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Dolomiti, riaperte le ferrate Bocchette Centrali e Detassis

A poco più di un mese dall’inizio dei lavori di manutenzione straordinaria, la SAT (Società Alpinisti Tridentini) ha dato annuncio della riapertura delle Bocchette Centrali e della Ferrata Oliva Detassis sulle Dolomiti di Brenta.

La seconda tappa di interventi, iniziati nell’autunno 2018 a partire dalla ferrata delle Bocchette Alte, interessate nell’agosto 2018 da una frana, giunge così al termine. Ulteriori lavori di messa in sicurezza delle ferrate saranno svolti l’anno venturo, con scadenza prevista per l’autunno 2020.

Grazie all’impegno della Commissione Sentieri della SAT, entro un anno gli escursionisti potranno godere di una rete di sentieri attrezzati e vie ferrate rinnovate con materiali moderni, in ottemperanza dei più rigidi protocolli di sicurezza.

I lavori sulle Bocchette Centrali, come si legge nel comunicato della SAT, sono stati condotti nel più breve tempo possibile e selezionando un periodo dell’anno di scarsa affluenza, per limitare i disagi agli escursionisti. Purtroppo per gli appassionati il ritorno sulle ferrate è da rimandarsi alla prossima primavera, a causa della neve prevista per i prossimi giorni in quota.

La via delle Bocchette Centrali e la Ferrata Oliva Detassis

I percorsi interessati dai lavori dell’ultimo mese sono stati realizzati tra il 1936 ed il 1968 e si sviluppano nel cuore del Gruppo del Brenta per circa 4 chilometri, attrezzate con 950 metri circa di funi.

La via delle Bocchette Centrali si estende tra la Bocca degli Armi e il rifugio Pedrotti. La Ferrata Detassis, dedicata alla propria madre dai fratelli Bruno, Giordano e Catullo Detassis, rappresenta una via di accesso alternativo alle Bocchette Alte senza passare dall’Alimonta ma risalendo la vedretta dei Brentei.

Lavori legati al cambiamento climatico

Un lavoro non complesso, quello che è stato portato a termine in circa 20 giorni lavorativi. Come già anticipato nel mese di settembre dall’ingegner Luca Biasi, dell’ufficio tecnico della Sat, i tratti messi male lungo le Bocchette Centrali e la Ferrata Detassis sono risultati esigui. “In quel caso si procederà allo smantellamento dell’attrezzatura presente e alla sua sostituzione integrale. Ma nella gran parte dei casi il lavoro sarà quello di messa in sicurezza di ciò che già c’è”.

Si è proceduto ad un rafforzamento degli ancoraggi delle scale, senza necessità di sostituzione integrale delle stesse, in quanto “strutture storiche che si stanno ancora difendendo molto bene”.

Più impegnativi si sono rivelati gli interventi sugli attacchi delle ferrate, cioè i punti di partenza dei tracciati attrezzati. “Per quel che riguarda le Bocchette centrali, sposteremo di qualche metro il punto di partenza alla Bocca degli Armi (il primo tratto del sentiero Figari) – spiegava Biasi prima dell’avvio dei lavori – Attualmente la prima scala parte piuttosto in alto, perché il livello del ghiaccio della vedretta si è abbassato. Sposteremo l’attacco di poco verso sud-ovest, in modo da farlo poggiare sulla roccia e metterci al riparo da variazioni di livello di neve e ghiaccio”.

Sull’attacco della Detassis si è provveduto a portare a termine il medesimo intervento, “spostando l’attacco qualche metro più a sinistra”.

Tutti interventi resi necessari dagli effetti del cambiamento climatico sulle montagne alpine, sottoposte a crolli che alterano o rendono insicuri gli antichi percorsi, portando a volte alla necessità di ridisegnare totalmente i tracciati, come nel caso della via che dall’Alimonta porta alla Bocca delle Armi che risulta da “trasferirsi” sul lato opposto all’attuale.

2006-2020. Un lungo progetto di manutenzione 

Gli step di manutenzione portati a termine dalla SAT tra 2018 e 2020 rappresentano la coda di un progetto avviato nel 2006, quando si iniziò con una valutazione dello stato di sicurezza dei tracciati.

I primi percorsi attenzionati dalla Commissione furono quelli tra il Grostè a nord ed i rifugi Agostini e XII apostoli a sud. In 13 anni sono stati sistemati numerosi sentieri e ferrate, sempre facendo attenzione a scegliere fasi dell’anno a scarsa affluenza, sul finire dell’estate.

 

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2 Commenti

  1. Non so se corrrisponda al vero che un Presidente di sezione locale di CAI o SAT, risponda personalmente in caso di denuncia per incidente su ferrata nella localita’ di competenza.Oltre alla manutenzione, se avessi una qualche carica-fardello pesante piu’ che altro- , metterei al sicuro il patrimonio personale intestandolo ad altri.Oltre a manutenzione programmata, si dovrebbe ispezionare un tracciato una volta al mattino ed una alla sera?? UN sasso che trancia cavo, una frana, una lingua di neve o ghiaccio che incrosta non sono prevedibili. Piu ‘semplice che un Sindaco vieti la ferrata con ordinanze e cartelli, cosi’ chi la percorre lo fa a suo rischio e pericolo.

  2. Diciamo la verità, è grazie al buon senso delle guide alpine che fanno i lavori ed ai gestori dei rifugi che questi lavori si fanno quando c’è poco afflusso di gente, alias a fine stagione, perché la SAT normalmente li propone ad agosto….

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