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Simone Moro torna in libreria

L’annuncio ieri, giorno del compleanno. Simone Moro esce in libreria con la sua nuova fatica letteraria: “Ho visto l’abisso”, edito Rizzoli.

L’alpinista bergamasco parte dall’incidente accaduto nell’inverno del 2019, durante la spedizione per realizzare la traversata dei Gasherbrum: Simone, che stava attraversando il ghiacciaio che dal campo base porta a campo 1 con la compagna di cordata Tamara Lunger, cade in un crepaccio per il cedimento di un ponte di neve. Grazie all’esperienza e alla prontezza dei due, Moro riesce a uscirne solo con qualche livido, Tamara invece è ferita alla mano per aver retto la corda a cui era legato il compagno. I due decidono di chiudere la spedizione e di tornare a casa.

Un episodio, descritto con dovizia di dettagli nel libro da Simone, che è un escamotage per alcune riflessioni più ampie sulla vita dell’alpinista, tra successi e fallimenti, ma anche di tutti noi che durante la nostra esistenza affrontiamo le difficoltà, più o meno gravi, che ci troviamo di fronte. “A quali forze nuove, formidabili riusciamo ad attingere quando vediamo l’abisso? E che cos’è un abisso: è una frattura nera nel ghiaccio o può presentarsi nella vita di un alpinista, e anche di ciascuno di noi, con il volto del tradimento di un amico, della rinuncia obbligata a un sogno, di un lutto inaccettabile? O anche con quello della strage da Covid di Bergamo a cui Simone assiste al suo rientro?” sono alcune delle domande che l’alpinista affronterà tra pagine.

La parole di Simone Moro

Ho voluto descrivere i miei momenti difficili, le mie sconfitte, i momenti di sconforto, quelli che spesso definiamo “fallimenti”. L’ho fatto nel mio nuovo libro, l‘undicesimo, scritto mentre tutta la Nazione e il pianeta intero, stavano vivendo il momento globale più tragico della storia. Eravamo tutti in trincea a difenderci da un nemico invisibile e letale. Non avrei di certo immaginato che questo libro già pianificato da tempo lo avrei scritto proprio in quel periodo così devastante per tutti noi e ancor meno che sarebbe uscito in libreria proprio al riproporsi dello stesso nemico e in analoga situazione di chiusura, di difesa personale. È un abisso quello in cui rischiamo di cadere tutti se non troviamo la forza, la saggezza, la motivazione e l’autodisciplina per saper reagire. Purtroppo, dall’abisso bisogna imparare a uscire da soli. In questo libro ho narrato le volte che ho perso, che ho subito e che ho avuto a che fare con situazioni ed eventi che hanno provato a porre fine a tutto, anche alla mia vita. Saper perdere è stata la scuola per imparare a vivere e vincere” ha scritto Simone Moro annunciando l’uscita nelle librerie il prossimo 3 novembre.

Alcuni estratti

«Tamara…» «Cosa?»
«Tami, non passo sulla tua traccia, passo un po’ più a sinistra, ok?»
Lo dico e un istante dopo mi porto avanti di un mezzo passo. Sollevo il piede impercettibilmente e quando lo appoggio non c’è più niente a sostenermi. Il piede sprofonda nel vuoto. Io, sprofondo nel vuoto. Precipito, adesso arriva lo strappo, penso, e invece rimbalzo contro le pareti, mi giro su me stesso. Cado ancora più giù, verso l’abisso…

«Tami, sono appeso a una vite da ghiaccio!!!»
«Non riesco a fare la sosta… la mano… non riesco più a muovere la mano… non ci riesco.»
Capisco cosa è successo: per tenermi, si è distrutta una mano. La sento piangere, disperarsi. Le urlo di stare tranquilla.
Capisco che sono io a dover trovare una soluzione. La vite da ghiaccio ha fermato la mia discesa ma sono ancora lungi dall’essere salvo: sono sotto di venticinque metri e la mia compagna non riesce a fare le manovre di recupero usando una mano sola.

Il lockdown è stato dichiarato da qualche settimana quando sullo schermo del mio computer compaiono le immagini dei camion militari che attraversano Bergamo per trasferire altrove le salme di coloro che non si riescono a cremare in città.
Conosco quelle strade, ho un ricordo preciso per ognuno di quei luoghi che vedo oltre lo schermo e non so ancora che quei pochi secondi di ripresa diventeranno il simbolo dell’emergenza Covid non solo in Italia ma anche nel mondo. Qualche settimana dopo, ce ne sarà un’altra di immagine molto forte, quella delle fosse comuni nel Bronx, a New York.
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8 Commenti

  1. Mi ricordo che all’epoca dell’incidente qualcuno aveva commentato: “Siamo già in attesa del nuovo libro di Moro sull’incidente al Gasherbrum”….beh, ci avevano visto lungo!

    1. I troll ci vedono lungo eccome, lo narra anche la mitologia nordica; dice anche che sono esseri perennemente in lotta contro tutto e tutti, alternando le loro misere vite tra abbuffate di rabbia e zuffe con chiunque.
      Che bella la vita, il dileggio per passione è un passatempo senza prezzo.

    1. Vero … io ammetto che sono dovuto andare a cercare sulla Treccani: voglio che impari o vorrei che imparasse.
      Lo scivolone nel crepaccio letterario qui però l’ha fatto l’editore.

  2. Mah, dopo aver acquistato un suo resoconto siberiano,all’alpinista tanto di cappello, al narratore scrittore ..meglio far comporre il testo assieme ad un ghost writer creativo .
    Buzzati, invitato ad un incontro letterario a presentare un libro di Walter Bonatti , fece 4 parole stentate e riconobbe poi che l’Autore Alpinista, al suo pari come scrittore , era pure piu’spigliato nell’arte arte retorica.e nel coinvolgere il pubblico, che dava chiar isegnali di pieno coinvolgimento.
    Idem Buzzati presenta Cesare Maestri scrittore .
    Altra lettura giovanile, trovato frugando in biblioteca comunale in prima edizione..polverosa :Tita Piaz, A tu per tu con le crode.

  3. editorialmente è il Bruno Vespa dell’alpinismo.
    Non è questione di cattiveria, sono libri che lasciano il tempo che trovano.

    1. Rodigini,dicevano che i finanziamenti statali all’editoria sarebbero stati tolti.
      In Italia mi dicevano che vengono pubblicati più di 60.000 libri all’anno, quasi 2 al giorno (lavorativo) !!! Ti dò ragione, uno più uno meno non cambia la “solfa” della maggioranza.
      Le tirature però sono bassissime (costi alti) e le riedizioni molto rare…. dati mai riportati al pubblico.
      Quotidiani e riviste (anche con tirature solo di poche migliaia) poi sembrano un’infinità…. come le associazioni più o meno private o pubbliche che continuano a nascere anche moltiplicandosi e non vengono mai chiuse nonostante i costi, anzi vengono finanziate..
      Anche in questo caso ci dimostriamo un popolo strano.

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