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Caldo record in Antartide. Preoccupazione crescente per ghiacciai e pinguini

Se Alpi e Appennini, in questo inverno mai iniziato, patiscono temperature elevate e neve carente, la situazione appare ben peggiore alle estreme latitudini dell’Antartide. Lo scorso 9 febbraio si è addirittura registrata una temperatura record pari a 20,75°C. Un valore mai rilevato in precedenza sul continente antartico.

A darne la notizia un team di ricercatori brasiliani, impegnati nella raccolta di dati termici durante l’estate australe. Il valore record è stato registrato su Seymour Island, un’isola parte di un arcipelago nelle vicinanze della Terra di Graham, il lembo più settentrionale della penisola antartica, a soli 3 giorni di distanza da un precedente rilevamento eccezionale. Il 6 febbraio a mezzogiorno si sono difatti raggiunti i 18,3°C, presso la stazione scientifica di Base Esperanza.

Temperature in crescita continua

Ciò che lascia maggiormente perplessi non sono però i picchi record ma, come ci ha spiegato il meteorologo di Geo Filippo Thiery, il fatto che “questi dati di temperatura si inquadrino in un trend conclamato di riscaldamento globale, anche e soprattutto alle latitudini delle due calotte polari”.

Il problema, secondo quanto riferisce l’Organizzazione meteorologica mondiale, è di fatto che negli ultimi decenni le temperature antartiche siano salite in maniera costante. L’innalzamento di almeno 3 gradi sta portando, come è sempre più evidente, allo scioglimento dei ghiacci che ricoprivano il 98% del continente. Una sensibile accelerazione si sarebbe in particolare verificata negli ultimi 12 anni. Un periodo in cui, avendo la possibilità di godere ancora di inverni veri e propri sulle montagne di casa, non ci siamo forse resi conto di ciò che accadeva a livello globale.

Basti pensare che mentre in Italia affrontavamo la grande nevicata del febbraio 2012, sulle isole Svalbard si registravano 6 gradi sopra lo zero e pioggia – ci raccontava un anno fa Thiery, in occasione della eccezionale nevicata di maggio 2019. Evento in cui, mentre Alpi e Appennini si imbiancavano a distanza di due mesi dall’ufficiale termine dell’inverno, in Groenlandia la temperatura risultava essere di 10 gradi oltre la norma.

Scioglimento accelerato dei ghiacciai

I danni del cambiamento climatico sul continente antartico diventano però giorno dopo giorno più visibili. Ne è un esempio il significativo scioglimento della piattaforma di Larsen, nella zona nord occidentale del mare di Weddell, sulla cui superficie si stanno formando dei laghi. Secondo le stime, tra il 1995 e il 2001 la piattaforma ha perso circa 2.500 chilometri quadrati di superficie, pari al 40% delle sue dimensioni totali.

Solo pochi giorni fa, la coppia di satelliti Sentinel-1 di Copernicus, il programma per l’osservazione della Terra gestito dall’Agenzia spaziale europea (Esa) e dalla Commissione europea (Ce), ha ripreso il distacco di un enorme iceberg dal ghiacciaio antartico di Pine Island. Un evento che ha portato ad una diminuzione della superficie originaria, paragonabile a quella dell’isola di Malta, di oltre trecento chilometri quadrati.

Da mesi i ricercatori avevano identificato due grandi fratture nel ghiacciaio. Tali crepe hanno iniziato ad allargarsi spaventosamente, generando infine dei grandi frammenti. Negli scorsi giorni l’ESA ha diffuso un timelapse realizzato a partire da 57 immagini radar collezionate tra il febbraio 2017 ed oggi dalla missione Sentinel-1. Nel video risulta evidente la velocità del processo che ha portato al recente distacco dell’iceberg dal Pine Island, che a sua volta si è frammentato in blocchi secondari. Il più grande risulta avere una superficie pari a 100 chilometri quadrati ed è stato denominato B-49.

Come spesso ci ritroviamo a commentare di fronte al distacco di seracchi dai ghiacciai nostrani, anche il distacco di iceberg risulta un evento naturale. Ciò che preoccupa è però la velocità con cui tali fenomeni si stanno verificando.

Preoccupazione per i pinguini di Papua

Accanto al rimodellamento della superficie antartica, conseguente alle alterazioni a carico dei ghiacciai, un altro elemento che desta preoccupazione nel mondo scientifico, è la sopravvivenza della fauna. Una recente spedizione di Greenpeace, condotta a bordo di navi rompighiaccio, ha evidenziato come, in alcune aree dell’Antartide, le colonie di pinguino pigoscelide (o pinguino Papua) mostrino oggi una riduzione fino al 77%, a confronto con gli ultimi dati, raccolti nel 1971.

Un team di scienziati della Stony Brook di New York e della Northeastern University, a bordo delle due rompighiaccio Esperanza e Arctic Sunrise, ha scoperto che ciascuna colonia di pinguini di Elephant Island sia diminuita, senza esclusione di colpi. Il numero totale di pinguini sull’isola è sceso di quasi il 60% dal 1971, mentre il numero di coppie riproduttive è oggi di 52.786. Nel 1971 erano ben 122.550. Accanto ai pinguini di Elephant Island, i ricercatori hanno anche esaminato, con rilevamenti manuali e ausilio di droni, le colonie meno note di Low Island. Sull’isola si stima che siano presenti 10.000 coppie. Purtroppo in tal caso non si hanno confronti con il passato, trattandosi del primo studio nella zona.

“Declini cosi marcati delle colonie suggeriscono che l’ecosistema dell’Oceano Antartico è drasticamente cambiato rispetto a 50 anni fa. E che gli impatti di tali cambiamenti stanno avendo un effetto domino sulla catena alimentare di specie come i pinguini – ha dichiarato Heather J. Lynch, professore associato di ecologia ed evoluzione presso l’Università Stony Brook di New York -. Diversi fattori possono aver contribuito a questo declino. Ma tutte le prove che abbiamo indicano che sono i cambiamenti climatici i principali responsabili di ciò che stiamo osservando”.

Di fronte a simili scenari, tornano inevitabilmente alla mente le parole di Alex Txikon, estasiato di fronte alle colonie di pinguini incontrati durante la sua tappa antartica prima di volare in Himalaya: “Quanto è importante prendersi cura del nostro pianeta! Ammirazione e amore per ciò che ci circonda mi invadono ogni volta che li contemplo”.

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2 Commenti

  1. Un senso di impotenza , rabbia , indignazione.
    Il non poter fare nulla per arrestare tutto quello che l’Umano ha fatto … L’Antartide , la riserva d’acqua del nostro pianeta , l’ Unico che abbiamo “per fortuna “.
    Credo che non ci sia più niente di incontaminato Aria fiumi ,mari ,foreste , animali estinti e che si stanno estinguendo.Noi “Civili “ rendiamo fetida l’aria , rifiuti a non finire , sostanze chimiche ovunque ….

  2. ottimo articolo, ma per favore non usate il verbo “sciogliere”: il ghiaccio fonde e non scioglie, e questo è un concetto fo damentale della fisica e della chimica.

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