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Decreto coronavirus, impianti sciistici chiusi

Aggiornamento 10/03/2020: A seguito del nuovo Dpcm 9 marzo 2020, in vigore da oggi 10 marzo, gli impianti sciistici sono chiusi su tutto il territorio nazionale.


9/03/2020 – Nella notte tra il 7 e l’8 marzo il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte annunciava le disposizioni del nuovo decreto coronavirus. Norme più stringenti, valide fino al 3 aprile 2020, per contrastare e contenere il diffondersi del virus COVID-19 a livello nazionale, tra cui compare anche la chiusura degli impianti sciistici in Lombardia e nella zona arancione (province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell’Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia).

Richiamare al buon senso non basta

Una decisione drastica, quella di procedere alla chiusura degli impianti, resa necessaria dopo aver richiesto, con scarso successo, a tutti i cittadini italiani di vivere la montagna con buon senso, rispettando le distanze e evitando assembramenti. Lo scenario sulle piste cui si è assistito alla vigilia del nuovo decreto è risultato decisamente paradossale. In piena emergenza sanitaria gli impianti sono stati presi d’assalto.

Una fuga di massa, legata probabilmente al valore psicologico della montagna, vista come luogo incontaminato e protetto, che ha lasciato sconvolti i sindaci (e l’opinione pubblica in generale), fin dall’inizio dell’emergenza impegnati nel recepire le disposizioni del Ministero e renderle attive nell’immediato sui territori di propria pertinenza, auspicando la collaborazione dei cittadini.

A partire da domenica 8 marzo si è dato così progressivamente il via alla chiusura degli impianti, non solo nelle aree indicate dal decreto, ma anche in Valle d’Aosta, per decisione della giunta regionale. In Trentino – Alto Adige è al momento al vaglio la decisione di procedere alla chiusura delle ski area.

Lombardia e zona arancione

Impianti di risalita fermi e piste chiuse dunque, a partire dall’8 marzo fino al 3 aprile, in Lombardia e nelle province della zona arancione. Gli enti turistici hanno provveduto nella giornata di domenica a informare i turisti della necessità di fare rientro al proprio domicilio.

Negli impianti piemontesi non inseriti in zona arancione, come il comprensorio della Vialattea e le piste del cuneese, si continua al momento a sciare, nel rispetto delle norme, a distanza di un metro l’uno dall’altro nelle file, sotto il controllo della Polizia in servizio sulle piste. Saranno contingentati gli accessi in seggiovia e si procederà a igienizzazione dei sedili a impianti chiusi.

Valle d’Aosta

Stop allo sci in Valle d’Aosta da lunedì 9 marzo fino a fine stagione, su delibera della giunta regionale. Resteranno però regolarmente aperte le piste da sci di fondo. Per quanto concerne Skyway e la parte di comprensorio di Breuil Cervinia interessata dalla sci estivo, la riapertura sarà oggetto di valutazione nei prossimi mesi, sulla base anche dei nuovi decreti ministeriali.

Trentino – Alto Adige

Anche il Trentino-Alto Adige, non compreso in zona arancione, sta pensando a una chiusura anticipata degli impianti. Oggi è previsto un incontro ufficiale tra il governatore della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti , il presidente dell’Alto Adige Arno Kompatscher e i vertici di Anef (Associazione Nazionale Esercenti Funiviari). Secondo quanto dichiarato all’ANSA da Fugatti, nell’incontro odierno si cercherà di arrivare a un accordo congiunto per chiudere in contemporanea le ski area in Trentino e Alto Adige.

In mattinata è arrivato il comunicato stampa della chiusura del comprensorio Dolomiti Superski: “Con le sue Valli, Plan de Corones, Alta Badia, Val Gardena / Alpe di Siusi, Val di Fassa /Carezza, Arabba / Marmolada,  3 Cime Dolomiti, Val di Fiemme / Obereggen, San Martino di Castrozza Passo Rolle, Rio Pusteria – Bressanone, Alpe Lusia / San Pellegrino, Civetta, di comune accordo con le associazioni degli albergatori dei territori interessati ed in coordinamento con le Autorità politiche, ha deciso in maniera autoresponsabile la chiusura anticipata della stagione sciistica in corso. Questo in considerazione del rapido propagarsi del coronavirus nel territorio italiano e dei potenziali rischi di turisti, personale e popolazione locale in tutte le aree sciistiche servite dai suoi impianti di risalita ed al fine di preservare prima di tutto la salute e la tranquillità di chi abita questi territori, di chi vi lavora e di chi vi soggiorna.

La chiusura avverrà entro domani, martedì 10 marzo 2020, al fine di permettere un ordinato rientro dei turisti attualmente ospitati”.

Friuli Venezia Giulia

Resteranno invece aperti i poli sciistici del Friuli Venezia Giulia, nel rispetto delle prescrizioni imposte ai gestori da parte dei decreti governativi.

“Premesso che è dovere di ogni singolo cittadino attenersi alle disposizioni di legge, nei poli sciistici è stato richiesto agli sciatori di rispettare il metro di distanza, richiamandoli a tale disposizione non solo attraverso cartelli esplicativi alle casse e all’ingresso degli impianti di risalita, ma anche mediante l’impianto di amplificazione con cui gli operatori hanno invitato la clientela a mantenere la distanza interpersonale. Inoltre, sugli impianti è stato dedicato personale specifico in sorveglianza alle code”, dichiara la Regione. Personale aggiuntivo è stato richiamato in servizio da PromoTurismoFVG. La capienza degli impianti sarà inoltre ridotta del 50%.

Perplessità in Appennino

Problemi nella gestione del traffico si manifestano anche nelle aree sciistiche appenniniche, non interessate dal decreto dell’8 marzo. Nel pistoiese è previsto in questi giorni l’avvio di una campagna promozionale lanciata da Abetone Multipass “Niente scuola? Tutti a sciare?”, con skipass giornaliero a un euro per i ragazzi nati dopo il primo gennaio 2005, valida fino a domenica prossima, 15 Marzo. Una decisione che ha scatenato l’ira del sindaco di Abetone Cutigliano (PT) Diego Petrucci, che ha esortato i gestori degli impianti di risalita di annullare la promozione.

“Dobbiamo stare a casa!!! Sono giorni che lo ripeto, prendendomi anche sonore critiche da più parti – ha scritto il sindaco su Fb – . Questa situazione difficile può essere gestita solo con la responsabilità ed il buon senso di ognuno di noi. E responsabilità e buon senso significa evitare qualsiasi incontro che non sia assolutamente indispensabile. Significa rinunciare all’aperitivo, alla festa, al pub ed anche ad ammassarsi a sciare! – scrive ancora il sindaco – A questo proposito voglio chiarire che tutti gli impianti di risalita sono gestiti da società private al pari di bar, ristoranti, negozi e quant’altro e sempre a questo proposito – da più parti sollecitato – tengo a precisare che la campagna promossa che inizierebbe da domani è di una società privata, mai comunicata al Comune e da me non condivisa e che ho chiesto di annullare immediatamente”.

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