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“Grimpeurs”. La tragedia del Pilone Centrale del Freney

La tragedia del Pilone Centrale del Freney, sul Monte Bianco, rivive nella pellicola del regista Andrea Federico Grimpeurs (Italia, 2015, 86′). Il film ci riporta indietro nel tempo, a quel luglio del 1961, e ripercorre una delle pagine nere dell’alpinismo.

Andrea Federico ha investito cinque anni nella lavorazione di quello che è un documentario da guardare tutto d’un fiato, e che riesce a far rivivere allo spettatore, grazie a testimonianze e a immagini d’epoca, una delle pagine più intense e drammatiche della storia dell’alpinismo.

La tragedia del luglio 1961

Gli scalatori Walter Bonatti, Andrea Oggioni e Roberto Gallieni lasciano Courmayeur sabato 9 Luglio 1961 decisi a conquistare l’ultimo problema alpinistico del Monte Bianco: la scoscesa e impervia parete sud del Pilone Centrale del Freney. Prima di proseguire il cammino, il trio decide di fare tappa nel piccolo bivacco della Fourche per rifocillarsi. Nello stesso rifugio, poche ore prima, si sono fermati quattro alpinisti francesi prima di rimettersi in marcia la mattina successiva, diretti anch’essi all’attacco del famigerato Pilone. Sono Pierre Mazeaud, Antoine Vieille, Pierre Kohlmann e Robert Guillaume. Con la grandissima esperienza di uno scalatore provetto come Bonatti, la consapevolezza di poter arrivare in cima con meno difficoltà – e in tempi relativamente ridotti – aumenta esponenzialmente. Le due cordate decidono di unire le forze per intraprendere la difficile scalata e condividere la sospirata, e quasi certa, vittoria.

Durante l’arrampicata, giunti a quasi 80 metri dalla vetta, il Monte Bianco è avvolto da un’immensa tempesta sopraggiunta dalla Francia. Gli alpinisti sono costretti a fermarsi e a bivaccare in parete. Dopo quattro giorni di straziante attesa, a oltre 4000 metri di quota, il maltempo non accenna a diminuire e il gruppo decide di ridiscendere per aver salva la pelle. Mortalmente provati dalle avverse condizioni meteorologiche, stremati dalla fame, dalla sete e dal freddo, gli uomini si lasciano cadere a terra stravolti e ormai privi di forze per proseguire la disperata marcia nel disumano cammino verso casa. Dei sette uomini, solo tre – Bonatti, Gallieni e Mazeaud – faranno ritorno alle proprie famiglie.

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