Cronaca

Guide alpine: “Pronti per quando la montagna potrà accoglierci”

L’Italia è chiusa, la montagna anche. Se fino a qualche settimana fa le attività all’aria aperta erano consentite, i nuovi decreti governativi hanno chiuso le terre alte. “Divieti importanti per un amante della montagna” racconta la guida e alpinista himalayano di Santa Caterina Valfurva Marco Confortola. “Ma non è questo il momento in cui pensare alla montagna, ora abbiamo una lotta più importante: dobbiamo dare valore alla salute nostra e dei nostri cari. Il Gran Zebrù può aspettare”.

“In pratica siamo fermi dall’undici marzo, quando un primo decreto chiedeva di evitare gli spostamenti non strettamente necessari” spiega l’aspirante guida Matteo Pasquetto, rientrato ai primi di marzo dalla Patagonia. “Non c’era ancora un divieto nella pratica di attività all’aria aperta, ma non sarebbe comunque stato possibile far arrivare i clienti sul posto, non essendo la montagna una necessità. No, non è una necessità. È uno svago, un qualcosa che ci aiuta a migliorare il nostro umore e anche una fonte di reddito per i professionisti della montagna che come molti in questo periodo sono costretti a tirare la cinghia. “Per le guide marzo è uno dei mesi con maggior lavoro” afferma Laurent Nicoletta, neoeletto presidente delle Guide del Cervino. “A febbraio si è lavorato, anche se le condizioni non ci hanno certo aiutati. Ora che è arrivata al neve e le temperatura sono ottimali siamo fermi. In pratica abbiamo perso metà stagione. “La meteo di questo mese è perfetta per andare a sciare, per provare qualche goulotte in quota o magari per la falesia, dove si potrebbe attivare qualche corso” continua Pasquetto. “Di certo si sarebbe potuto lavorare bene” e un po’ di preoccupazione viene a guardare in avanti, al futuro. “Ad aprile c’è tutta la settimana di Pasqua”.

Dopo

“Sicuramente la gente avrà voglia di andare in montagna, di tornare nei luoghi che più ama” racconta Confortola che quest’anno dovrebbe ripartire alla ricerca degli ultimi Ottomila. “Si, vorrei andare in Pakistan, ma adesso le priorità sono ben altre”. Ora l’obiettivo è sperare quanto prima in un ritorno alla normalità.

“Noi ci stiamo preparando al meglio e siamo pronti per quando la montagna potrà nuovamente accoglierci il pensiero di Nicoletta. “Sono ottimista, abbiamo già delle prenotazioni estive per la Capanna Carrel. Penso che chi potrà avrà voglia di scappare in quota, di fare gite”. “Di certo ci vorrà tempo” confida Pasquetto. “Ho sentito alcuni clienti con cui sarei dovuto uscire a marzo, tutti vorrebbero recuperare la gita dopo, ma con calma. Molti non stanno lavorando, alcuni hanno perso delle entrate o non hanno percepito lo stipendio. Non credo che tutto ripartirà immediatamente. Ci vorrà tempo per sbloccare la situazione. Forse sarà necessario calibrare l’offerta secondo le nuove esigenze.

Non si può dire, ora tutto aleggia sospeso nell’aria. “La nostra speranza è di poter ripartire con l’estate, con uno sblocco della circolazione” conclude Nicoletta. Ma, appunto, “non possiamo dirlo adesso”. “L’importante ora è stare alle regole per evitare di peggiorare la situazione e sovraccaricare ulteriormente il Servizio sanitario nazionale che continua, nonostante tutte le difficoltà, ad aiutare i pazienti” sottolinea ancora Confortola. La priorità oggi è vincere questa difficilissima battaglia senza mollare.

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4 Commenti

  1. Chissa’se in alta montagna con intensi raggi UV a-b-c il virus covid sopravvive.Auguriamoci pure intense e frequenti scariche elettriche di temporali..
    C’e’chi igienizza ambienti chiusi con lampade UV e generatori di Ozono.

  2. Chissà cosa ne pensano di quel loro collega che in barba ai divieti qualche giorno addietro si è sentito male mentre faceva skialp…..

    1. Pensano di diffidare chi ne parla.
      Su un autorevole sito di montagna (non questo) che ospita articoli di ogni genere e ha sempre pubblicato con trasparenza anche commenti al veleno, non appena si è accennato all’episodio della famosa guida trentina al Passo Grostè, è immediatamente intervenuta la censura e la scomparsa del thread. Fosse occorso a un soccorritore o istruttore cai o a un qualunque appassionato, sarebbe subito balzato fuori nome e cognome e l’immancabile monito alla sicurezza e prudenza da parte della guida di turno.

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