utilizzate e a chi non rispetta le regole viene ritirato lo skipass.

Per ora quindi si continua, ma la situazione potrebbe cambiare da un momento all’altro. “Noi siamo un buon esempio che mostra come sia possibile tenere aperto. Ci auguriamo che si possa andare avanti che gli altri possano riprendere l’attività”.

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