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Marmolada invasa dai rifiuti, tra maleducazione e cambiamento climatico

Cambiamento climatico e rifiuti sembrano stringersi a braccetto come problematiche primarie delle montagne italiane. La soluzione al primo problema necessita di un grande impegno globale, nel tentativo di limitare le emissioni inquinanti e, come conseguenza, l’innalzamento termico. Sul secondo punto basterebbe un minimo di senso civico.

Una nuova denuncia di rifiuti abbandonati in ambiente naturale arriva dalla vetta regina delle Dolomiti: la Marmolada (3.343 m).

Grottini convertiti in immondezzai

La segnalazione, ad opera della guida alpina padovana Enrico Geremia, risale a fine agosto. Una immagine esplicativa e poche righe, pubblicate sulla sua pagina Facebook.

Il grottino-immondezzaio

“Questo è solo uno dei grottini sulla cengia in zona tempi moderni! Teli termici distrutti, stuoini, cartacce di snack vari, bombolette, sacchetti, vecchi zaini logori, spezzoni di corde cordini e fettucce, bottigliette….un immondezzaio (alla base della parete non è comunque meglio)!! Uno schifo”.

“Mi sembra che sia fin troppo facile deturpare un ambiente cosi bello come la Marmolada…e tutto questo solo per raggiungere un obiettivo…la vostra ascensione la vostra realizzazione non curanti dell’AMBIENTE che sarebbe l’unica cosa a cui dovreste essere veramente fedeli!! Potete avere le vostre soddisfazioni alpinistiche solo grazie a LUI!! Vi sembra possibile una simile disprezzo per questa stupenda parete!!?? Rimango deluso e allibito da tanto menefreghismo!!”

Il materiale è stato poi portato a valle dalla guida alpina e dagli amici con lui presenti al momento della scoperta.

Il problema è la scarsa educazione

Come spiegato da Geremia al quotidiano IlDolomiti.it, i “grottini” in cui è stato rinvenuto il materiale rappresentano “anfratti in cui si entra per ripararsi dal maltempo o per passarci la notte nel caso la salita sia troppo impegnativa”.

Ritrovare all’interno cumuli di rifiuti è un evidente sintomo di scarsa educazione.

“Pioveva e ho deciso di entrare per ripararmi ma non mi sarei mai aspettato di trovarmi di fronte tutti quei materiali abbandonati”.  

Perché mai un escursionista dovrebbe abbandonare il suo materiale in quota? Secondo la guida alpina si tratta di materiale alpinistico che si è accumulato nel tempo, lasciato da chi si prepara ad affrontare l’ultimo tratto di salita in maniera più leggera. È così che l’attrezzatura superflua o danneggiata finisce nei grottini.

Non un caso isolato in Marmolada

Secondo le dichiarazioni di Geremia, in molti dei cento grottini della parete Sud della Marmolada è presente spazzatura. La quantità è direttamente proporzionale alla celebrità della via lungo cui si collocano, come ad esempio “Tempi moderni”, dove transita un numero maggiore di alpinisti.

Pulizia in autonomia ma non basta

Come spesso accade anche su molte altre vette alpine e appenniniche, anche sulla Marmolada la pulizia viene svolta in maniera volontaria da chi ama l’ambiente. Un po’ come François Cazzanelli che approfitta delle sue ascese alpine per riportare a valle la spazzatura altrui, anche Enrico Geremia continua a riportare a valle rifiuti ad ogni salita e discesa, a volte aiutato da clienti volenterosi.

Piccoli gesti che non possono certo risolvere la situazione. Accanto ai depositi di materiale nei grottini bisogna infatti considerare quello gettato nel vuoto durante le salite, che si accumula così alla base delle vie. Alta percentuale di questa spazzatura volante è rappresentata da materiale plastico.

La spazzatura del passato riaffiora dai ghiacci

Come se non bastassero i rifiuti abbandonati in tempi recenti, un ulteriore problema della Marmolada è rappresentato dai residui di costruzione degli impianti sciistici della seconda metà del Novecento, che sono rimasti sepolti per decenni sotto i ghiacci. Con il progressivo scioglimento anche tali materiali riaffiorano, in grande quantità.

Secondo Guido Trevisan, gestore del rifugio Pian dei Fiacconi (2.365 m), il problema degli affioramenti supera quello della maleducazione degli escursionisti.

Come dichiarato al quotidiano di Venezia e Mestre La Nuova, “Gli escursionisti che salgono fin quassù hanno una sensibilità tale per cui si portano tutto appresso. Per cui possiamo riscontrare che sono rari i casi di abbandono di bottiglie e lattine. Ma è il passato a fare ancora la differenza. 50 o anche 40 anni fa era fin troppo comodo, per le società impiantistiche o i rifugi nascondere i rifiuti sotto la neve, quindi nel ghiaccio, in particolare gettarli nei crepacci”.

Lungo le piste si ritrovano così attrezzature da sci e persino monete, oltre a legname probabilmente derivante da baracche e camminamenti militari.

Per arginare il problema annualmente vengono organizzate campagne di bonifica a cura di associazioni ambientaliste in collaborazione con le guide alpine incaricate dalla Pat. Ma il problema a monte rimane. “Chi frequenta la montagna deve avere un’altra mentalità”, sottolinea giustamente Geremia. Un discorso che non vale certo solo per la Marmolada o le Dolomiti ma per il mondo montagna a 360 gradi. Dalle Alpi all’Himalaya.

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