Mostre e convegni

“Italia e Pakistan insieme per proteggere le montagne”, intervista all’Ambasciatore Pontecorvo

Si è svolto la settimana scorsa in Pakistan, in occasione della Giornata Internazionale della Montagna, un incontro organizzato dall’ambasciata italiana, dall’associazione EvK2CNR e UNDP (United Nations Development Programme) Pakistan.

Un momento in cui parlare delle montagne pakistane, della biodiversità e delle possibilità per lo sviluppo di un turismo montano consapevole nei territori del nord. La regione del Gilgit-Baltistan ospita cinque dei quattordici Ottomila in un territorio ricco di biodiversità e unico nel suo genere. I ghiacciai di questa regione rappresentano una riserva d’acqua dolce fondamentale per il Pakistan, ma non solo. Preservare questo territorio è un dovere di tutti. Ne abbiamo parlato con l’ambasciatore italiano in Pakistan, Stefano Pontecorvo.

Ambasciatore, qual è il ruolo del governo italiano nella promozione di un turismo consapevole in Pakistan?

“Sul piano turistico stiamo portando avanti una trattativa con il governo pakistano per assisterli nella realizzazione di un masterplan, un documento di indirizzo strategico, dedicato allo sviluppo del turismo. Un filone importante da perseguire in questo momento in cui il governo pakistano ha insediato una serie di enti e strutture, che fanno capo al ministero del turismo, che puntano nella giusta direzione.”

Per quanto riguarda la tutela delle montagne invece?

“Abbiamo un notevole programma di salvaguardia ambientale e sviluppo sostenibile che riguarda i territori montani. Progetti ad ampio respiro in sui si inserisce anche l’economia legata al turismo. Stiamo inoltre lavorando a iniziative di formazione per operatori nel settore del trekking, di guide in grado di accompagnare in sicurezza i visitatori; e alla tracciature di percorsi e itinerari di media montagna.

Il nostro è un impegno che si può certamente definire globale assistito da UNDP, EvK2CNR e Mountain Wilderness.”

Da cosa deriva la decisione del governo italiano di impegnarsi nello sviluppo del turismo montano in Pakistan?

“Punto cardine è sicuramente l’importanza che le montagne rivestono sia sulle Alpi che in Pakistan. L’ecosistema montuoso pakistano, rappresentato dalle catene dell’Himalaya, del Karakorum e dell’Hindu Kush, è uno dei più importanti al mondo. In quest’aera sono presenti ghiacciai unici nel loro genere, importantissime riserve idriche per il territorio.

Noi italiani siamo strettamente legati alla storia di queste montagne, a partire dal K2 violato per la prima volta da una spedizione italiana. Sono tanti i connazionali che si recano sulle montagne pakistane per cercarne un nuovo obiettivo alpinistico d’alto livello. La prima invernale del Nanga Parbat ne è un altro esempio. È importante, anche attraverso la Giornata Internazionale della Montagna, rimarcare il ruolo che noi abbiamo in questo Paese.”

Quindi si sta lanciando un messaggio congiunto Italia-Pakistan?

“Esattamente, questo anche grazie al Ministro del Turismo pakistano. Uno dei più energetici riformatori del Paese che ha dato il là alla sviluppo dell’attività turistica. Insieme abbiamo detto che le montagne devono essere protette perché sono patrimonio di tutti.

Questo incontro è stata una buona occasione per ricordare la vulnerabilità delle montagne e sulla necessità di prendere tutti consapevolezza, iniziando a fare qualcosa, per proteggerle.”

Cosa si sta facendo al momento di pratico?

“Si stanno portando avanti progetti volti alla crescita della regione del Gilgit-Baltistan dove si trovano le grandi montagne del Paese. Tra le varie operazioni in corso citerei la collaborazione con Moncler che ogni anno realizza la pulizia del ghiacciaio Baltoro riportando a valle tonnellate di rifiuti.”

Un’ultima domanda: ha una stima di quello che è l’afflusso di alpinisti e appassionati nel Paese?

“Al momento è difficile dare un numero preciso tra appassionati italiani e stranieri che frequentano il Paese. Sicuramente sono oltre 600 gli alpinisti in cerca di obiettivi di un certo livello. Alpinisti che spesso ritornano più volte perché stiamo parlando di montagne che offrono possibilità esplorative su larga scala.”

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