Arrampicata

Adam Ondra e i gradi dell’arrampicata

“Cosa sono quei numeri che troviamo accanto al nome di una via?”. Questa la domanda cui cerca di fornire una chiara risposta Adam Ondra nell’episodio 78 della serie “Road to Tokyo”. Protagonisti della puntata sono dunque i gradi dell’arrampicata e il delicato rapporto tra scienza e soggettività che ne determina la scelta.

Nessuna equazione matematica

“Non esistono equazioni matematiche per l’attribuzione univoca di un grado – spiega Adam, sottolineando che i fattori da tenere in considerazione per l’elaborazione di un proprio giudizio siano molteplici. Ad esempio, la lunghezza di una via, la pendenza, l’ampiezza degli appigli, la distanza tra l’uno e l’altro, l’attrito della roccia. “Dipende tutto dalla soggettività del primo ascensionista o da chi ripete successivamente la via”.

“Personalmente attribuisco un grado a seguito di comparazione con tutte le vie che ho già affrontato. Ma se si vuole tentare un approccio più scientifico, ci sono una serie di elementi da considerare”.

Uno dei fattori tenuti in conto da Adam nella scelta del grado è rappresentato dal tempo resosi necessario per completare la salita, ovviamente legato alle difficoltà incontrate. Senza dimenticare di considerare però lo stato fisico al momento del tentativo, e le condizioni meteo. Salire una via nelle condizioni meteorologiche migliori per il tipo di roccia cui ci si trova di fronte, porta ad abbassare il grado rispetto ad una arrampicata in condizioni lontane dall’optimum. “Perché tutto pare più facile”.

“Tengo in considerazione tutti questi elementi e poi cerco di fornire una mia opinione onesta sul grado”.

Scale dei gradi, che confusione!

“Ci sono molteplici scale in uso per i gradi dell’arrampicata. Ma per comodità utilizziamo quella francese per l’arrampicata sportiva e la Fointanebleau per il boulder”, commenta Adam prima di passare ad un breve recap storico dei gradi. La prima ascesa di un 8a risale al 1979. Si arriva nel 1985 a un 8b+. Nel 1991 arriva il 9a con “Action Directe”. Nel 1996 è la volta del 9a+. Il primo 9b risale al 2008, seguito dal primo 9b+ nel 2012 e 9c nel 2017.

“Se notate l’avanzamento nei gradi è stato piuttosto rapido negli anni Ottanta. In 12 anni si salta da 8a a 9a. Dopodiché la velocità rallenta, sempre di più nel tempo”. Con il salire del grado, aumenta linearmente la difficoltà. Ne consegue che sia sempre più complicato l’avanzamento, dipendente in maniera essenziale dalle capacità dei climber migliori.

“Lasciatemi dire con assoluta certezza che non potrò mai e poi mai arrampicare un 10b, perché va contro ogni regola statistica e ogni dato storico”, conclude Adam.

Il grado: difficoltà fisica o mentale?

Ondra è convinto di una cosa, “il grado rappresenta solo la difficoltà fisica di una via, e non quella mentale”. Seconda peculiarità dei gradi: “il grado deve essere basato sulla soluzione più facile, il cosidetto ‘beta’, la sequenza dei movimenti. Motivo per cui il grado va assegnato dopo una salita in redpoint e non a vista, perché è difficilissimo trovare la soluzione più semplice in quest’ultima modalità”.

Terza caratteristica: “il grado deve essere oggettivo per la persona media”. Con il termine medio va intesa non solo la capacità di arrampicare, ma anche il fisico. La via “Bohemian Rhapsody” (9a+), ad esempio, a detta di Adam non è praticabile se non si è alti almeno 1,70 m.

Elemento importante: “il grado di una via può cambiare nel tempo, perché la via stessa si modifica nel tempo”. Se si rompe un appiglio, la via necessariamente diventa più complessa. A meno che, al contrario, la rottura non generi un appiglio migliore. È poi possibile avere una percezione diversa del grado rispetto al primo ascensionista, se si utilizzano per esempio tecniche alternative, come il kneebar, l’incastro di ginocchio. “Un primo ascensionista dovrebbe evitarli”. Per non parlare dell’evoluzione delle scarpette di arrampicata, che portano ad affrontare con molta più facilità le vie di alto grado aperte negli anni Ottanta.

Ci vuole coraggio

Insomma, il grado è opinabile, e ci vuole coraggio per dichiararlo. Ne ha avuto tanto Adam nel caso di “Silence”, primo 9c al mondo. E di recente Alexander Megos con il secondo 9c, “Bibliographie”.

“Il grado sarà sempre fonte di discussioni potenti tra i climber”. L’opinione di Adam è che quei numeri, che sembrano categorizzare una via, siano un utile strumento. “Ad esempio per definire una propria sfida, scegliendo la via adatta a ciascuno”. In aggiunta “senza i gradi l’arrampicata non potrebbe essere uno sport”.

Consiglio finale? “Non prendete troppo seriamente i gradi, sono numeri suggeriti da qualcuno. Non dimenticate mai che è il divertimento la cosa più importante nell’arrampicata”.

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2 Commenti

  1. Sembra una strana coincidenza il fatto che questa lezione di Ondra sui gradi compaia pochi giorni dopo la dichiarazione di Megos sull’ aver realizzato un secondo 9c.

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