Uncem e FAI insieme per valorizzare le aree montane
Da Roncobello a Ulassai, l'impegno per rigenerare i borghi italiani
FAI (Fondo Ambiente Italiano) e UNCEM (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani) uniscono le loro forze per la valorizzazione delle aree interne di montagna. Il FAI dal canto suo rilancia un’azione importante per la valorizzazione del patrimonio architettonico, paesaggistico, artistico e urbanistico attraverso il “Progetto Alpe”, e Appennino. Uncem supporta invece l’iniziativa con le sue Delegazioni regionali.
Il Protocollo d’intesa è stato presentato venerdì 2 ottobre nel corso dell’iniziativa on line “Le aree interne di montagna. Sostenibilità e futuro”, che ha visto la partecipazione di Daniela Bruno, Vicedirettore Generale per gli Affari Culturali del FAI, Marco Bussone, Presidente Uncem, Federica Armiraglio, Project Manager del Progetto Alpe del FAI, Ilaria Rovelli, Sindaco di di Roncobello (BG), Fabio Sebastiano Venezia, Sindaco di Troina (EN), Gian Luigi Serra, Sindaco di Ulassai (NU), Enrico Bini, Sindaco di Castelnovo ne’ Monti (RE) e Costanza Pratesi, Responsabile Ufficio Paesaggio e Patrimonio del FAI.
Un protocollo, come sottolinea UNCEM, finalizzato a diffondere il valore della montagna per lo sviluppo sostenibile del Paese.
Il ruolo essenziale dei borghi montani
“È molto importante questo accordo – commenta Marco Bussone, Presidente Uncem – e ringrazio il Presidente FAI Andrea Carandini e il Vicepresidente esecutivo Marco Magnifico, oltre a tutti i Dirigenti della Fondazione, per l’impegno costante nella valorizzazione dei patrimoni italiani. La Montagna è oggetto di attenzioni e investimenti da parte di FAI che con la sua rete di volontari muove azioni culturali che diventano progetti e che impegnano la Politica, tutte le Istituzioni nei diversi livelli locali e nazionali, a una conservazione che diventa motore di innovazione, di trasformazione, di rinnovamento e di futuro. Ci crediamo insieme e sono già moltissimi i Sindaci che stanno lavorando in questa direzione. Si uniscono in una rete più forte e determinata, anche per favorire una più consapevole fruizione turistica ma soprattutto per consentire rigenerazione e reinsediamenti. I borghi appenninici e alpini sono in questo processo determinanti, con le loro storie e progettualità che Uncem sta mappando in tutto il Paese”.
FAI e il “Progetto Alpe”
Le aree interne di montagna, partendo da alcuni territori individuati come aree pilota, sono protagoniste del “Progetto Alpe”, con un obiettivo ambizioso e innovativo: il FAI, oltre a occuparsi di Beni da restaurare e valorizzare che ricadono in queste terre, darà vita ad autentici presidi della Fondazione sul territorio. Un passo importante, questo del FAI, per intervenire a favore delle comunità che abitano e animano monumenti e paesaggi, e che meritano di essere sostenute nell’opera di tutela e valorizzazione del loro patrimonio, un capitale per il futuro loro e dell’Italia intera.
Nel corso del webinar è stato citato il caso della piccola località montana di Bàresi, frazione di Roncobello (BG), con il Mulino “Maurizio Gervasoni”, nel cuore della val Brembana: già Luogo del Cuore nel 2003, acquistato, restaurato e recuperato dal FAI, la cui gestione è oggi affidata all’Associazione “Maurizio Gervasoni”, nata appositamente per curare la promozione sociale e culturale del Bene. Qui il FAI ha dato vita per la prima volta a un modello virtuoso in cui la partecipazione attiva dei cittadini è condizione determinante per lo sviluppo economico, sociale e culturale del territorio, creando una connessione profonda tra Bene e collettività.
Nel solco del cammino iniziato a Bàresi, il FAI ha avviato, in via esplorativa, una collaborazione con il Comune di Ulassai (NU), con il Comune siciliano di Troina (EN) e con il Comune di Castelnovo ne’ Monti, comune in provincia di Reggio Emilia, i cui Sindaci hanno presentato in occasione del webinar l’impegno per i loro territori.
Interventi a favore delle comunità? È una sciocchezza gigante. Alleggerito la burocrazia, consentite alla gente comune di effettuare restauri dilazionati e non capestro, consentite una reale ripresa delle attività tradizionali, non renderle impossibili con piogge di regolamenti e un fisco terribile. Il FAI fa solo i suoi interessi immobiliari e i borghi diventeranno solo rifugi per una borghesia miope ed estranea.
Piu’ i borghi montani sono spopolati e meno voti arrivano ai politicanti per cui i borghi si spopolano ancor di più.
Si ramazzano piu’voti sulle spiagge ferragostane affollate con selfie benignamente consentiti al volgo.
Qualche volta i Leaders si esibiscono per le telecamere o fotografi in tenuta SCIISTICA..ma la goffaggine e’ contro producente.