Arrampicata

Arco, vietato arrampicare nella falesia del possibile 9c italiano. L’appello di Stefano Ghisolfi

“Attenzione! Notizie pessime”. Inizia così il malinconico appello lanciato negli scorsi giorni da Stefano Ghisolfi, in cerca di suggerimenti di fronte al divieto di arrampicata entrato in vigore di recente sulla falesia di Laghel, ad Arco di Trento.

“La falesia di Laghel, la più difficile d’Italia e forse del mondo (con il progetto “King Line”, un possibile 9c, e alcune altre vie estreme) ricade in un suolo privato – spiega il climber piemontese  -. Lo sapevamo già ma nessuno si è mai lamentato ed è andato tutto bene finora. La proprietaria era a conoscenza della falesia e ci ha consentito di arrampicare. Ma lo scorso mese è venuta di persona in falesia e ci ha ‘gentilmente’ detto di smettere di arrampicare e andarcene dal suo territorio. Per cui ce ne siamo andati immediatamente. La proprietaria ha ogni diritto di agire in tal senso ma il problema è che Laghel non è una falesia qualunque. È qualcosa di unico, ad Arco e in Italia”.

Di fronte a questa annosa situazione, Ghisolfi annuncia il proposito di chiedere aiuto a Garda Trentino e alla città di Arco, e al contempo invita gli appassionati ad attendere con pazienza.

“Chiederemo il loro aiuto ma nel mentre resta proibito andare ad arrampicare a Laghel. Ed è un gran peccato perché le condizioni per provare la “King Line” erano ottime. Proveremo a trovare un accordo con la proprietaria, ma per ora per favore non andate a Laghel. Spero che tutto si risolva nel migliore dei modi”.

“Se avete suggerimenti su cosa si possa fare – conclude Stefano – ogni idea potrebbe esserci di aiuto. Cortesemente diffondete questo messaggio nella vostra climbing community. Grazie”.

Laghel e il primo 9b di Arco

Ha ragione Ghisolfi a definire la falesia di Laghel unica nel suo genere. Ricordiamo che qui, nell’aprile 2017, Adam Ondra è riuscito nell’impresa di aprire il primo 9b di Arco, la “Queen Line”. Un tiro chiodato da Mauro Mabboni, che nella parte finale potrebbe addirittura avvicinarsi a un 9b+. La via, ripetuta da Stefano nel febbraio 2019, ha ispirato il ben più ampio progetto della “King Line”.

“La via più bella e difficile” della falesia di Laghel. Così Ghisolfi definiva il possibile 9c italiano nel post di annuncio di ripresa del progetto lo scorso ottobre, insieme a Adam e Alexander Megos.

Secondo lo studio effettuato da Stefano, si tratterebbe di una prosecuzione della “Queen Line”, terminata la quale bisogna affrontare un passaggio chiave, composto da circa 15 movimenti. Nel corso dell’autunno Ghisolfi era così tornato in parete, convinto di avere chiaro almeno il 90% dei movimenti da effettuare, tranne “uno che rimane un mistero”.

Una via così complessa che, a paragone, “Perfecto Mundo sembra una passeggiata nel parco”. A causa del divieto attuale il team 9b+”, come Ghisolfi aveva simpaticamente definito il trio pronto all’attacco della via, dovrà attendere tempi migliori per “combattere insieme contro la bestia”.

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5 Commenti

    1. Spiegata così sembra una cattiveria ma in realtà sarebbe necessario capire il perché di questa scelta.
      Magari è troppo frequentata e chi lo fa non rispetta le classiche regole, sporca, fa casino ecc.

  1. Non si capisce nei dettagli…: vietato il passaggio su terreno privato per accedere alla base della parete, o e’ privata anche la parete stessa e pure la montagna????

  2. Veramente un grande dispiacere sentire queste notizie. Non voglio entrare nel merito perché non vivo lì e non conosco le motivazioni della proprietaria. In ogni caso non riesco a capire come mai abbia permesso la chiodatura e la frequentazione della falesia per poi vietarla.

  3. Con il crowfunding per la falesia di Dorsino ad Arco ormai pensano che è meglio vendere le falesie in quanto possono guadagnare e sono esenti da eventuali responsabilità . Purtroppo chi a suo tempo ebbe questa idea di acquistare la falesia perduta ha creato un precedente e questa è la conseguenza di quel gesto

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